L'ex ministro Fioramonti si è dimesso per lo stesso motivo che il successore Manfredi indica quale primo impegno: ottenere per l'università il miliardo mancante nel Bilancio. Né dal governo né dall'opposizione si è rilevato come la mancanza derivi dallo scottante problema che i clericali snobbano. Il problema è il costo annuale dell'insegnamento del cattolicesimo nelle scuole (intorno a 1,35 miliardi) ed anche che il miliardo è circa un quinto della somma dovuta dal Vaticano per ICI arretrata (sentenza in Cassazione del 2004, confermata sette anni fa dalla Corte Europea e sollecitata a giugno '19 dalla UE). Il problema è scottante perché nei due casi il Vaticano non è avvantaggiato da leggi mancanti o contenziosi pendenti. E' avvantaggiato dall'arbitrarietà dell'Amministrazione dello Stato, cioè l'alta burocrazia, che si ostina ad interpretare le norme in modo creativo, allocando le risorse pubbliche ove non dovrebbero stare (l'insegnamento cattolico) e non riscuotendo i crediti vantati legalmente (l'ICI non versata dal Vaticano). Ha un solo obiettivo. Privilegiare una religione sulle altre. Non ha rispettato neppure la delibera della Corte dei Conti (fine 2014) e ha usato l'8‰ dello Stato per altre finalità, perfino confessionali.
martedì 31 dicembre 2019
ISTRUZIONE : IL MILIARDO MANCANTE CHE NON SAREBBE DIFFICILE TROVARLO....di Raffaello Morelli
L'ex ministro Fioramonti si è dimesso per lo stesso motivo che il successore Manfredi indica quale primo impegno: ottenere per l'università il miliardo mancante nel Bilancio. Né dal governo né dall'opposizione si è rilevato come la mancanza derivi dallo scottante problema che i clericali snobbano. Il problema è il costo annuale dell'insegnamento del cattolicesimo nelle scuole (intorno a 1,35 miliardi) ed anche che il miliardo è circa un quinto della somma dovuta dal Vaticano per ICI arretrata (sentenza in Cassazione del 2004, confermata sette anni fa dalla Corte Europea e sollecitata a giugno '19 dalla UE). Il problema è scottante perché nei due casi il Vaticano non è avvantaggiato da leggi mancanti o contenziosi pendenti. E' avvantaggiato dall'arbitrarietà dell'Amministrazione dello Stato, cioè l'alta burocrazia, che si ostina ad interpretare le norme in modo creativo, allocando le risorse pubbliche ove non dovrebbero stare (l'insegnamento cattolico) e non riscuotendo i crediti vantati legalmente (l'ICI non versata dal Vaticano). Ha un solo obiettivo. Privilegiare una religione sulle altre. Non ha rispettato neppure la delibera della Corte dei Conti (fine 2014) e ha usato l'8‰ dello Stato per altre finalità, perfino confessionali.
martedì 17 dicembre 2019
LA SINISTRA ITALIANA CAPIRA' LA LEZIONE INGLESE (con uno sguardo alla Toscana) ?
di Raffaello Morelli
I liberali sono per cultura e comportamenti decisi avversari dei conservatori come il Primo Ministro Johnson e dei sovranisti di Salvini (la versione spostata a destra). Tuttavia, sostenere che l'elettorato inglese ha votato contro "le sempre più marcate derive parlamentaristiche" rivendicando il primato plurisecolare britannico, lo trovo eccessivo. Non solo fraintende il significato di quel sistema elettorale ma limita le indicazioni del voto alla sola realtà britannica e in definitiva nasconde alla sinistra italiana la lezione di cui far tesoro se vuol battere i sovranisti.
