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martedì 21 agosto 2012

MEGLIO NON MISCHIARE LAICI E RELIGIOSI

Dal Tirreno di martedì 21 agosto.


MEGLIO NON MISCHIARE LAICI E RELIGIOSI

La proposta del prof. Rossi che la Chiesa affidi ai laici la gestione
dei suoi beni, accrescerebbe la già eccessiva confusione tra
ordinamenti civili e religiosi, che dovrebbero restare sempre separati.

Lo spunto è la Curia palermitana che, riferendosi a voci su una lista
di preti alle elezioni, ha ribadito che i preti si occupano solo di
annunciare il vangelo e non di questioni politiche. Ciò non soddisfa
il prof. Rossi che, in un?ottica ?allora deve valere per tutti?,
afferma che tale posizione ?deve indurre a riconsiderare molti
atteggiamenti del nostro episcopato, che anche su questioni
strettamente politiche hanno fatto pensare ad un ruolo diverso da
quello di formazione delle coscienze?. E già questa tesi pretende di
insegnare ad una religione quali sia religiosamente il modo giusto di
formare le coscienze. Sono i ministri del culto a stabilirlo a loro
piacere e il criterio laico della libertà di religione e della
neutralità istituzionale non interviene a giudicare in alcun modo la
materia religiosa. Tentano di farlo i cattolici chiusi, cioè quelli
che usano i rapporti tra civile e religioso per i loro personali
vantaggi. E cercano sempre un contenzioso per fornire i propri
servigi, anche non richiesti.

Il prof. Rossi prosegue e, per ribadire la sua insoddisfazione per la
nota palermitana, fa un paragone improprio con le vicende del
Vaticanleaks. In questo caso, scrive, è evidente che la gestione di
beni e del denaro della Chiesa è affidata ad uomini di Chiesa; il che
si ripete a livello locale. E commenta, questo non è annuncio del
Vangelo e formazione dei fedeli. Allora avanza la proposta che ?alla
gestione delle proprietà della Chiesa provvedano laici saggi e
consapevoli?. Ma non crede che spetti alla Chiesa decidere come
amministrare in chiave religiosa le sue proprietà? E non pensa che
questi cosiddetti laici ? in pratica cattolici chiusi, attenti ai loro
interessi personali ? potenzierebbero sul versante della gerarchia
quella commistione di ruoli tra civile e religioso che già fa tanti
danni sul versante dello Stato italiano?

E? bene che i preti si occupino liberamente della Chiesa e delle
iniziative religiose e che i laici affrontino con rigore separatista
le vicende quotidiane della convivenza civile. Regole per la
convivenza e religione sono su piani differenti. Solo gli adoratori
del potere vogliono mischiarle per avere la vita più facile.

Raffaello Morelli