mercoledì 22 maggio 2024
Elezioni Comunali 2024 : elogio del voto disgiunto, biasimo del "voto utile"
domenica 23 aprile 2023
CELEBRANDO IL 25 APRILE : UN'ANALISI LIBERALE
I liberali livornesi celebrano con deferenza il 25 aprile, il 78° anniversario dall’insurrezione nei territori ancora occupati dai nazisti e dai repubblichini Salò, lanciata dal Comitato di Liberazione Alta Italia in nome degli italiani e dei Volontari della Libertà. Questa data , fin dall’anno successivo resa festa nazionale, è l’emblema della partecipazione civile che determina il proprio libero avvenire. Si avviò così quel percorso democratico di differenti forze politiche , che nel giro di un triennio portò alla Repubblica, al voto per la Costituente e poi alla Costituzione. L’Italia si organizzò come società aperta tra cittadini diversi, portatori di iniziative autonome, con uguali diritti elettorali femminili e maschili, per dirimere gli scontri e scegliere gli indirizzi istituzionali. Questa fu l’etica della Costituzione, dedita allo sviluppo della persona umana, che si esprime attraverso la libertà dei cittadini. Dunque un’etica democratica, che vieta la ricostituzione del disciolto partito fascista e , per il primo quinquennio, l’elettorato attivo e passivo di quelli che erano stati i suoi capi, e perciò contro ogni progetto totalitario, autoritario, autarchico, di privilegio religioso. La Costituzione si è realizzata da allora, ha utilizzate le procedure previste (seppure non ancora tutte) con buon successo, agevolando la crescita politica ed economica del paese e, con il voto del settembre 2022, completando il suo percorso democratico del prevalere, di volta in volta nei decenni, dell’intero arco politico. Peraltro i liberali , che non hanno mai condiviso la cultura degli eredi di Salò maggioritaria nell’attuale legislatura, restano coerenti con la propria cultura, imperniata sulla libertà, sugli uguali diritti, sulla diversità individuale, sull’UE dei cittadini e sullo stare ai fatti. Perciò, nel celebrare l’anniversario del 25 aprile guardando al futuro, ritengono errato e perfino controproducente fare un’opposizione polemica sulle forzature più che sui contenuti di governo, al limite dell’autolesionismo. Proprio il 25 aprile deve stimolare il dibattere i contenuti dei rispettivi programmi, nonostante che i mezzi di comunicazione privilegino le risse mediatiche.
Liberali Livorno
giovedì 22 settembre 2022
VOTARE....RECLAMANDO . UNA PROPOSTA LIBERALE AGLI ELETTORI PER IL 25 SETTEMBRE 2022
Circolo Culturale "Luigi Einaudi" - Livorno
Domenica 25 si vota con il "Rosatellum", una legge elettorale in parte incostituzionale. Soprattutto per due motivi:
1) le liste sono bloccate e il cittadino non può scegliere i candidati preferiti;
2) impedisce il voto disgiunto,per cui :
a) chi nella parte plurinominale vota una lista di partito, insieme vota anche il candidato uninominale collegato che potrebbe non essere gradito o, se vota una coalizione, potrebbe includere un partito che non intende rafforzare;
b) chi vota solo un candidato uninominale, automaticamente vota anche tutte le liste a lui collegate;
Come previsto dalle norme vigenti, ogni elettore ha facoltà, al momento del voto, di presentare al Presidente del Seggio un modulo di reclamo. Il Presidente deve accoglierlo e inserirlo agli atti. L'articolo 74 del TU per
l'elezione della Camera, idem al Senato, afferma che «nel verbale deve farsi menzione di tutti i reclami presentati, delle proteste fatte, dei voti contestati».
Reclami che arriveranno alle giunte parlamentari per le elezioni, ai sensi art.87 che prevede una «pronuncia definitiva sulle contestazioni, le proteste e, in generale, su tutti i reclami presentati agli Uffici delle singole sezioni elettorali».
Tanto la giunta della Camera che del Senato possono trasmettere il tutto alla Corte costituzionale sollevando la relativa questione di legittimità.
Per attivare una simile procedura di effettiva partecipazione , il Circolo Einaudi fornisce al cittadino il seguente testo redatto negli ambienti liberali:
"Il sottoscritto............., nato a...... il ...... e residente in ......., nella qualità di cittadino elettore nella Sezione n. ..... del Comune di......... in occasione delle elezioni politiche del 25 settembre 2022,chiede che, ai sensi degli art.li 66 e 104, comma 4, del DPR 361-1957 per l'elezione della Camera, per come richiamati dall'art. 27 D. Lgs.533-1993 per l'elezione del Senato, venga messa a verbale la sua protesta per il fatto che le modalità di votazione prescritte dall'attuale normativa elettorale non consentono di esprimere il voto diretto e libero, previsto dagli art. li 48 comma 2, 56 comma 1 e 58 comma 1, della Costituzione, e come per altro prevedono gli art.li 1, comma 1,del DPR 361-1957, e 2 del D. Lgs. 533-1993.