Almeno tre le questioni. Il maggioritario di collegio è un sistema parlamentare efficace per affidare le scelte ai cittadini e la loro realizzazione ai rappresentanti eletti, cioè chi nel collegio ha più voti. Senza vincoli di mandato estranei alla logica rappresentativa del parlamento. Il Parlamento esiste per discutere e le derive parlamentaristiche esistono solo nella mente di chi non vuole affidarsi ai cittadini bensì alle scelte dell'ideologia maneggiata da élites disattente ai problemi reali. Tutto ciò non è una specificità britannica, ma un dato di fatto universale.
Secondo. Gli elettori inglesi sceglievano non tra brexit e non brexit, come affermato superficialmente. La scelta era tra brexit (conservatori), ricetta economica di proclamato gusto marxista (laburisti, per 3 anni ondivaghi sulla brexit e non netti in campagna elettorale), nobrexit (liberali e nazionalisti scozzesi). Stante il sistema elettorale e stante che i più grossi erano conservatori e laburisti, di fronte a questa scelta gli elettori hanno preferito restare lontani dall'economia statalista del marxismo evocata di continuo da Corbyn. La maggioranza di deputati per la brexit non è la scelta primaria degli elettori. La scelta primaria è allontanare le ricette marxiste dei laburisti e i deputati conservatori sono frutto di questa scelta. Tant'è che i nazionalisti scozzesi sono andati molto bene e i liberali sono rimasti al palo, dopo aver commesso l'errore grossolano di un patto di desistenza con i laburisti. Come dire, pur di stare in Europa, preferiamo la ricetta di Corbyn (in sé perfino una contraddizione che ha offuscato l'immagine no brexit).
Terzo punto. Le sinistre italiane non devono ignorare la lezione inglese. Che è la stessa degli USA. Da una parte c'è Corbyn, dall'altra suoi sosia come i candidati democratici Sanders o la Warren. E quella linea di sinistra ideologica rafforza Trump. In Italia, nei prossimi mesi ci saranno importanti elezioni regionali in zone rosse. A fine gennaio in Emilia, a maggio in Toscana. Se gli elettori percepissero propensioni alla sinistra d'una volta, i sovranisti acquisterebbero subito peso. Tra l'altro, in Emilia si elegge il Presidente in collegio unico e vittoria del primo arrivato, mentre in Toscana si elegge in due turni, se al primo nessuno ha il 40% + 1 dei voti. Dunque, sulla scorta della lezione inglese è chiaro che, prima o dopo, sarà indispensabile che i cittadini non sovranisti convergano sul candidato PD Giani. Eppure un gruppo di liste di sinistra radicale continua a contestare quella candidatura, evocando climi che aiutano i sovranisti. In conclusione, continuare a snobbare il voto molto british (e anche un po' yankee) senza impararne la lezione, rischia di farci fare anche qui la stessa fine.
venerdì 29 novembre 2019
Liberali toscani e candidatura Giani
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Federazione dei Liberali - Livorno
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lunedì 11 novembre 2019
"....della Liliana Segre....non so qual è la pronuncia corretta...." : il Sindaco di Piombino e la proposta di cittadinanza onoraria alla Sen. Segre.
Da liberali siamo"equilontani" dalle posizioni politiche del Sindaco Ferrari di Piombino quanto da quelle di Rifondazione Comunista e similari : ma in politica si valutano le dichiarazioni e,ancor di più, gli atti.
E la reazione del primo cittadino piombinese, visto l'estratto video che circola e quanto letto , offre vari spunti di riflessione.
La partenza non è proprio felice, quando si parla di una Senatrice (o Senatore che dir si voglia) come "...della Liliana Segre....non so qual è la pronuncia giusta..." che denota, tertium non datur, o rozzezza politica o approccio dilettantistico.
Poi vi è il luogo, ovvero l'inaugurazione di una sede di partito, location assai poco consona per rilievi istituzionali e che, probabilmente, ha influito adrenaliticamente sull'intervento.
La sostanza del diniego , come virgolettata dai media, consisterebbe nel fatto che la proposta della cittadinanza onoraria sarebbe «una richiesta provocatoria, perché questa onorificenza si concede a coloro che la meritano per aver dato un ritorno alla città», trattandosi poi «di una strumentalizzazione di chi non ha argomenti da proporre per il territorio».
