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venerdì 31 dicembre 2010

Il dibattito sulla statua della Madonna in porto

Egregio Direttore,
da cittadino credente acattolico,per usare una definizione cara alla
burocrazia, nonchè liberale dovrei sentirmi offeso da un Presepe in
Comune o da una statua della Madonna all'entrata del porto?
Fautore di una società aperta,quindi laica come peraltro la Costituzione
prescriverebbe, vorrei uno Stato neutrale che proprio perchè tale sarebbe
forte nel poter assicurare a tutti la libera osservanza di qualsivoglia
credo (unitamente al non credere),in reciproco rispetto e
nell'osservanza delle comuni leggi civili : la società laica non è
infatti nemica del sentimento religioso,anzi lo tutela e lo valorizza
nelle sue varie espressioni a fronte della propria neutralità che,
nella sfera pubblica dinanzi alle varie forme religiose, si
può ottenere in due modi : con una rispettosa ma rigorosa separazione, in
verità la via direi preferita in ottica liberale,o alternativamente con
un'uguale attenzione nei confronti di tutte le fedi, non essendo compito dello
Stato o comunque della sfera pubblica stilare classifiche di tipo
fideistico.
Premesso quanto sopra credo quindi di potermi lamentare,senza essere
tacciato di "bieco laicismo anticlericale", delle "giustificazioni" e di
talune argomentazioni che ormai sembrano essere divenute di moda per
spiegare,anche da parte di amministratori pubblici che pur si dichiarano spesso
laici, scelte come quelle per le quali mi chiedevo retoricamente,aprendo
questa lettera,se dovessi sentirmi offeso.
Ecco allora che,quasi mettendo le mani avanti, ci si affanna ad
affermare che il tal simbolo non deve essere inteso in maniera offensiva
per i credenti variamente tali e che ha "valore universale" e di
"accoglienza" nei confronti di tutti (i non credenti in genere non
vengono però mai presi in considerazione),con affermazioni quindi
elevate a regola "erga omnes".
Ma un simbolo religioso è,legittimamente,espressione visiva nella quale si riconosce chi vi crede e che gli
altri devono rispettare : non ha senso ed è pura e vuota retorica voler affermare,o pretendere,che in un
qualsivoglia simbolo debbano riconoscersi "tutti".
Proprio perchè non capisco di cosa dovrei offendermi (nel caso
inaccettabili sono le affermazioni,quelle si ostili,in base alle quali
vi sarebbe un'unica "nostra cultura" dinanzi alla quale gli "altri" si
dovrebbero accontentare di essere evidentemente tollerati...) devo allora chiedermi a
cosa è dovuta quella che,comunemente,si definirebbe "coda di paglia".
Non credo che le risposte siano poi tante : in alcuni casi penso si
tratti di politici intimamente laici,se non anche laicisti,che adottano
pensieri che in realtà non condividono in funzione politicamente
strumentale,tradizione ormai trasversale nel panorama politico italiano.
In altri ,invece,la "coda di paglia" tende a coprire il sincero
pensiero che vorrebbe proprio il contrario di quanto si afferma,ovvero
una società con una cultura dominante ed appunto gli "altri"
tollerati,se non in qualche caso esclusi.
Emerge quindi la necessità di un ambito pubblico che,senza ipocrisie e
strumentalizzazioni,si apra invece totalmente e senza diversi pesi e
misure nei confronti di tutti,agevolando l'affermarsi di una società che
valorizzi ugualmente ogni espressione del credere.
L'ispirazione,in questo campo come in altri,ce la può dare la società
americana nella quale è pacificamente normale vedere gli uomini pubblici
partecipare, o addirittura patrocinare , iniziative in occasione delle
più importanti varie festività religiose , per non parlare dei mondi
dell'informazione e dell'intrattenimento che analogamente
contribuiscono a diffondere l'abitudine a condividere, cosa ben diversa
dall'omologazione indistinta, le diverse espressioni culturali e del
credere.
In quel contesto,proprio perchè limpidamente aperto ad ogni forma di fede
e del non credere, non hanno alcun senso distinguo,polemiche o sondaggi correlati
all'esposizione pubblica di simboli religiosi ,come invece accade da noi.
E allora, season's greetings a tutti!
Cordiali saluti ed un ottimo 2011 a tutti,
Gadi Polacco
Federazione dei Liberali

www.liberalivorno.blogspot.com

martedì 28 dicembre 2010

A Livorno,alla fine,e' approdato il "testamenticchio biologico"

Dopo un parto estenuante,un lungo periodo di silenzioso mistero ed infine squilli di trombe,dal 3 gennaio pare che si potra' registrare in Comune un testamento biologico affidato pero' ad altri.
Per farlo il cittadino dovra' partecipare ad una sorta di percorso ludico che ricorda,almeno a quelli di una certa eta',una puntata di "Giochi senza frontiere".
Ipotesi di "surplus di lavoro" (?!) per gli impiegati,"rischi giuridici" (?!) e quanto altro,a detta dell'Amministrazione,non consentono al Comune di Livorno quello che molte altre Amministrazioni,talune anche da tempo,fanno senza che siano stati rilevati stress ed altri guai per gli impiegati addetti: non si hanno nemmeno notizie di arresti correlati al deposito del suddetto documento.
Appare chiaro,delle due l'una,che a Livorno non si e' in grado di reggere il passo con altre Amministrazioni oppure si e' voluto difatto marginalizzare per ragiono politiche quanto pur fatto,peraltro non senza tentennamenti e patemi.
Insomma,a Livorno alla fine e' approdato uno stremato "testamenticchio biologico".
Buon 2011!

