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Laicità civile è affidarsi alla libertà dei singoli cittadini che scelgono confliggendo democraticamente sui fatti. Ciò costituisce l'alternativa più profonda al far dipendere iniziative e modifiche alle regole istituzionali da un'autorità sovrastante a vario titolo la libertà del cittadino. Per governare e convivere occorrono istituzioni e politiche tolleranti, rispettose, non rigide, dedite a ridurre le sacche di illibertà. Perciò, per evolvere con rapidità ed efficacia restando alla realtà dei fatti, va evitata ogni commistione tra lo Stato che struttura la convivenza e religioni. Le istituzioni vanno improntate alla neutralità, anche rispetto alle ideologie, alle elites, ai tecnocrati, e conservate efficienti nel tempo. Per riuscirvi non basta sviluppare in ogni individuo la mentalità improntata al dubbio come strumento per esercitare il proprio spirito critico. Occorre altresì impegnarsi per far sì che le strutture istituzionali consentano e favoriscano di continuo la pratica di quella mentalità, evitando di affidarsi all'autorità o alla misericordia al di fuori della sfera religiosa.
Lo scopo della laicità civile non è il proselitismo (massificante in sé) né l'opporsi alla propensione religiosa bensì il potenziare la pratica della libertà dei rapporti interpersonali tra diversi accrescendo il peso della politica delle idee nel dibattito pubblico, oggi ridotto a scontri tra gruppi di potere.
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