La storia del conferimento di questa onorificenza e anche la base giuridica che consente ai comuni di conferirla, in verità non depone proprio a favore di una rigida interpretazione legata al territorio ma se nei regolamenti del Comune di Piombino questa caratteristica fosse effettivamente indispensabile, ciò sarebbe più che bastato per opporre un diniego, magari dispiaciuto.
L'aver invece voluto respingerla adducendo considerazioni politiche locali appare come aver accettato di giocare lo stesso gioco, sempre che di questo si tratti, contraddicendo pertanto la motivazione di un'ipotetica impossibilità regolamentare a procedere.
Che poi, in politica, gridare alla "provocazione" da parte di un avversario è come lamentarsi del fatto che la squadra contro la quale si gioca s'ingegni in tutti i modi per andare a rete....
Come ormai tipico della politica, in particolare in questo momento storico, giunge poi la precisazione del Sindaco Ferrari di «essere convinto che Liliana Segre sia un simbolo per tutti nella lotta all'antisemitismo e al razzismo, ma che proprio la sua storia merita di più della strumentalizzazione che viene da parte di chi non ha argomenti politici».......lodevole gesto ma che richiama al famoso detto secondo il quale la toppa è spesso peggiore del buco.
Vedremo come verrà affrontata la questione al momento della discussione in Consiglio Comunale e se il Sindaco Ferrari saprà uscire dall'angolo nel quale pare essersi andato a infilare perchè,delle due l'una, o la questione è meramente burocratica e regolamentare, tesi però assai scricchiolante, oppure è politica e quindi deve essere affrontata come tale,alla luce del sole.
Liberali Livorno
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venerdì 20 settembre 2019
20 SETTEMBRE 1870 / 20 SETTEMBRE 2019 : UNA CORONA CELEBRATIVA DELLA LAICITA’ CIVILE
Quattro associazioni livornesi – Circolo Einaudi, Circolo Modigliani, Livorno delle Diversità e UAAR – depongono oggi una corona ai piedi della targa celebrativa del XX settembre 1870 per confermare che i valori della Laicità civile sono il sistema più efficace perché evolvano le condizioni di vita dei diversi cittadini.
Laicità civile è affidarsi alla libertà dei singoli cittadini che scelgono confliggendo democraticamente sui fatti, senza riconoscere un'autorità sovrastante le loro libertà civili. Perciò, va evitata ogni commistione tra lo Stato che garantisce la convivenza iniziando dalla libertà di culto, da una parte, e le religioni dall'altra parte. Le quattro associazioni hanno scritto al Comune di Livorno auspicando l'istituzione del Tavolo della Laicità , che simboleggi il fondarsi delle relazioni pubbliche sulla partecipazione attiva del cittadino diverso e sovrano senza bisogno di autorità intermediarie.
Istituire il Tavolo della Laicità sarà il modo più coerente per celebrare nel 2020 i 150 anni dalla presa di Porta Pia e i 50 dalla epocale legge di facoltà per il cittadino che è la Fortuna Baslini. Tutti eventi di cui oggi è ampiamente compresa l'importanza civile.
mercoledì 14 agosto 2019
"RAFFINERIA ECOLOGCA" : ANCHE COLLESALVETTI ADOTTI LO STRUMENTO DLE REFERENDUM PROPOSITIVO, PER FAR PESARE REALMENTE LE VOLONTA' DEI CITTADINI
La proposta del Governatore Rossi di fare alla Stanic quella che definisce una raffineria ecologica, è per la zona Livorno Collesalvetti un problema ineludibile. Con un coinvolgimento inevitabile anche dei rapporti tra Comuni e cittadini.
