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giovedì 25 febbraio 2010

Asilo pubblico per soli alunni di "fede cristiana"

Giunge notizia che a Goito (Mantova), è stato approvato un regolamento comunale che limita l'accesso all'asilo ai soli figli di famiglie di "fede cristiana".
Ove confermato questo vergognoso atto e' lecito attendersi un rapido provvedimento di buonsenso e giustizia che eviti alla comunita' cittadina di Goito l'ignominia che non merita.
Opportuna quindi la protesta elevata dal Presidente dell'UCEI Gattegna,ma degenerazioni del genere trovano terreno fertile,duole rilevarlo, nel continuo scempio che si compie ai danni dello stato laico,garante della liberta' di tutti , credenti o meno, in particolare quando si parla di scuola pubblica.
Gadi Polacco
Consigliere Unione Comunita' Ebraiche Italiane

giovedì 18 febbraio 2010

VOTATE IL SONDAGGIO SULL'IPOTESI OSPEDALE A MONTENERO, SU WWW.GRANDUCATO.COM

Oggetto: sondaggio sull'Ospedale a Montenero


buongiorno,
in rif.to alla Vs. interessante e-mail
http://www.liberalivorno.blogspot.com/

Vi informiamo che sul nostro
sito web: GRANDUCATO.COM
abbiamo pubblicato un sondaggio
con il quale si invitano i livornesi
ad esprimere la loro opinione in merito.

mercoledì 17 febbraio 2010

NUOVO OSPEDALE DI MONTENERO E ROPOSTA ROSSI : PER I LIBERALI SI RISCHIA DI PRIVARE I CITTADINI DI UN LORO DIRITTO,MENTRE DOVREBBE ESSERE INVECE IL COMUNE A DOVER DIMOSTRARE CORAGGIO POLITICO!

In prima pagina del quotidiano più diffuso a Livorno, il prof. Rossi lancia una proposta per suggerire al Comune una via d'uscita dalla strettoia in cui si è cacciato sull'ubicazione del nuovo Ospedale a Montenero. Una proposta che sarà anche formulata con le migliori intenzioni ma che espropria  i cittadini del decidere  e lascia l'ultima decisione al Comune.

Il prof. Rossi propone di applicare la Legge Regionale 69/2007  che definisce un diritto l'effettiva partecipazione alla elaborazione delle politiche locali. Al contrario, il dibattito di questi mesi ha chiarito che la scelta di Montenero è stata compiuta senza alcuno studio preliminare comparativo tra diverse ubicazioni, senza il rispetto delle regole urbanistiche e delle sentenze della Corte Costituzionale,  senza un complessivo piano sanitario, senza una preventiva  discussione pubblica. Non soltanto a proposito di  Montenero ma anche dell'utilizzo  del vecchio ospedale e della ipotesi  della alienazione dell'esistente patrimonio della ASL 6. 

Stando così le cose, è giusto trovare rapidamente una via di uscita dalla strettoia. Si tratta di evitare che per 7/8 mesi Livorno si divida tra chi vuole ( con fondamento giuridico e democratico) abrogare e chi non vuole. Da novembre, si dovrà ricominciare tutto da capo se vinceranno i SI e sennò costringere Livorno ad assumersi impegni di 300 milioni senza disporre di studi preliminari. Esiti rigidi che non agevolano una discussione reale del problema. Una via di uscita  è auspicabile ma non può essere una procedura da prestigiatore. Del tipo, promuovere il ricupero delle consultazioni pubbliche e di quel dibattito che il Comune ha scientemente evitato ma attribuendo solo una veste consultiva ( oltre tutto mediata da un'Autorità finora inesistente). Alla fine il Comune farà quello che vuole sulla delibera già assunta per l'ubicazione a  Montenero. Tanto che la proposta del prof. Rossi, in cambio di queste apparenti concessioni di dibattito, richiede che il Comitato promotore del referendum abrogativo rinunci al referendum. E così i cittadini perderebbero il loro diritto ad avere la parola decisiva sull'ubicazione. 

