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mercoledì 27 aprile 2016

Almeno parole coraggiose









COMUNICATO


"Il Consigliere Ruggeri, seppur sollecitato da una sua vicenda personale, ha avuto il coraggio di denunciare nell'aula consiliare l'inopportuna ingerenza del Prefetto, che  ha ritenuto di dover sollecitare per scritto al Presidente del Consiglio Comunale l'esame delle condizioni di eleggibilità di quattro consiglieri messe in dubbio da una lettere anonima. In una democrazia libera, soggetta solo alle leggi e certo non ai privilegi di partito o agli ammicchi di funzionari pubblici nell'ombra, le denunce anonime si cestinano, perché la democrazia è trasparenza civile e non intrigante delazione. Nella fattispecie con la specifica aggravante che, effettuato l'esame forzato, sono emersi tre casi sanabili  facilmente (uno meno) tutti ascrivibili alla scarsa professionalità e oscurità procedurale dell'apparato, e comunque rientranti, qualora sussistenti, nelle competenze del Consiglio Comunale per legge titolare delle eventuali decadenze. 

Pare uno scherzo della cronaca che proprio colui che era candidato Sindaco del PD si sia trovato a dover difendere l'onore del Consiglio Comunale dall'ingerenza prefettizia e dal clima ammorbato di una lotta politica che anche le minoranze consiliari non riescono a far emergere dalla palude degli anatemi conformisti di un potere ossessionato dal non esserci più.

Raffaello Morelli, Liberali"


mercoledì 6 aprile 2016

Il caso di Piombino : indagini penali e sanitarie


Il clamore mediatico sulla vicenda dei 13 pazienti morti in 18 mesi all'Ospedale di Piombino per accertate cause non naturali, ha connotati quasi esclusivamente  gialli: il killer accusato è o no il vero killer? Sta invece pressoché nel dimenticatoio il vero tema forte e preoccupante, e cioè il significato della stessa vicenda riguardo a come è organizzato il nostro convivere.

Perché la tragedia all'Ospedale di Piombino non è stata un'azione improvvisa e  imprevedibile di persone dedite a colpire  quelli da loro disprezzati. Fin dalla morte della prima vittima, il laboratorio dell'Ospedale ha scritto che nel cadavere i parametri della coagulazione erano sballati. Quindi sussisteva una grave anomalia, confermata subito dal primario del reparto. Fino a qui un caso medico da chiarire. Però un quadro identico si è ripetuto settimane dopo (e per altri 18 mesi) senza che, a parte le indagini penali, venisse mai affrontato l'irrefutabile nodo di natura sanitaria. Vale a dire che all'Ospedale di Piombino – non a quelli di Campiglia, di Cecina, di Follonica, di Massa Marittima, di Livorno, di Grosseto – si verificavano in un certo reparto decessi di pazienti non terminali in cui i cadaveri presentavano le medesime caratteristiche sballate di coagulazione.  

 Sta qui il nodo preoccupante per il nostro convivere. Di fronte ad un evidente e circoscritto problema sanitario, ci si è affidati alle indagini penali per individuare i colpevoli senza preoccuparsi nel frattempo di intervenire in modo netto sulla struttura fisica ed organizzativa del luogo di cura  ove si concentravano i decessi. Perché l'abito mentale italiano confezionato sul mito della verità e non sulla pratica di stare ai fatti, ha portato per privilegi professionali, sindacali, burocratici, in attesa delle indagini della magistratura, ad escludere ogni responsabilità degli addetti (insospettabili a prescindere) e quindi a non far nulla nel reparto.  Con questo criterio, che confonde la ricerca della verità e della responsabilità penale (magari ottenendo risultati dopo anni) con i ritmi effettivi della vita reale e i suoi potenziali pericoli (talvolta incombenti, come nel caso), si è permesso che  da una vittima si  giungesse a 13 (quelle note).

Le povere vittime di Piombino fanno suonare un campanello di allarme sul nostro convivere. Nella convivenza il rispetto delle regole è essenziale, a patto di coglierne davvero la natura.  Le regole riguardano il modo di confrontarsi tra cittadini a proposito degli effettivi problemi del vivere e non devono trasformarsi in una sovrastruttura rigida per  dare il ritmo alle cose del mondo anche a costo di staccarsi dalla realtà dei fatti e di far chiudere gli occhi su insorgenze endemiche della sanità.




martedì 5 aprile 2016

Solidali con il Sindaco Nogarin

Appreso dell'atto vandalico ‎ contro l'auto del Sindaco non possiamo,come accadde anche nei confronti del suo predecessore minacciato da anonimi,non essere solidali con Filippo Nogarin e famiglia.
Ci auguriamo che vengano esclusi , esperite le indagini, moventi di astio politico che non sarebbero comunque accettabili,anche nel quadro di dure e legittime contrapposizioni politiche.
Liberali Livorno