Quanto al problema fisico, a parte le preoccupazioni per la salute già emerse, bisognerà attendere la prima metà di settembre per poter finalmente conoscere i dati materiali di un progetto per ora solo un colpo di scena immaginifico. Quanto ai rapporti istituzionali con i cittadini, balza all'occhio la differente situazione tra i due Comuni, di Livorno e di Collesalvetti. Infatti Livorno dispone dello strumento Referendum Propositivo senza quorum (da fine febbraio, in epoca grillina cioè, ma con voto unanime) mediante il quale i cittadini possono sottoporre all'esame del Consiglio Comunale una loro proposta e dunque con una procedura istituzionale possono costringere il Consiglio ad una scelta (ad esempio, il Comitato Oltre l'Inceneritore ha già attivata la procedura per chiudere nel '21 l'attuale impianto). Collesalvetti, invece, non ne dispone.
Perciò, i Liberali invitano tutti coloro che a Collesalvetti ora sono impegnati a contestare la prospettiva della nuova raffineria alla Stanic, intanto a sollecitare il Comune ad adottare lo strumento Referendum Propositivo, senza quorum tra i votanti per esser valido. Questo aprirebbe ai cittadini di Collesalvetti una procedura concreta per pesare di più sulle decisioni istituzionali in tema di ambiente salubre e di impianti industriali, da prendere l'anno prossimo.
Naturalmente questo invito esprime due convinzioni dei liberali. Quella che, nel mondo attuale, protestare da fuori il palazzo abbia poca incidenza rispetto all'agire da dentro i meccanismi istituzionali. E quella che gli enormi terreni Stanic sono situati nel Comune di Collesalvetti ma costituiscono un'area molto vicina al Porto di Livorno e determinante per il suo sviluppo.
LIBERALI LIVORNO
venerdì 9 agosto 2019
CRISI DI GOVERNO : UNA SINTETICA LETTURA LIBERALE , di Raffaello Morelli
PARLAMENTO e SOVRANISTI
Non si può sapere quale sarà l'esito preciso della crisi politica aperta da Salvini. Ma i conseguenti primi passi sono ormai chiari e non privi di significato.
La prima cosa è che l'apertura della crisi non ha di sicuro rispettato il criterio sovranista. Non solo perché Salvini non ha convinto il Presidente del Consiglio a rassegnare subito le dimissioni facendo una crisi extraparlamentare (e ha dovuto presentare la mozione di sfiducia). Soprattutto perché un dibattito parlamentare, pur certificando la fine di questo governo giallo verde, innesca dinamiche operative sgradite alla concezione sovranista. A cominciare dalla responsabilità della crisi dovuta alla scelta della Lega di non voler più seguire il Contratto di Governo.
Infatti non ha fondamento lo slogan salviniano contro il presunto governo dei NO del M5S. In questi 15 mesi, il Contratto (giusto o sbagliato) è stato rispettato, il M5S ha insistito fino all'ultimo di voler proseguire e la Lega non può dire di accorgersi solo oggi di avere una cultura politica assai diversa da quella degli alleati, Conte e M5S. La realtà è che la Lega, dopo le Europee, non sopporta più di non avere la guida del governo (anche quando ottiene la TAV fuori del Contratto). Il che è legittimo ma significa rendere noto a tutti che la Lega ritiene essere la sola in grado di governare l'Italia. Quindi va superata la scelta elettorale del 4 marzo 2018 di escludere un governo imperniato sul PD o sulla destra, e l'obiettivo è far vincere la destra senza ambiguità di tipo tedesco. La destra sovranista, appunto.
Questo ritornare all'antico non può che stimolare l'opporsi di tutti coloro che non condividono il sovranismo. A cominciare dal Presidente della Repubblica, che, nell'esercizio delle sue prerogative, è presumibile non accelererà la corsa alle urne voluta da Salvini, perfino contro le procedure consolidate sul gestire una crisi di governo. Ed è proprio in questa logica che risalta il ruolo del Parlamento , come luogo deputato a trovare una via di collaborazione possibile tra progetti differenti. Si saprà trovare una maggioranza di scopo per varare prima delle elezioni due cose, il taglio di quasi 350 parlamentari (riforma ormai all'ultimo voto già previsto tra 30 giorni) e una legge di bilancio adeguata ai bisogni del paese e rispettosa delle regole UE (cosa che dovrebbe essere meno difficile, dopo il voto grillino alla Von der Leyen e senza Salvini)?
