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mercoledì 22 maggio 2024

Elezioni Comunali 2024 : elogio del voto disgiunto, biasimo del "voto utile"

In un sistema elettorale sin troppo blindato resiste, speriamo per sempre, una modalità di voto che partiti e liste più o meno civiche non amano evidenziare : il voto disgiunto.
Ovvero, per i comuni oltre i 15000 residenti, si può votare un candidato Sindaco e poi, appunto in maniera disgiunta; una lista concorrente , dando fino a due preferenze a candidati di quest'ultima lista (se due devono essere a un uomo e a una donna).
Detto anche "panachage", questo sistema di voto è ovvio che in genere non piaccia,  potendo potenzialmente rompere le uova nel paniere a candidati e liste.
Ma è una modalità che rafforza valore e libertà  del cittadino elettore, consentendogli di poter dare fiducia a un candidato Sindaco e, contemporaneamente, a candidati consiglieri inseriti in un'altra lista : un'opportunità, peraltro, particolarmente utile in un contesto di liste spesso non proprio omogenee, per non dire assai poco coerenti, alleatesi intorno a un candidato Sindaco per motivi elettorali.
Elogio quindi al voto disgiunto e biasimo per un leit motiv tipico delle competizioni elettorali, ovvero lo spauracchio, agitato dai maggiori concorrenti, di non dare un "voto utile", intendendo che votare una lista potenzialmente minoritaria sia, appunto, dare un voto "inutile" poichè,magari,non porterà ad avere eletti.
Un tarocco,come si usa dire , in quanto ogni voto dato a qualcuno è sottratto a un altro e quindi, quanto meno, lo indebolisce esercitando pertanto un peso sull'esito elettorale, ove non bastasse il diritto a votare liberamente e senza condizionamenti ciò che maggiormente l'elettore gradisca, in coerenza con il proprio pensiero.
Inutile è invece non votare, illudendosi che la protesta insita nell'atto (quando non sia mero disinteresse) venga recepita ed elaborata dal "Palazzo" : astenendosi dal voto si lascia semplicemente campo libero agli altri, senza dare il proprio contributo all'esito elettorale che, comunque, condizionerà la vita di tutti.
Un invito quindi, ciascuno secondo le proprie inclinazioni, a votare consapevolmente e, magari, disgiuntamente......

Esempio di voto disgiunto con preferenze (tratto dal sito del Comune di Vicenza):


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Federazione dei Liberali - Livorno
www.liberalivorno.blogspot.com

domenica 23 aprile 2023

CELEBRANDO IL 25 APRILE : UN'ANALISI LIBERALE

 I liberali livornesi celebrano con deferenza il 25 aprile, il 78° anniversario dall’insurrezione nei territori ancora occupati dai nazisti e dai repubblichini Salò, lanciata dal Comitato di Liberazione Alta Italia in nome degli italiani e dei Volontari della Libertà. Questa data  , fin dall’anno successivo resa festa nazionale, è l’emblema della partecipazione civile che determina il proprio libero avvenire. Si avviò  così quel percorso democratico di differenti forze politiche ,  che nel giro di un triennio portò alla Repubblica, al voto per la Costituente e poi alla Costituzione. L’Italia si organizzò come società aperta tra cittadini diversi, portatori di iniziative autonome, con uguali diritti elettorali femminili e maschili, per dirimere gli scontri e scegliere gli indirizzi istituzionali. Questa fu l’etica della Costituzione, dedita allo sviluppo della persona umana, che si esprime attraverso la libertà dei cittadini. Dunque un’etica democratica, che vieta la ricostituzione del disciolto partito fascista e , per il primo quinquennio, l’elettorato attivo e passivo di quelli che erano stati i suoi capi, e perciò contro ogni progetto totalitario, autoritario, autarchico, di privilegio religioso. La Costituzione si è realizzata da allora, ha utilizzate le procedure previste (seppure non ancora tutte) con buon successo, agevolando la crescita politica ed economica del paese e, con il voto del settembre 2022, completando il suo percorso democratico del prevalere, di volta in volta nei decenni, dell’intero arco politico.  Peraltro i liberali , che non hanno mai condiviso la cultura degli eredi di Salò  maggioritaria nell’attuale legislatura, restano coerenti con la propria cultura, imperniata sulla libertà, sugli uguali diritti, sulla diversità individuale, sull’UE dei cittadini e sullo stare ai fatti. Perciò, nel celebrare l’anniversario del 25 aprile guardando al futuro, ritengono errato e perfino controproducente fare un’opposizione  polemica sulle forzature più che sui contenuti di governo, al limite dell’autolesionismo. Proprio il 25 aprile deve stimolare il dibattere i contenuti dei rispettivi programmi, nonostante che i mezzi di comunicazione privilegino le risse mediatiche.