Gadi Polacco
www.liberalivorno.blogspot.com
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venerdì 24 dicembre 2010

L'espressione del sentrimento religioso deve essere ^motivata" oppure elevata "erga omnes"?

Egregio Direttore,
da cittadino credente acattolico,per usare una definizione cara alla
burocrazia, nonchè liberale dovrei sentirmi offeso da un Presepe in
Comune od una statua della Madonna all'entrata del porto?
Fautore di una società aperta,quindi laica come peraltro la Costituzione
prescriverebbe, vorrei uno Stato neutrale che proprio perchè tale sia
forte nel poter assicurare a tutti la libera osservanza di qualsivoglia
credo (unitamente al non credere),in reciproco rispetto e
nell'osservanza delle comuni leggi civili : la società laica non è
infatti nemica del sentimento religioso,anzi lo tutela e lo valorizza
nelle sue varie espressioni.
La neutralità della sfera pubblica dinanzi alle varie forme religiose si
può ottenere in due modi : una rispettosa ma rigorosa separazione, in
verità la via direi preferita in ottica liberale,o alternativamente
un'uguale attenzione nei confronti di tutte, non essendo compito dello
Stato o comunque della sfera pubblica stilare classifiche di tipo
fideistico.
Premesso quanto sopra credo quindi di potermi lamentare,senza essere
tacciato di "bieco laicismo anticlericale", delle "giustificazioni" e di
talune argomentazioni che ormai sembrano essere divenute di moda per
spiegare,anche da parte di amministratori pubblici che pur si dichiarano
laici, scelte come quelle per le quali mi chiedevo retoricamente,aprendo
questa lettera,se dovessi sentirmi offeso.
Ecco allora che,quasi mettendo le mani avanti, ci si affanna ad
affermare che il tal simbolo non deve essere inteso in maniera offensiva
per i credenti variamente tali e che ha "valore universale" e di
"accoglienza" nei confronti di tutti (i non credenti in genere non
vengono però mai presi in considerazione),con affermazioni quindi
elevate a regola "erga omnes".
Proprio perchè non capisco di cosa dovrei offendermi (nel caso
inaccettabili sono le affermazioni,quelle si ostili,in base alle quali
vi sarebbe un'unica "nostra cultura" dinanzi alla quale gli "altri" si
dovrebbero accontentare di essere tollerati...) devo allora chiedermi a
cosa è dovuta quella che,comunemente,si definirebbe "coda di paglia".
Non credo che le risposte siano poi tante : in alcuni casi penso si
tratti di politici intimamente laici,se non anche laicisti,che adottano
pensieri che in realtà non condividono in funzione politicamente
strumentale,tradizione ormai trasversale nel panorama politico italiano.
In altri ,invece,la "coda di paglia" tende a coprire il sincero
pensiero che vorrebbe proprio il contrario di quanto si afferma,ovvero
una società con una cultura dominante ed appunto gli "altri"
tollerati,se non in qualche caso esclusi.
Emerge quindi la necessità di un ambito pubblico che,senza ipocrisie e
strumentalizzazioni,si apra invece totalmente e senza diversi pesi e
misure nei confronti di tutti,agevolando l'affermarsi di una società che
valorizzi anche ogni espressione del credere.
L'ispirazione,in questo campo come in altri,ce la può dare la società
americana nella quale è pacificamente normale vedere gli uomini pubblici
partecipare, o addirittura patrocinare , iniziative in occasione delle
più importanti varie festività religiose , per non parlare dei mondi
dell'informazione e dell'intrattenimento che analogamente
contribuiscono a diffondere l'abitudine a condividere, cosa ben diversa
dall'omologazione indistinta, le diverse espressioni culturali e del
credere.
E allora, season's greetings a tutti!
Cordiali saluti,
Gadi Polacco

giovedì 23 dicembre 2010

Agende europee e feste cristiane omesse : l'intervento del Ministro Frattini guarda ad altro?