Sarebbe assai positivo entrare in questa logica del ragionare sui problemi e non del vellicare le emozioni, adatte a vendere unguenti miracolosi, tanto care ai sovranisti. E siccome per entrarci occorre una maggioranza in Parlamento, non resta che sperare che il PD riesca almeno qui a tornare realista e dia il proprio apporto a tener lontano il paese dall'onda sovranista, che non è un destino inevitabile.
martedì 4 giugno 2019
I LIBERALI LIVORNESI E IL BALLOTTAGGIO DEL 9 GIUGNO 2019
ll ballottaggio del 9 giugno ha innanzitutto la novità pericolosa che i cittadini di credo ebraico non potranno votare, siccome quel giorno è una loro festività (e quindi obbliga ad astenersi da ogni attività). E' dovuto alla grave leggerezza burocratica del Ministero dell'Interno, che, pur disponendo, quando fu deciso il calendario elettorale, di quasi quattro mesi ( ben di più dalla data della decisione europea) per iniziative risolutive, non ha colto il problema nonostante quanto sancito dall'Intesa tra la Repubblica e le Comunità Israelitiche (1987).
Una seconda novità per il ballottaggio – pur essa attinente le disfunzioni delle strutture burocratiche, stavolta del Comune di Livorno – è la decisione del candidato Salvetti e del suo PD, di chiedere il voto a Buongiorno Livorno ma al contempo di rifiutare la richiesta di quest'ultimo di stipulare tra le due rispettive coalizioni il collegamento formale previsto dalla legge sull'ordinamento degli Enti Locali. L'argomento pubblico del diniego è che, in caso di collegamento, il premio di maggioranza è ripartito tra tutte le liste coalizzate vincenti al ballottaggio e così il gruppo PD non avrebbe avuto da solo la maggioranza dei consiglieri comunali.
Ciò prova due fatti. Il primo è che la finalità PD non è fermare l'onda nera, visto che il collegamento con Buongiorno Livorno era una coalizione solida sul tema e assai probabilmente vincente. La reale finalità del PD è ottenere da solo la maggioranza dei consiglieri comunali. Finalità di per sé legittima, ma prova concreta dell'intenzione di avere le mani libere per decidere nel segno della sbandierata volontà di restaurare. Il secondo fatto è che la maggioranza assoluta dei consiglieri consente appunto di saldarsi con le pretese della burocrazia municipale, dominante anche nell'epoca Nogarin (due esempi sono le decisioni cervellotiche degli addetti al traffico cittadino e la contrarietà "clericale" di quelli alla Cultura all'insediare un Tavolo della Laicità a Livorno che pure, avendo il Tavolo delle Religioni di Cosimi, è un caso unico in Italia). Quella burocrazia che non a caso, con l'associazione dei suoi pensionati, ha già manifestato l'appoggio al candidato Salvetti.
Dunque anche il rifiuto di accordo formalizzato su una linea politica, comunque seria, onde favorire le amicizie costituisce una preoccupazione grave per l'esercizio democratico a Livorno rispetto alle primarie esigenze di trasformazione della macchina amministrativa.
Pertanto i liberali livornesi invitano i cittadini, qualora decidano di recarsi alle urne, a non votare il candidato Salvati. Accontentando il suo desiderio di fare da solo nel battere quello che i liberali, alla vigilia del primo turno, hanno definito l'avventurismo pasticcione della destra, dedita a sventolare presunti complotti contro l'identità italiana.
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giovedì 23 maggio 2019
I LIBERALI DINANZI ALLE IMMINENTI ELEZIONI EUROPEE ED AMMINISTRATIVE LIVORNESI 2019
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