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mercoledì 14 agosto 2019

"RAFFINERIA ECOLOGCA" : ANCHE COLLESALVETTI ADOTTI LO STRUMENTO DLE REFERENDUM PROPOSITIVO, PER FAR PESARE REALMENTE LE VOLONTA' DEI CITTADINI

La proposta del Governatore Rossi di fare alla Stanic quella che definisce una raffineria ecologica, è per la zona Livorno Collesalvetti un problema ineludibile. Con un coinvolgimento inevitabile anche dei rapporti tra Comuni e cittadini.

Quanto al problema fisico, a parte le  preoccupazioni per la salute già  emerse, bisognerà attendere  la prima metà di settembre per poter finalmente conoscere i dati materiali di un progetto per ora  solo un colpo di scena immaginifico. Quanto ai rapporti  istituzionali con i cittadini, balza all'occhio la differente situazione tra i due Comuni, di Livorno e di Collesalvetti. Infatti Livorno dispone dello strumento Referendum Propositivo senza quorum (da fine febbraio, in epoca grillina cioè, ma con voto unanime) mediante il quale i cittadini possono sottoporre all'esame del Consiglio Comunale una loro proposta e dunque con una procedura istituzionale possono costringere il Consiglio ad una scelta (ad esempio,  il Comitato Oltre l'Inceneritore ha già attivata la procedura per chiudere nel '21 l'attuale impianto). Collesalvetti, invece, non ne dispone.

Perciò, i Liberali invitano tutti coloro che a Collesalvetti ora sono impegnati a contestare la prospettiva della nuova raffineria alla Stanic, intanto a sollecitare il Comune ad adottare lo strumento Referendum Propositivo, senza quorum tra i votanti per esser valido. Questo aprirebbe ai cittadini di Collesalvetti una procedura concreta per pesare di più sulle decisioni istituzionali in tema di ambiente salubre e di impianti industriali, da prendere l'anno prossimo.

Naturalmente questo invito esprime due convinzioni dei liberali. Quella che, nel mondo attuale, protestare da fuori il palazzo abbia poca incidenza rispetto all'agire da dentro i meccanismi istituzionali. E quella che gli enormi terreni Stanic sono situati  nel Comune di Collesalvetti ma costituiscono un'area molto vicina al Porto di Livorno e determinante per il suo sviluppo. 

LIBERALI LIVORNO

venerdì 9 agosto 2019

CRISI DI GOVERNO : UNA SINTETICA LETTURA LIBERALE , di Raffaello Morelli

PARLAMENTO  e SOVRANISTI

Non si può sapere quale sarà l'esito preciso della crisi politica aperta da Salvini. Ma i conseguenti primi passi  sono ormai chiari e non privi di significato.

La prima cosa è che l'apertura della crisi non  ha di sicuro rispettato il criterio sovranista. Non solo perché Salvini non ha convinto il Presidente del Consiglio a rassegnare subito le dimissioni facendo una crisi extraparlamentare (e ha dovuto presentare la mozione di sfiducia). Soprattutto perché un dibattito parlamentare, pur certificando  la fine di questo governo giallo verde,  innesca dinamiche operative sgradite alla concezione sovranista. A cominciare dalla responsabilità della crisi dovuta alla scelta della Lega di non voler più seguire il Contratto di Governo.  

Infatti non ha fondamento lo slogan salviniano contro il presunto governo dei NO del M5S. In questi 15 mesi, il Contratto (giusto o sbagliato) è stato rispettato, il M5S ha insistito fino all'ultimo di voler proseguire e la Lega non può dire di accorgersi solo oggi di avere una cultura politica assai diversa da quella degli alleati, Conte e M5S. La realtà è che la Lega, dopo le Europee, non sopporta più di non avere la guida del governo (anche quando ottiene la TAV fuori del Contratto). Il che è legittimo ma significa  rendere noto a tutti che  la Lega ritiene essere la sola in grado di governare l'Italia. Quindi va superata la scelta elettorale del 4 marzo 2018 di escludere un governo imperniato  sul PD o sulla destra, e l'obiettivo è far vincere la destra senza ambiguità  di tipo tedesco.  La destra sovranista, appunto.

Questo ritornare all'antico non può che stimolare l'opporsi di tutti coloro che non condividono il sovranismo.  A cominciare dal Presidente della Repubblica, che, nell'esercizio delle sue prerogative, è presumibile non accelererà la corsa alle urne voluta da Salvini, perfino contro le procedure consolidate sul gestire una crisi di governo.  Ed è proprio in questa logica che risalta il ruolo del Parlamento , come luogo deputato a trovare una via di collaborazione possibile tra progetti differenti. Si saprà trovare una maggioranza di scopo per varare prima delle elezioni due cose, il taglio di quasi 350 parlamentari (riforma ormai all'ultimo voto già previsto tra 30 giorni) e una legge di bilancio adeguata ai bisogni del paese e rispettosa delle regole UE (cosa che dovrebbe essere meno difficile, dopo il voto grillino alla Von der Leyen e senza Salvini)?

Sarebbe  assai positivo  entrare in questa logica del ragionare sui problemi e non del vellicare le emozioni, adatte a vendere unguenti miracolosi, tanto care ai sovranisti. E siccome per entrarci occorre una maggioranza in Parlamento, non resta che sperare che il PD riesca almeno qui a tornare realista e dia il proprio apporto a tener lontano il paese dall'onda sovranista, che non è un destino inevitabile.