Egregio Direttore de "Il Corriere della Sera",
le proteste del Ministro Frattini  nei confronti della Commissione Europea,per le agende dalle quali sono state omesse le feste cristiane del Natale e della Pasqua, sono indiscutibilmente fondate : se però si è trattato,come dichiarato dal Commissario UE responsabile dell'iniziativa (con annesse scuse) di un deprecabile errore, appare giusto pretendere i possibili rimedi ma esagerato il livello della protesta una volta appurato appunto  l'errore commesso.
Viene quindi da chiedersi se l'indubbio scivolone UE non venga ora in qualche modo strumentalizzato dal nostro Governo guardando ad altro,compresa la questione in ballo dell'esposizione del Crocifisso nelle scuole ed altri luoghi pubblici.
Giusto quindi vigilare affinchè la UE tenga sempre ben presente la paritaria tutela di tutte le religioni,come invocato dal nostro Ministro degli Esteri, considerandole tutte od optando per una totale neutralità: ma siamo sicuri di poter sostenere,in questo campo,un esame inverso, vista la non proprio cristallina situazione italiana (si vedano i problemi nella scuola pubblica ,appunto la questione dei simboli religiosi nei luoghi pubblici,ecc)?
Forse,anche dal caso agende UE, il mondo politico italiano potrebbe trarre lo spunto per ripensare trasversalmente allo stato della Laicità nel nostro paese,visto peraltro che una vera società aperta non è affatto nemica del sentimento religioso ma,anzi,lo tutela e lo valorizza nella parità delle sue espressioni forte della propria neutralità.
Cordiali saluti ed auguri a tutti coloro che hanno qualcosa da festeggiare,
Gadi Polacco
www.liberali.it

mercoledì 15 dicembre 2010

Canti natalizi si o no,presepe si o no.....le bizzarrie di questa strana società purtroppo sempre meno laica

Premesso che la società laica,la società aperta di matrice liberale,non
è affatto "antireligiosa" ma anzi è la miglior garante della libertà di
tutti,anche in tema di fede, partendo dalla fondamentale neutralità che
deve avere per poter esercitare limpidamente questo ruolo, devono
destare sorpresa notizie come un presepe in Comune o quali canti è più
opportuno scegliere in una scuola in vista del periodo natalizio?
Direi proprio di no , quando tale libertà d'azione sia garantita a tutti
sempre nel reciproco rispetto : quelli che fanno pensare,da un punto
di vista liberale,sono invece taluni commenti che appaiono superflui
dinanzi alla constatazione di un basilare principio e che di conseguenza
sembrano voler piegare il principio stesso ad una "causa di parte"
svilendone peraltro il significato.
Ciò accade quando si leggono concetti del tipo "le nostre tradizioni
religiose","la nostra cultura","gli altri ci devono rispettare" e così
via dicendo,tali da non prefigurare una società di cittadini sullo
stesso piano, variamente credenti o non credenti che siano.
Purtroppo la Laicità dello Stato che la Costituzione pur sancisce poggia
su basi assai deboli : per rimanere nei settori scuola e luoghi pubblici
è infatti palese come vi sia un doppio binario tra fede cattolica ed
altre fedi (ad esempio l'"ora di religione" è solo cattolica,seppur a
carico del pubblico bilancio, e sono essenzialmente solo cattlolici i
simboli che si possono incontrare in luoghi pubblici).
Ecco quindi che poggiando su basi malferme il rapporto tra Stato ,o
sfera pubblica che dir si voglia, e credo religioso diviene complesso e
tortuoso.
E allora, invece di scandalizzarsi od esultare per il presepe in Comune
o questo o quel canto natalizio in una scuola,se proprio non si vuole
sposare la liberale totale neutralità del pubblico in tema di fede,
l'antidoto per sgonfiare simili polemiche non sarebbe semplicemente
l'aprire paritariamente agli altri?
L'esempio lo abbiamo dagli Stati Uniti dove è assai normale che il
Presidente presenzi (postumi da partita di basket a parte) all'arrivo
dell'albero di Natale alla Casa Bianca ma che celebri anche la cena
pasquale ebraica del Pesach,accenda il candelabro ebraico di Hanucchà e
partecipi alla cena per la fine del Ramadan islamico.
E' proprio la Laicità di quella società a rendere "banalmente" normale
l'arricchimento che deriva dall'incontro,cosa diversa dal confondersi
insieme, tra fedi e culture.
Il mese di dicembre,nel quale si incontrano feste ebraiche,cattoliche ed
islamiche (ma ve ne saranno anche altre) pare un buon periodo per simili
ragionamento e,pertanto,auguri a tutti.

Gadi Polacco
Federazione dei Liberali

www.liberalivorno.blogspot.com

martedì 14 dicembre 2010

La striminzita fiducia a Berlusconi

La fiducia ottenuta da Berlusconi al Senato e alla Camera è la pietra tombale sulla politica delle scorciatoie che i grossi oppositori di Berlusconi hanno perseguito con cieca insistenza. 

A questo punto è ineludibile quello che i liberali vanno dicendo da molto tempo: le proposte del berlusconismo vanno sconfitte preparando in concreto il futuro del paese. E' urgente costruire un  progetto alternativo al berlusconismo, che non sia un assemblaggio di proteste e di richieste inconciliabili ma costituisca una sintesi essenziale di scelte precise e coraggiose. Con un solo obiettivo, dare spazio istituzionale alla diversità dei cittadini e non ai corporativismi diffusi. 

