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lunedì 19 settembre 2016

20 Settembre 1870 / 20 Settembre 2016 : una corona celebrativa della laicità civile









Martedì 20 settembre 2016,anniversario della Breccia di Porta Pia, in Piazza XX Settembre alle ore 11,00, quattro associazioni livornesi – Circolo Einaudi, Circolo Modigliani, Livorno delle Diversità e UAAR – deporranno una corona ai piedi della targa celebrativa per confermare che i  valori della laicità civile, alla prova dell'esperienza storica,  sono il sistema più efficace per far evolvere le condizioni di vita dei diversi cittadini nel convivere. 

 

Laicità civile  è affidarsi alla libertà dei singoli cittadini che scelgono confliggendo democraticamente sui fatti. Ciò costituisce l'alternativa più profonda al far dipendere iniziative e modifiche alle regole istituzionali  da un'autorità sovrastante a vario titolo  la libertà del cittadino. Per governare e convivere occorrono istituzioni e politiche tolleranti, rispettose, non rigide, dedite a ridurre le sacche di illibertà. Perciò, per evolvere con rapidità ed efficacia restando alla realtà dei fatti, va evitata ogni commistione tra lo Stato che struttura la convivenza e religioni. Le istituzioni vanno improntate alla neutralità, anche rispetto alle ideologie, alle elites, ai tecnocrati, e conservate efficienti nel tempo. Per riuscirvi non basta sviluppare in ogni  individuo la mentalità improntata al dubbio come strumento per esercitare il proprio spirito critico. Occorre altresì impegnarsi per far sì che le strutture istituzionali consentano e favoriscano di continuo la pratica di quella mentalità, evitando di affidarsi all'autorità o alla misericordia al di fuori della sfera religiosa. 

Lo scopo della laicità civile non è il proselitismo (massificante in sé) né l'opporsi alla propensione religiosa bensì il potenziare la pratica della libertà dei rapporti interpersonali tra diversi accrescendo il peso della politica delle idee nel dibattito pubblico, oggi ridotto a scontri tra gruppi di potere. 





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Federazione dei Liberali - Livorno
www.liberalivorno.blogspot.com

lunedì 5 settembre 2016

L'apocalisse evocata dai disperati del Sì - di Raffaello Morelli

La disperazione per  la proposta di revisione costituzionale che avrebbe dovuto essere una cavalcata trionfale ed invece  trova ostacoli sempre più   insuperabili, ha indotto i fautori del Sì ad inventarsi uno scenario apocalittico innescato dalla vittoria del NO al referendum. L'Italia perderebbe la sua credibilità internazionale perché  incapace di fare le riforme  in campo istituzionale ed economico.  Certo, la disperazione  è cattiva consigliera, ma questa invenzione  tocca l'assurdo, andando perfino oltre il solito manipolare governativo via TV e stampa.  In un colpo solo  trascura l'essenziale ( che, al referendum d'autunno, è discutere nel merito del quesito) e imbastisce una favola priva di riscontri,  che  ridicolizza l'Italia.

E' una favole perché a livello internazionale chiedono  da molti anni all'Italia non coreografie e cortine fumogene bensì cambiamenti reali  di struttura che assicurino il rilancio dei servizi pubblici e dell'economia (cose che la proposta non affronta,   per affidarsi solo al governo ed escludere i cittadini). Questo se,  per livello internazionale, i disperati del Sì  intendessero le organizzazioni tipo UE, BCE, FMI. Se poi volessero riferirsi alle borse e alla finanza di speculazione computerizzata influente sugli organi di stampa, allora renderebbero esplicito l'intento di favorire manovre poco chiare drogando il funzionamento dei mercati a vantaggio delle grandi multinazionali finanziarie che prosperano sulle bolle speculative (cioè farebbero una pura e semplice operazione di potere). In ambo le ipotesi , peraltro, vogliono far credere agli italiani, che contano solo le intenzioni legislative dichiarate e sono irrilevanti gli effetti concreti  provocati dalle leggi approvate. Ciò è un grave errore  di principio e di pratica, dato che non migliorare le regole di continuo imbriglia in modo crescente lo sviluppo reale del paese. Appunto per questo occorre evitare l'approvazione della proposta di riforma costituzionale che ­– come prova l'esame del testo  – peggiorerebbe l'impianto istituzionale, non toccherebbe la struttura della spesa pubblica, accentrerebbe lo Stato umiliando la sovranità del cittadino. Il contrario del rilancio dei servizi pubblici e dell'economia. Restando per ora alla Costituzione vigente, si eviterebbe il peggio, si sconfiggerebbe la linea delle riforme a casaccio e si rafforzerebbe l'esigenza di riforme fondate sul confronto del merito dei problemi e non sullo spettacolo.

In sostanza, il ricorrere agli scenari apocalittici corrisponde all'idea che illudere pesi di più del costruire e che il clima dell'illusione si crei con gli effetti immaginifici a prescindere dal merito della proposta di revisione costituzionale. I disperati del Sì vorrebbero greggi da comandare e non cittadini sovrani da rappresentare.

Raffaello Morelli  -  Comitato NO al peggio

MI
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