Il sottoscritto dichiara comunque che eserciterà egualmente il suo diritto di voto, in quanto dovere civico ai sensi dell'art. 48, comma 2,Cost.
Firma .......... "
venerdì 5 agosto 2022
Politiche 2022 : ancora una volta tanti liberali. Sulla carta....
lunedì 4 ottobre 2021
IL CIRCOLO EINAUDI RICORDA MARIO MICCOLI : L'UOMO, IL PROFESSIONISTA,IL LIBERALE
lunedì 11 gennaio 2021
ENI. STAGNO E PROGETTI NUOVI IMPIANTI
martedì 1 dicembre 2020
A CINQUANT'ANNI DALLA LEGGE SUL DIVORZIO
Articolo di Raffaello Morelli, pubblicato da Il Tirreno, 30.11.2020
Il cinquantenario della legge 898 del 1° dicembre 1970, scioglimento del matrimonio, non può essere un rito della memoria e basta. Fu un cambiamento epocale dei rapporti tra i sessi che è vivo ancora oggi.
Perché e come ci si arrivò? Il perché fu il voler introdurre i caratteri di civiltà del nuovo istituto. I nemici furono l'arretratezza di fasce della società e le fantasiose paure che il divorzio avrebbe disgregato la famiglia. Si trattò di convincere i cittadini che non si può stabilire a tavolino come va la vita. Un matrimonio fallito non si aggiusta stabilendo per legge che non si può correggere l'errore. Non sciogliere un rapporto malato crea una società con chiaroscuri medioevali, dove vige il conformismo deteriore delle apparenze. La civiltà laica sono i rapporti trasparenti tra individui diversi.
Si arrivò alla 898/1970 costruendo un "divorzio serio", con garanzie per evitarne ogni abuso e per porre rimedio dopo le decisioni coniugali. Fu un farmaco salutare per impedire il protrarsi dell'ipocrisia del ricorrere ai meschini sotterfugi. Del resto, anche per i figli, il penoso spettacolo degli inganni reciproci non era un ambiente adatto ad una formazione equilibrata. Un "divorzio serio" era sicuramente preferibile all' ipocrisia del "divorzio all' italiana" fatto di violenza e doppiezza. E non avrebbe creato, come non creò, divisioni di natura religiosa.
Il percorso della legge fu accidentato. Oltre le iniziative Fortuna e Baslini, per oltre un anno solo il PLI scelse la linea divorzista. Il PSI non appoggiava Fortuna (lo farà solo dall'autunno '68), il PCI esibiva una fredda ostilità, la DC e il MSI erano contrari (e con una compattezza superiore a quella ecclesiale). Poi con un'azione capillare seguita dalla stampa – con l'aiuto dei settimanali ABC ed Espresso – e con la spinta di gruppi della società, come la Lega Italiana per il Divorzio e una selva di associazioni locali di cittadini socialisti, liberali e radicali, il progetto di legge unificato Fortuna Baslini conquistò la maggioranza in Parlamento.
In tutto il percorso, fu seguita la linea delle idee riferite alla vita di tutti i giorni e dei principi politici da adottare per realizzarle. Ebbe successo prima in parlamento e poi tre anni e mezzo dopo al referendum, contro le previsioni non solo della Chiesa e della DC ma del PCI. Le prime due erano convinte e il terzo temeva, che il parlamento non rappresentasse davvero la volontà dei cittadini. Invece la maggioranza nelle urne fu perfino più ampia di quella Parlamentare.
In seguito, gli aggiustamenti alla legge ne hanno irrobustito l'impianto e oggi pure gli avversari di allora riconoscono l'importanza di averla introdotta. L'insegnamento da trarne è che la forza della linea civile laica è lo stare sempre focalizzata sulla realtà del vivere individuale e sul fare leggi capaci di formare rapporti aperti di libertà. Mai la linea civile laica può voler stabilire per i cittadini un dover essere ideologico. E' il punto essenziale.
Purtroppo è un punto trascurato, in specie dai mezzi di comunicazione, stampa, tv e social. Si omettono i fatti reali, in nome della frenesia di notizie bomba, del ridurre la vita a spettacolo. Iniziò nel decennio dopo il 1° dicembre 1970, quando i mezzi di comunicazione instillarono la convinzione falsa che divorzio e aborto fossero opera dei radicali (i quali all'epoca del divorzio non erano in parlamento e quanto all'aborto non furono mai favorevoli alla legge 194/78, contro la quale votarono no in parlamento e sì per abrogarla al referendum del '81). E' da qui che è iniziata a diffondersi l'idea che non conta il parlamento ma quello che si presume vogliano piazze e mass media.