Per questo è indispensabile scoprire la via liberale delle riforme, riconoscendo ai liberali una voce politica autonoma. E ciò sarebbe particolarmente urgente qualora la legislatura dovesse scivolare verso le elezioni anticipate.


Federazione dei Liberali

venerdì 3 dicembre 2010

TESTAMENTO BIOLOGICO E COMUNE DI LIVORNO : DOPO TANTO PARLARE E TANTA ATTESA PRATICAMENTE NIENTE...

In materia di testamento biologico, l'attesa dei cittadini è stata lunga ( oltre un anno) e il risultato deludente ,almeno da quanto si rileva dal sito del Comune.


Di fatti, il nuovo assessore Cantù ha dato finalmente corso alla mozione allora approvata in Comune ma non ha vinto le resistenze evidenti, non si capisce bene  se della stessa Giunta o della burocrazia. Sta di fatto che il registro per la raccolta delle ultime volontà non è stato istituito e al suo posto è previsto solo un registro a cui si può comunicare l'avvenuta stesura di una analoga  dichiarazione fatta altrove e con altri soggetti. 


Questo significa che in pratica a Livorno si resta al punto di prima, nonostante il mandato conferito un anno fa dal Consiglio alla Giunta. Chi lo vuole può ovviamente già fare delle private dichiarazioni in materia di fine vita designando un fiduciario. A queste dichiarazioni  il deposito in Comune assicura solo la data certa.: tutto sommato per fare ciò basta recarsi ad un ufficio postale e fare affrancare un francobollo apposto sul documento.Per il resto, mentre con il Registro del Testamento Biologico depositato in Comune i medici avrebbero avuto il riferimento per loro ineludibile della volontà del testatore, ora con il semplice deposito, si interpone la figura del fiduciario, da cui vengono diversi problemi. Siccome non ci sarà un modulo di dichiarazione predisposto da esperti,  ciascuno farà dichiarazioni fai da te. E quindi, Innanzitutto ci sarà il problema della accettazione della designazione, poi quello della reperibilità del fiduciario da parte del medico interessato, poi l'interpretazione che il fiduciario darà alle istruzioni ricevute, poi la tempistica e i modi con cui il fiduciario comunicherà le istruzioni al medico. E' evidente che con questa procedura la volontà del testatore viene incartata in molti vincoli, che renderanno agevole alle lobby dei teo-con, teo-dem ,ed "atei devoti " vari di premere sul conformismo medico per ottenere un'applicazione di quelle ultime volontà secondo il volere non di chi le rilascia ma dei confessionali di turno. Alla faccia della sovranità del cittadino. 


Non a caso il  registro della comunicazione adottato a Livorno  non è la via seguita dagli altri comuni che hanno già istituito il registro per il testamento biologico. Per di più, è davvero fuori luogo che la Giunta dichiari con aria contrita che purtroppo la  legislazione non si sta avviando verso soluzioni che rispettino la volontà della persona anche nella fase finale della vita umana.,perché la tesi della necessità di una legge di fine vita è stata la tesi (errata costituzionalmente e autolesionista)  da lungo tempo sostenuta dai partiti della maggioranza livornese.

Insomma,tanto parlare e tanta attesa per niente.

Federazione dei Liberali

giovedì 2 dicembre 2010

Referendum e punti fermi

Da La Nazione - Livorno - 2 dicembre 2010

REFERENDUM E PUNTI FERMI

L A CONCLUSIONE del referendum pone alcuni punti fermi su cui riflettere. Il primo è che il referendum non ha raggiunto il quorum, dunque la schiacciante vittoria del «sì» con i175% dei voti espressi non serve e l'amministrazione ha ora il pieno diritto di perseverare nel fare il nuovo Ospedale a Montenero Basso (quello che per circa 20.500 cittadini è un errore). Secondo punto fermo, è che coloro che hanno raccolto le firme o hanno firmato i ricorsi giudiziari, hanno perseguito legittimi obiettivi consentiti dalla legge e dalla democrazia pluralista. Lo stesso quelli che, come il Pd, hanno fatto propaganda con inserzioni pagate, lettere e sms fino all'ultimo per spingere a votare «no». Ed anche chi, come l'antico segretario del Pci, ha sostenuto da solo la tesi di lasciar fare l'amministrazione. Il terzo punto fermo è che a fine marzo il Pd aveva ottenuto 31.758 voti, ora solo 7.338, non seguito da 3/4 del suo elettorato. Il che ha una controprova.il centrodestra aveva avuto 15.810 suffragi,alle ultime elezioni, mentre oggi i «sì» sono stati quasi 20.500. Quindi vi sono cinquemila cittadini di sinistra che hanno votato sì». Il quarto punto fermo è che la situazione economica è assai pesante. Non fa eccezione il settore della sanità (i tagli nazionali avranno riflessi sui servizi). Vi sono blocchi suifinanziamenti inerenti la viabilità del nuovo ospedale (Lotto Zero) e si stanno addensando nuvoloni sul buco Asl di Massa (non soltanto pare si sia arrivati non lontano dalla cifra impressionante di 300 milioni, ma, peggio, è emerso che non funzionano i controlli incrociati della Regione). Per di più, il dibattito ha definitivamente accertato che non c'è un euro disponibile per l'aspedale a Montenero, i cui 280 milioni di costo sono finanziati con debiti a lungo termine e la cessione di diritti urbanistici pubblici.