Liberali Livorno

giovedì 22 settembre 2022

VOTARE....RECLAMANDO . UNA PROPOSTA LIBERALE AGLI ELETTORI PER IL 25 SETTEMBRE 2022

Circolo Culturale "Luigi Einaudi" - Livorno

Domenica 25 si vota con il "Rosatellum", una legge elettorale in parte incostituzionale. Soprattutto per due motivi:

 1) le liste sono bloccate e il cittadino non può scegliere i candidati preferiti;

2) impedisce il voto disgiunto,per cui :

a) chi nella parte plurinominale vota una lista di partito, insieme vota anche il candidato uninominale collegato che potrebbe non essere gradito o, se vota una coalizione, potrebbe includere un partito che non intende rafforzare;

b) chi vota solo un candidato uninominale, automaticamente vota anche tutte le liste a lui collegate;

Come previsto dalle norme vigenti, ogni elettore ha facoltà, al momento del voto, di presentare al Presidente del Seggio un modulo di reclamo. Il Presidente deve accoglierlo e inserirlo agli atti. L'articolo 74 del TU per
l'elezione della Camera, idem al Senato, afferma che «nel verbale deve farsi menzione di tutti i reclami presentati, delle proteste fatte, dei voti contestati».
Reclami che arriveranno alle giunte parlamentari per le elezioni, ai sensi art.87 che prevede una «pronuncia definitiva sulle contestazioni, le proteste e, in generale, su tutti i reclami presentati agli Uffici delle singole sezioni elettorali».
Tanto la giunta della Camera che del Senato possono trasmettere il tutto alla Corte costituzionale sollevando la relativa questione di legittimità.
Per attivare una simile procedura di effettiva partecipazione , il Circolo Einaudi fornisce al cittadino il seguente testo redatto negli ambienti liberali:

"Il sottoscritto............., nato a...... il ...... e residente in ......., nella qualità di cittadino elettore nella Sezione n. ..... del Comune di......... in occasione delle elezioni politiche del 25 settembre 2022,chiede che, ai sensi degli art.li 66 e 104, comma 4, del DPR 361-1957 per l'elezione della Camera, per come richiamati dall'art. 27 D. Lgs.533-1993 per l'elezione del Senato, venga messa a verbale la sua protesta per il fatto che le modalità di votazione prescritte dall'attuale normativa elettorale non consentono di esprimere il voto diretto e libero, previsto dagli art. li 48 comma 2, 56 comma 1 e 58 comma 1, della Costituzione, e come per altro prevedono gli art.li 1, comma 1,del DPR 361-1957, e 2 del D. Lgs. 533-1993.
Il sottoscritto dichiara comunque che eserciterà egualmente il suo diritto di voto, in quanto dovere civico ai sensi dell'art. 48, comma 2,Cost.

Firma .......... "

venerdì 5 agosto 2022

Politiche 2022 : ancora una volta tanti liberali. Sulla carta....

Egregio Direttore.
La colpa, è bene dirselo, è di noi liberali senza prefissi o suffissi, secondo un tradizionale adagio,sempre più simili agli italiani "calpesti e derisi,perchè non siam popolo,perchè siam divisi..." dell'Inno di Mameli.
Dallo scioglimento dello storico Partito Liberale,infatti, tra richiami tarocchi ed illusioni a ripetizione, il polo liberale non ha trovato il proprio Risorgimento.
Così anche per l'anno 2022, pur non mancando gli annunci pure in questa occasione,per poi approdare al solito risultato, ovvero che più o meno son tutti liberali ma,in realtà,non lo sono.
Ma votar pur si dovrà perchè , siamo pragmatici appunto da liberali,non farlo aiuta solo i soliti giochetti, all'insegna del "meno siamo e meglio stiamo".
Complice una legge elettorale che tutti volevano cambiare per poi,evidentemente, non farlo secondo tradizione gattopardesca, saranno da digerire ancora accrocchi e matrimoni di convenienza,spesso "innaturali".
Non c'è da sperare molto per il futuro.
Alla ricerca,quindi, del voto "meno peggio",magari ricorrendo al "turandosi il naso" di montanelliana memoria, un minimo requisito è quello di riferirsi alla grande famiglia liberale europea, l'ALDE.
La quasi toalità di coloro che in questi decenni si sono dichiarati liberali,infatti,non ha mai dato neanche questa minima e ovvia prova,iscrivendosi altrove (salvo qualche passaggio di convenienza) , in rispettabili famiglie,si,ma non liberali.
Attualmente a riferirsi alla casa dei liberali europea sono "Più Europa", Partito Radicale e Team K (movimento attivo in area Bolzano), unitamente ad un'area di associati individuali che,evidentemente e come il sottoscritto,non hanno un riferimento politico locale preciso.
Le "unioni di fatto" politiche ancora oggi in formazione, non aiutano certo a risolvere i dubbi legati alla scelta da fare nella cabina elettorale.
Diteci qualcosa di veramente liberale......
Grazie,
Gadi Polacco
Livorno, 05.08.22


