Trascorsi sei mesi, è tempo di prime riflessioni sugli atti della nuova amministrazione M5S. Intanto lo faccio in materia di strumento referendario. Nell'era Cosimi, la proposta di Agenda Politica Quotidiana per un Referendum coerente con la sovrana partecipazione del cittadino, venne esaminata in 1° Commissione e si arenò in Consiglio Comunale per le incertezze conservatrici del PD succube della Giunta e dei funzionari municipali. Purtroppo oggi, siamo al medesimo punto, nonostante il programma del M5S (divenuto programma del Comune) proclami al punto 2.4, comma 2 "cambiare lo Statuto Comunale per istituire l'istituto del referendum propositivo senza quorum è un passaggio necessario affinché i cittadini possano avere una seconda chance sulle scelte delle amministrazioni, di qualsiasi colore esse siano".
Stando alle voci dei bene informati in Comune, non starebbe succedendo niente sia per l'atteggiamento dilatorio in 1° Commissione, presieduta dalla PD Ria sensibile ai funzionari, sia per il desiderio del M5S di ripetere l'esperienza di Parma. La prima cosa è verosimile, visto il clima di quel settore, la seconda, se vera, lascerebbe invece perplessi, dato che l'esperienza di Parma è assai differente dal programma elettorale livornese.
A Parma, la questione dei referendum si esaurisce nei sondaggi che aiutano il Comune a decidere (è scritto sul sito ufficiale). Senza dubbio paiono strutturati piuttosto bene on line, con registrazioni, proposte e discussioni. Ma con ciò i cittadini informano di più Sindaco ed Amministratori, non decidono. Nel programma livornese, è evidente voler dare ai cittadini il diritto di determinare in modo diretto le scelte dell'Amministrazione. Oltre il comma 2, lo dimostrano il comma uno (si definisce il referendum consultivo sull'ospedale una beffa simbolo del non credere agli strumenti di democrazia diretta) e poi il comma tre (si sostiene l'introduzione nello Statuto della revoca diretta degli Amministratori durante il mandato).
Stando così le cose, perché la maggioranza tergiversa? Lasciare Statuto e Regolamento del Comune così come sono in materia di referendum, contraddice il proprio programma ed è un pericolo per i diritti dei cittadini. Almeno i consiglieri M5S facciano i primi passi definendo con chiarezza come dare ai cittadini il diritto di decidere in modo vincolante. Prevedere che succeda questo al raggiungimento di quorum più bassi legati ai precedenti votanti, come era la proposta APQ, da al cittadino molto più potere che non i sondaggi e le discussioni di Parma che lasciano tutto in mano all'Amministrazione.
Il Circolo Einaudi augura Buon Anno
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