RIASSUMENDO, lo strappo alle procedure democratiche c'è stato. Si è cucito sopra un toppino, ora sarebbe bene evitarne altri. Mi pare perciò del tutto infruttuoso affrontare il problema in termini di scontri tra tifosi e di illusioni finanziarie. Ma lo sarebbe anche ricominciare a delegare ai tecnici le decisioni in solitario, o ricorrere ai sistemi consociativi dei comitati congiunti od affidarsi al lavacro della società civile presunta onnisciente. La via è che ognuno svolga il suo compito con le sue idee e con le sue proposte. Decisivo è attivare la partecipazione vera. Che non è un manuale di galateo, è un confronto deciso di punti di vista, senza maestà da ossequiare e cittadini da tollerare. La partecipazione è un garbuglio di iniziative che si dipana con scelte trasparenti e secondo le regole. Stando ai fatti. Questo non preserva dagli errori, ma coinvolge tutti. Sul nuovo ospedale ci sono decisive, ed urgenti, questioni urbanistiche. Innanzitutto di rispetto delle normative (che gli architetti asseriscono essere violate). E poi del non cullarsi in promesse prive di base finanziaria o di riscontri operativi senza programmi dettagliati.

AD ESEMPIO, non è per nulla chiaro, come si pensi di conciliare da un lato l'indicazione della cessione dei presidi sanitari urbani, incluso quasi tutto quello di Viale Alfieri, per esigenze finanziarie e dall'altro i solenni impegni a decidere insieme come ridisegnare, dopo la bocciatura della Corte Costituzionale, la nuova società della salute che dovrà farsi carico di assicurare questo servizio essenziale ai cittadini livornesi. Se non si innescherà questo nuovo costume, il referendum sarà servito a poco.

* Raffaello Morelli, federazione dei Liberali

lunedì 29 novembre 2010

Esito referendario sull'ubicazione del nuovo Ospedale : di tutto e di più,con tanto di "bizzarri" commenti e qualche preoccupante accenno.

I numeri parlano chiaro,hanno detto in diversi,e ciò è particolarmente vero nei referendum dove il voto si esprime tra tre scelte (si,no,non voto con ritiro della scheda) od anche non andando a votare mirando a non far raggiungere il quorum.
Ancora sabato pomeriggio,a poche ore quindi dall'apertura delle urne,il PD si affannava ad inviare sms ,scegliendo la via dell'andare a votare,dai classici toni elettorali : "...domani voto normale.VOTA E FAI VOTARE NO"
Ora,posto che alle ultime comunali il PD venne scelto da 37614 elettori,anche volendo attribuire esageratamente a questo partito tutti i no espressi domenica (7338), abbiamo che meno di 1/5 degli elettori del PD ha dato fiducia al partito che aveva votato alle amministrative,senza contare quelli che avranno optato per il SI  : se questo è un successo....
Vero è che,secondo il noto aforisma di John Keats,la vittoria ha molti padri,mentre la sconfitta è orfana : nel caso labronico sembra però che ad aumentare siano particolarmente i padri ed ecco che abbiamo anche chi rivendica la paternità dell'astensione,legittima posizione in ambito referendario che però è troppo facile da cavalcare.
Tra le perle che emergono dai primi commenti alcune annotazioni bizzarre ed altre preoccupanti:

- ha ben ragione il segretario comunale del PD,alla luce dei numeri sopra riportati,a dire che "un'affluenza così bassa non può farci sorridere",ma cosa vuol dire  che "c'è stato un abuso dello strumento referendario" perchè "il nuovo ospedale nell'area del Pascoli era nel programma elettorale del sindaco" votato "solo pochi mesi fa" ? L'applicazione di una previsione statutaria,peraltro votata in pratica dalla stessa maggioranza politica attuale,può essere "abuso" ?! Francamente non lo crediamo ma se così pensa il segretario comunale del maggior partito livornese,ebbene agisca di conseguenza e con un classico "contrordine compagni" (anche se ormai i "compagni" li vede prevalentemente Berlusconi) si abolisca uno Statuto che pare provocare "troppe" noie al manovratore. I
noltre la storia del programma elettorale non è affatto vera:  nel citato programma del Sindaco non esiste   alcuna nuova ubicazione (pagina 24, "Nuovo Ospedale") e su questo verteva non a caso il referendum;