lunedì 4 ottobre 2021

IL CIRCOLO EINAUDI RICORDA MARIO MICCOLI : L'UOMO, IL PROFESSIONISTA,IL LIBERALE



Il Circolo Einaudi ricorda commosso l'amico Mario Miccoli, liberale da sempre , poi notaio in Livorno da metà degli anni '70, impegnato per diffondere le idee liberali, nella Gioventù Liberale prima del percorso professionale e in seguito nel Partito  dopo il rientro a Livorno poco più che trentenne. Con sua madre sorella del Campione Olimpico di scherma, calcò anche lui da giovanissimo le pedane del  Circolo Fides, alle quali restò molto legato fino a divenirne il Presidente vari decenni dopo. Fu sempre convinto che il fulcro della vita – e quindi di tutto ciò che la circonda, a cominciare della politica che attiene le relazioni interpersonali – si impernia sull'attività del libero cittadino individuo.  Così, oltre che come liberale, anche come notaio non ha mai trascurato il seguire con attenzione  le implicazioni del tempo che passa nella vita quotidiana dei cittadini autonomi. Così, da notaio, si applicò subito e in modo crescente, a studiare le problematiche dell'informatizzazione nella professione notarile, a cominciare dalle questioni concernenti la firma digitale.  Ne divenne uno specialista che trattò il tema da antesignano, prima nel notariato italiano – dove ricoprì incarichi nazionali di vertice – e poi in quello europeo che presiedette. Nell'ultimo decennio è stato ed era tuttora il Presidente del Banco di Lucca e del Tirreno, facente parte del Gruppo Cassa di Ravenna, l'Istituto diretto da Antonio Patuelli attuale Presidente dell'Associazione Bancaria Italiana. Nell'ultimo quindicennio, Mario Miccoli ha sempre più sviluppato la sua antica passione di cultore e lettore delle  grandi opere storiche , soprattutto relative ai secoli scorsi e alle vicende toscane. In questa materia, ha finito per scrivere direttamente diversi saggi che sono stati anche pubblicati sulla stampa di informazione. Il Circolo Einaudi tributa un addolorato saluto ad un amico e ad un liberale. 

lunedì 11 gennaio 2021

ENI. STAGNO E PROGETTI NUOVI IMPIANTI

COMUNICATO  STAMPA

I Liberali chiedono all'Amministrazione Livornese di non cadere nella trappola dell'ENI, che strepita perché, con le risorse UE destinate all'Italia, vengano finanziati due nuovi impianti nell'area dell'attuale Raffineria a Stagno.  La trappola non è nel sollecitare i finanziamenti UE, è nel tipo di impianti che l'ENI vuol  finanziare.

Uno degli impianti è un gassificatore e il  Sindaco di Livorno (insieme al collega di Collesalvetti) ha già dichiarato di essere contrario. Ma l'altro impianto è definito dall'ENI un impianto per produrre biodiesel da oli esausti e il Sindaco (insieme al collega) lo ha accettato. La trappola scatta qui. Perché, in modo analogo al gassificatore, anche l'impianto a biodiesel  funziona mediante un processo di combustione e così inquina  la zona livornese (a meno che l'ENI ingabbi tutti gli scarti per trasferirli altrove, ma non è previsto). Il prefisso bio  e il richiamare la salvaguardia dell'occupazione sono una cortina  fumogena per nascondere la realtà. Con il nuovo impianto diesel fintamente "bio", a Stagno verrebbe attivato uno stabilimento sistema ILVA di Taranto, con cui i posti di lavoro sono legati ad una fabbrica che non può non inquinare la città. 

Per non cadere nella trappola ENI, il Sindaco deve esigere che l'ENI smetta gli inciuci di corridoio e cambi tipo di impianto, adottando il sistema di Trattamento Meccanico e Biologico,  un genere di tecnologia che  l'ENI già deve adoperare in Svezia e in Austria. Una tecnologia che non usa la combustione,   che produce un inquinamento decisamente ridotto,  che tratta l'organico e che rientra nei parametri UE su cui la Presidente Von der Layen giustamente insiste molto. E dunque che è certamente finanziabile. Né sussiste una problematica di tempi per l'autorizzazione, dal momento che l'area della Raffineria è già un Sito di Interesse Nazionale  in cui  le autorizzazioni sono molto accelerate.