Noi Liberali , per ricuperare lo spirito della LR 69/21007 e le esigenze del realismo amministrativo, facciamo una  proposta diversa e coerente. Sia lo stesso Sindaco a dar prova di saggezza e a riconoscere di avere avuto fretta. Dovrebbe bloccare  la delibera, far tutti gli studi comparativi, promuovere tutti i dibattiti tra i cittadini e solo allora arrivare a decidere l'ubicazione del nuovo ospedale. Questa decisione richiederebbe coraggio politico, ma, specie all'inizio della legislatura, costituirebbe un atto di serietà amministrativa, rispettoso della legalità, fruttuoso e apprezzato dai cittadini.

Raffaello Morelli
FEDERAZIONE DEI LIBERALI

mercoledì 10 febbraio 2010

IL TESTAMENTO BIOLOGICO , APPROVATO A LIVORNO, POTREBBE NON ENTRARE MAI IN VIGORE....

Il Consiglio Comunale , con la delibera 110 del 20 ottobre 2009, ha impegnato la Giunta Comunale ( con voto unanime dei 27 presenti e la non partecipazione al voto di altri 8 consiglieri) a predisporre un modulo che raccolga le dichiarazioni anticipate di volontà dei trattamenti di natura medica nel quale il cittadino interessato possa esprimere la propria volontà di essere o meno sottoposto  all'accanimento terapeutico. Sono passati quasi quattro mesi e di questo modulo in Comune non si ha notizia.

La situazione preoccupa non poco per due ragioni, una di principio e una di fatto. La ragione di principio è che la mancata applicazione di una delibera che prevede un adempimento semplice ed ovvio alla luce del dibattito in Consiglio, oltretutto trattandosi di atto condiviso dal Sindaco, è cosa non accettabile in un ordinamento centrato sulla rappresentanza. Sarebbe ancor peggio se ciò fosse dovuto non a trascuratezza, bensì alla volontà di compiacere chi – legittimamente dal suo punto di vista – si è sempre dichiarato contrario al registro anagrafico per il testamento biologico. Così si avviluppano i meccanismi democratici nei veli misteriosi del palazzo e si è disponibili a far influenzare le regole istituzionali da qualche fede religiosa.

La ragione di fatto è che il ritardo nell'applicare la delibera 110 del 20 ottobre 2009 fa correre alla città di Livorno il rischio di non poter avere il Registro delle ultime volontà. Infatti in questi giorni è ripreso alla Camera l'esame del testo in materia licenziato lo scorso marzo al Senato. Questo testo  al momento nulla prevede per i Registri municipali già esistenti, per cui se il Registro verrà fatto a Livorno prima del definitivo varo della legge nazionale potrà continuare a espletare i suoi effetti per i cittadini livornesi. Dopo è assai improbabile.

Viene peraltro il sospetto che il ritardo nell'applicare la delibera 110 del 20 ottobre corrisponda ad un disegno più maligno. Quello di confidare che la Camera, modificando il testo, riassorba i Registri municipali nel Registro nazionale (che ad oggi prevede un testamento biologico farsa, poiché i medici possono non tenerne conto). In tal modo, qualcuno potrebbe pensare di prendere in un sol colpo tre piccioni .  Dare la colpa al centro destra per avere impedito con la nuova  Legge i Registri Municipali e dunque quello di Livorno.  Sgombrare il campo da un punto controverso  nei rapporti tra mondo della sinistra e mondo cattolico, anche al prezzo di una minor attenzione ai diritti del cittadino. Non indispettire a Livorno coloro che sono contrari al nuovo Registro. 

La nostra cultura liberale ci porta viceversa a privilegiare le occasioni per irrobustire i diritti dei cittadini. E dunque sollecitiamo la Giunta Comunale ad adempiere subito alla delibera 110 del 20 ottobre predisponendo un modulo che consenta senza ambiguità di raccogliere le volontà anticipate dei cittadini sull'accanimento terapeutico. Che è tale in ogni forma, incluse quelle alimentazione e idratazione forzate che sono, a detta degli ordini dei medici e della scienza, delle vere e proprie forme invasive di intervento medico.

FEDERAZIONE DEI LIBERALI


Livorno, 10 febbraio 2010

www.liberalivorno.blogspot.com