- divertente è invece l' "appropriazione indebita" dell'astensione effettuata allegramente dal Consigliere
del PD  Viti, il quale stima che "all'ottanta per cento della popolazione va bene ciò che per l'ospedale ha scelto l'amministrazione", aggiungendosi alla lista dei padri della vittoria. Bischeri,sembra dire, quelli che hanno votato  no : ma allora, se le cose stessero come dice lui, perchè il suo PD ha voluto caparbiamente chiamare al voto cercando,di conseguenza,una vittoria dei no con quorum conseguentemente raggiunto e pertanto fallendo nettamente  l'obbiettivo ( sconfitta 1 a 3 )?!

- la sorpresa è poi che in realtà la vittoria al referendum non sembra appartenere,per quanto lo pensino,ai vari padri, bensì ad una madre,ovvero la direttrice dell'ASL Calamai che pensavamo fosse,appunto,una dirigente, quindi un tecnico del settore .: invece parla al plurale quasi fosse alla testa della coalizione che amministra la città e si lancia anche in ardite valutazioni circa il comportamento dei cittadini,decretando chi è stato bravo e chi invece è stato birichino per concludere, sia di conforto a tutti noi,che la popolazione livornese ha sempre dimostrato,"nella storia", di fare scelte "di grande livello". Manca solo la benedizione e magari anche il perdono per chi ha raccolto le firme,fatto i ricorsi e votato SI. dopo i "grillini" forse arriveranno i "calamaini" ?  
Alla guida degli "ospedalieri" muratori ,con tutto il rispetto per questa categoria ?

Un'ultima annotazione,solidale,
va insieme a quanti hanno votato SI ( oltre ventimila cittadini) ,a coloro che hanno raccolto le firme, a quelli che le hanno apposte ed anchea chi ha firmato i ricorsi giudiziari.

Tutti hanno agito alla luce del sole e perseguendo legittimi obbiettivi consentiti dalla legge e,ancora prima, da concetti di democrazia occidentale che sembrano provocare pruriti non solo nel nostro paese ma anche nella nostra città
ai principali amministratori.
Evocare movimenti strani, trasversalità che non si capisce perchè dovrebbero essere preoccupanti, "complotti" o strumentalizzazioni è non solo sbagliato ma anche preoccupante in quanto il tutto sembra ricalcare un'insofferenza alle normali procedure democratiche che ,da liberali mai imbambolati dal berlusconismo alla pari dell'antiberlusconismo, ci dicono che evidentemente lo "stile Berlusconi" ha fatto breccia anche dalle nostre parti.

Federazione dei LIberali, Livorno

venerdì 26 novembre 2010

Ultim'ora. Il Tribunale di Livorno accoglie l'esposto sull'irregolare estensione al voto,nel referendum di domenica,sull'ospedale a Montenero.

Nel pomeriggio odierno Tribunale di Livorno ha ACCOLTO il ricorso fatto contro l'estensione,ritenuta irregolare, del voto ai sedicenni e agli extracomunitari.
L'ordinanza sarà inserita nel blog non appena disponibile.nell'attesa di leggere il dispositivo della sentenza,e' comunque chiaro che l'abbassamento del quorum è un motivo aggiuntivo per andare a votare

martedì 16 novembre 2010

solidale da ebreo e da liberale con Asia Bibi, a rischio di morte a causa della propria fede.

Da ebreo e da liberale ho un doppio motivo per essere solidale con Asia Bibi,la donna pachistana che rischia la vita a causa della propria fede cristiana.
Alla difesa del basilare diritto umano di professare liberamente il proprio credo,quale esso sia,si unisce infatti l'amara esperienza che il popolo ebraico ha in tema di attentati alla propria identita'.
Non servono quindi grandi analisi politiche,talvolta addirittura controproducenti in quanto allargano il discorso a dismisura favorendo i distinguo,per unirsi alla trasversale richiesta internazionale.in favore di Asia Bibi e di quanti sopportino analoghe vessazioni.
Gadi Polacco

lunedì 15 novembre 2010

Il Comune di Riccione ritiene di poter rappresentare gli israeliani meglio dei governi che questi eleggono democraticamente?!