I Liberali auspicano che il Sindaco di Livorno ottenga dall'ENI chiare e decise assicurazioni o per l'adozione del sistema di Trattamento Meccanico e Biologico o  almeno per qualche  mutamento di indirizzo che sventi i pericoli fin qui segnalati. Se il Sindaco agirà su questa linea,  avrà garantito i cittadini quanto ad occupazione e quanto a salute.

Liberali Livorno

martedì 1 dicembre 2020

A CINQUANT'ANNI DALLA LEGGE SUL DIVORZIO

Articolo di Raffaello Morelli, pubblicato da Il Tirreno, 30.11.2020

Il cinquantenario della legge  898 del 1° dicembre 1970, scioglimento del matrimonio, non può essere un rito della memoria e basta. Fu un cambiamento epocale dei rapporti tra i sessi che è vivo ancora oggi. 

Perché e come ci si arrivò? Il perché fu il voler introdurre i caratteri di civiltà del nuovo istituto. I nemici furono  l'arretratezza di fasce della società e le fantasiose paure che il divorzio  avrebbe disgregato la famiglia.  Si trattò di convincere i cittadini che non si può stabilire a tavolino come va la vita. Un matrimonio fallito non si aggiusta stabilendo per legge che non si può correggere l'errore. Non sciogliere un rapporto malato crea una società con chiaroscuri medioevali, dove vige il conformismo deteriore delle apparenze. La civiltà laica sono i rapporti trasparenti tra individui diversi.

Si arrivò alla 898/1970 costruendo un "divorzio serio", con garanzie  per evitarne ogni abuso e per porre rimedio dopo le decisioni coniugali. Fu un farmaco salutare per impedire il protrarsi dell'ipocrisia del ricorrere ai meschini sotterfugi. Del resto, anche per i figli, il penoso spettacolo degli inganni reciproci non era un ambiente adatto ad una formazione equilibrata. Un "divorzio serio" era  sicuramente preferibile all' ipocrisia del "divorzio all' italiana" fatto di violenza e doppiezza. E non avrebbe creato, come non creò, divisioni di natura religiosa.

Il percorso della legge fu accidentato. Oltre le iniziative Fortuna e Baslini, per oltre un anno solo il PLI scelse la linea divorzista. Il PSI non appoggiava Fortuna (lo farà solo dall'autunno '68), il PCI esibiva una fredda ostilità, la DC e il MSI erano contrari (e con una compattezza superiore a quella ecclesiale). Poi con un'azione capillare seguita dalla stampa – con l'aiuto dei settimanali ABC  ed Espresso – e con la spinta di gruppi della società, come la Lega Italiana per il Divorzio e una selva di associazioni locali di cittadini socialisti, liberali e radicali, il progetto di legge unificato Fortuna Baslini conquistò la maggioranza in Parlamento.

In tutto il percorso, fu seguita la linea delle idee riferite alla vita di tutti i giorni e dei principi politici da adottare per realizzarle.  Ebbe successo prima in parlamento e poi tre anni e mezzo dopo al referendum, contro le previsioni non solo della Chiesa e della DC ma del PCI. Le prime due erano convinte e il terzo temeva, che il parlamento non rappresentasse davvero la volontà dei cittadini. Invece la maggioranza nelle urne ­ fu perfino più ampia di quella Parlamentare.

In seguito, gli aggiustamenti alla legge ne hanno irrobustito l'impianto e oggi pure gli avversari di allora riconoscono l'importanza di averla introdotta. L'insegnamento da trarne è che  la forza della linea civile laica è lo stare sempre focalizzata sulla realtà del vivere individuale e sul fare leggi capaci di formare rapporti aperti di libertà. Mai la linea civile laica può voler stabilire per i cittadini un dover essere ideologico. E' il punto essenziale. 

Purtroppo è un punto trascurato, in specie dai mezzi di comunicazione, stampa, tv e social. Si omettono i fatti reali, in nome della frenesia di notizie bomba, del ridurre la vita a spettacolo. Iniziò nel decennio dopo il 1° dicembre 1970, quando i mezzi di comunicazione instillarono la convinzione falsa che divorzio e aborto fossero opera dei radicali (i quali all'epoca del divorzio non erano in parlamento e quanto all'aborto non furono mai favorevoli alla  legge 194/78, contro la quale votarono no in parlamento e sì per abrogarla al referendum del '81). E' da qui che è iniziata a diffondersi l'idea che non conta il parlamento ma quello che si presume vogliano  piazze e  mass media.