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mercoledì 26 ottobre 2016

Referendum : le quattro ragioni del NO

Si riporta l'articolo di Raffaello Morelli pubblicato domenica 23 ottobre  da IL TIRRENO.


Desidero accogliere l'auspicio del primo fondo del Direttore: il Tirreno vuol fornire strumenti di analisi e di comprensione sul referendum.  Perciò ricordo che da oltre quattro mesi il nostro Comitato (sito www.perlelibertanoalpeggio.it ) ha lanciato  il manifesto "Per le libertà dei cittadini NO AL PEGGIO" e che è giorno per giorno confermato dai  comportamenti dai sostenitori del Sì. Innanzitutto, il NO alla proposta di riforma costituzionale è un giudizio nel merito di una riforma pericolosamente negativa. Non c'entrano niente renzismo ed antirenzismo. La Costituzione deve essere adeguata per dare più poteri ai cittadini e non stravolta con piglio autoritario per diminuirli.

Abbiamo indicato quattro ragioni generali di merito. Primo, la proposta di riforma cancella il bilanciamento dei poteri, accentrando  tutto nel Governo e nella figura del suo Capo, con un sistema autoritario senza contrappesi. Secondo, la proposta di riforma non supera affatto il bicameralismo, ma lo manipola in modo confuso, contorto e contradittorio, sottraendo sovranità al cittadino, affidando le nomine dei senatori alle Regioni, pur esse fonte di malgoverno e corruzione, senza permettere di dare indirizzi ai nominati, dunque il Senato neppure rappresenterà le Regioni. Terzo, la proposta di riforma è stata approvata da un Parlamento eletto con una legge dichiarata incostituzionale e riproduce, aggravandole, quelle stesse ragioni di incostituzionalità, cioè parlamentari scelti dai padroni dei partiti anziché dai cittadini. Quarto, la proposta di riforma peggiora la Costituzione vigente, perché diminuisce la capacità di rispondere ai bisogni di libertà del cittadino e complica le istituzioni.  Tali quattro ragioni generali di merito derivano da un confronto comma per comma tra la Costituzione vigente e la proposta di riforma, accompagnato da specifiche valutazioni, che è reperibile sul sito con un pdf da scaricare. Ogni cittadino può leggerlo da sé.

Insomma, riformare la Costituzione non significa cambiarla tanto per cambiarla, come vorrebbero i sostenitori del Sì. I quali enunciano solo le intenzioni mirabolanti  sulle cose che dicono di voler fare, non entrano mai nel merito della loro proposta di riforma e, disperati,  favoleggiano che la vittoria del No farebbe perdere all'Italia credibilità internazionale. A parte che, nelle ultime settimane, anche i quotidiani internazionali, in testa il Financial Times, danno giudizi negativi sulla proposta Renzi Boschi, la questione essenziale è che la credibilità deriva dalla capacità effettiva e non parolaia di affrontare i problemi reali. Cosa impossibile concependo la Costituzione come un'insalata di  formule magiche per drogare i cittadini con le speranze. La Costituzione deve essere un insieme coerente di regole per costruire il quadro del relazionarsi  tra cittadini sovrani. Le intenzioni,  praticando le formule magiche, eludono il come costruire davvero tali regole e, intanto, peggiorano nel profondo quelle   esistenti, rendendo così più difficile relazionarsi.

E' ridicolo preoccuparsi dei destini di Renzi, quando sono in ballo  quelli dei cittadini.