Egregio Signor Sindaco ed Egregio Assessore alla Cultura del Comune di Riccione,
su Facebook è reperibile un invito,correlato all'iniziativa del Vostro Comune denominata "Incontri del Mediterraneo" ,che descrive la manifestazione in oggetto in termini politicamente inquietanti quanto, senza offesa, tragicomici.
La premessa è di quelle che denotano subito una manifestazione aperta al dialogo e tesa alla pace (ovviamente faccio dell'ironia) : "L'aggressività e il militarismo dei governi di Israele non solo non aiutano il processo di pace, ma sembrano fatti apposta per svilirlo e allontanarlo.".
Non pago della perentoria affermazione,l'autore dell'invito si esibisce poi nel tragicomico passaggio: " Ma come è noto i Governi non rappresentano l'intero popolo. In questa 9° edizione di Incontri del Mediterraneo approfondiremo la conoscenza della società e della cultura israeliana, incontreremo le associazioni pacifiste israeliane, studieremo le complessità della convivenza a Gerusalemme e analizzeremo le interazioni tra problemi ambientali e il conflitto."
Tradotto dal politichese,nemmeno dei migliori, una sorta di "vi diremo noi chi sono i buoni della società israeliana,sempre ammesso che vi siano,e li rappresenteremo ", tutto questo da Riccione (detto con grande simpatia per il Vostro bel Comune) assurto a "caput mundi" o,come usa dire oggi, a "think tank" internazionale.
Premetto di avere dei dubbi circa la reale attinenza di quanto scritto dall'estensore dell'invito con la volontà della Vs. Amministrazione che,diversamente,non solo si presterebbe ad operazione velleitaria e scorretta ma lo farebbe per giunta a spese della cassa comunale.
Vi segnalo pertanto la cosa rilevando che alla luce di quanto letto,ove confermato, Riccione non meriterebbe questo scivolone che,peraltro,non penso minerà le fondamenta del governo israeliano inviso all'autore del testo.
RingraziandoVi per l'attenzione,cordiali saluti,
Gadi Polacco
Consigliere Federazione dei Liberali


INCONTRI DEL MEDITERRANEO
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Ora
Oggi alle 21.00 - 29 novembre alle ore 23.30

Luogo Palazzo del Turismo - Riccione (Piazzale Ceccarini 11); Cinepalace- Riccione (Viale Virgilio, 17); Teatro del Mare - Riccione (Viale Don Minzoni, 1); Cineteca - Rimini (Via Alessandro Gambalunga, 27)

Creato da Giacomo Fidelibus

Maggiori informazioni L'aggressività e il militarismo dei governi di Israele non solo non aiutano il processo di pace, ma sembrano fatti apposta per svilirlo e allontanarlo. Ma come è noto i Governi non rappresentano l'intero popolo. In questa 9° edizione di Incontri del Mediterraneo approfondiremo la conoscenza della società e della cultura israeliana, incontreremo le associazioni pacifiste israeliane, studieremo le complessità della convivenza a Gerusalemme e analizzeremo le interazioni tra problemi ambientali e il conflitto.

A breve saranno pubblicate le date e gli orari delle conferenze.

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Organizzato da:

Comune di Riccione - Assessorato alla cultura

Provincia di Rimini

Associazione Michele Pulici

Regione Emilia Romagna

Bacheca
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mercoledì 10 novembre 2010

Protocollo per i crocieristi : lettera aperta

Da affezionato al tema "crocieristi ciondolanti per Livorno" sul quale ho avuto modo di intervenire spesso ahimè ormai da anni,sono assai lieto di leggere che si è pervenuti ad un protocollo livornese,tra enti locali, associazioni di categoria ed istituzioni, per "fare squadra" e cercare di convogliare utilmente,per loro ed anche per la nostra economia,questi visitatori che non scelgono di acquistare i pacchetti per visitare le nostre città d'arte.
Non mi è però parso di vedere,nella lodevole e precisa lista di compiti che ciascuno si è assunto di realizzare,l'obbiettivo di creare dei veri e propri "pacchetti" turistici basati su Livorno e magari attigue zone verdi,da far proporre alla fonte agli ipotetici acquirenti coinvolgendo,anche in termini di profitto, chi queste crociere le organizza e/o le gestisce.
Insomma, se si acquista l'escursione a Pisa o Firenze perchè non si dovrebbe poter scegliere anche quella per Livorno?
Il pericolo,infatti, è quello che le iniziative che si attueranno,peraltro come accaduto con analoghe attività  in passato,abbiano poca resa in quanto scarsamente o tardivamente conosciute dai destinatari ,quindi quando i giochi sono fatti,cozzando peraltro con diversi interessi da parte di chi,non avendo compartecipazione nelle iniziative livornesi,spinge legittimamente i propri clienti ad usufruire maggiormente dei servizi di bordo durante lo scalo livornese,quando appunto non abbiano scelto di acquistare invece uno dei pacchetti proposti.
Auguri comunque all'iniziativa.
Cordiali saluti,
Gadi Polacco
Federazione dei Liberali

mercoledì 3 novembre 2010

"Giovinezza" e "Bella ciao" a S.Remo

Pare che Gianni Morandi, alla ricerca  forse di qualcosa che faccia parlare sin da ora del festival di S.Remo,per il 150° dell'Unità d'Italia voglia far cantare,tra l'altro,ai partecipanti alla kermesse sanremese "Bella ciao" e "Giovinezza", speriamo quest'ultima nella prima versione goliardica torinese,non toscana come qualcuno ha scritto,dovuta a Nino Oxilia nel 1908  (sulle note di Giuseppe Blanc) ed all'inizio denominata "Il commiato".
Se "Bella ciao" ha origini popolari ottocentesche e secondo alcuni anche klezmer,indubbia è la sua notorietà derivante dall'essere divenuta noto inno partigiano,mentre "Giovinezza" è purtroppo ormai entrata nell'immaginario degli italiani quale inno fascista,secondo l'infausta sua ultima versione.
Posto che il Risorgimento dal quale scaturì l'Italia unita è denso di propria musica, cosa ci combinano le due suddette canzoni?!
Temo che un minestrone indefinito,nel quale sciogliere il vero significato del Risorgimento che oggi pare disturbare alcuni, venga cucinato anche per il festival e,tutto sommato,non sarà questo certamente il peggior attentato all'Unità d'Italia.

Gadi Polacco

sabato 23 ottobre 2010

Con il nuovo Assessore al Sociale si concretizzera' finalmente il testamento biologico?

I  Liberali di Livorno salutano con piacere la nomina del consigliere Cantù a nuovo assessore al Sociale. Non solo perché dopo 175 giorni viene colmata la vacanza di quell'incarico. Soprattutto perché ciò avviene esattamente negli stessi giorni del primo anniversario annuale  della delibera del Consiglio Comunale che impegnò la Giunta  ( con voto unanime dei 27 presenti e la non partecipazione al voto di altri 8 consiglieri) a predisporre un modulo che raccolga le dichiarazioni anticipate di volontà dei trattamenti di natura medica nel quale il cittadino interessato possa esprimere la propria volontà di essere o meno sottoposto  all'accanimento terapeutico.Lo stesso prof. Cantù , nella sua qualità di allora capogruppo del PD, fu il protagonista della prolungata mediazione che portò proprio a quella delibera votata dal Consiglio modificando non poco l'iniziale proposta venuta dai consiglieri Romano e Del Lucchese sulla scia dell'iniziativa dei liberali già prima delle elezioni. La delibera è restata finora  lettera morta negli uffici della Giunta. Oggi che il prof. Cantù assume l'importante incarico , noi liberali ci auguriamo che , in coerenza con quello che fece allora,  il nuovo assessore provveda finalmente a predisporre   molto presto il modulo di raccolta delle dichiarazioni anticipate, secondo le normali linee della proposta originaria già adottate in moltissimi altri comuni.Livorno,  23 ottobre 2010
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domenica 17 ottobre 2010

Solidarieta' a Mons. Razzauti ,vittima di un atteggiamento illiberale

Molte delle reazioni scatenatesi dinanzi alle dichiarazioni di Mons. Razzauti,possibiliste verso un registro delle unioni civili,confermano (al contrario di quanto viene spesso dichiarato) l'alto tasso di illiberalita' che trasversalmente attraversa il mondo politico,anche livornese.
L'atteggiamento e' anzi doppiamente illiberale perche' cerca di appropriarsi o di chiedere conto a Mons. Razzauti di dichiarazioni che attengono al proprio diritto individuale d'espressione,dimostrando comunque dipendenza in politica dalle opinioni della Chiesa che riguardano invece i credenti (al pari di ogni altra fede).
Compito della politica e delle sue emanazioni di governo,anche in sede locale, e' invece ,in ottica liberale, quello di garantire a tutti liberta' d'espressione e di adesione alle posizioni preferite senza pero' sottomettere la societa',comune a tutti i cittadini, alle direttive di qualsivoglia visione religiosa, "ortodossa" o meno che sia.
Solidarieta' pertanto a Mons. Razzauti.
Cordialmente,
Gadi Polacco
Consigliere Federazione dei Liberali
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domenica 19 settembre 2010

20 SETTEMBRE 2010 : A 140 ANNI DALLA STORICA BRECCIA PORTA PIA E' ANCORA UNA VIA INCOMPIUTA

I liberali ricordano ,nel 140° anniversario,la Breccia di Porta Pia episodio simbolo dell'Unità d'Italia,di Roma capitale,della nascita del compiuto Stato Liberale e dello smantellamento,finalmente,del'odiosol ghetto nel quale gli ebrei erano segregati per volere dello Stato Pontificio.
Abbiamo pertanto aderito alla manifestazione tenutasi a Roma e guardiamo con preoccupazione alla denuncia della Consulta Romana per la Laicità che dichiara di non aver potuto organizzare la tradizionale commemorazione,sostituita da una sorta di convegno nel quale la storia rischia di essere  riletta strumentalmente ed artatamente confusa.
La Laicità dello Stato,pur costituzionalmente sancita,langue per le continue ferite che le vengono inferte ,con preoccupante e significativa trasversalità politica,quotidianamente : celebrare e ricordare Porta Pia e cosa quei fatti hanno veramente voluto dire per l'Italia,specialmente in vista del 150° dell'Unità Nazionale,è dunque un imperativo per tutti coloro che vedono nella società laica il miglior strumento per garantire i diritti di tutti nel reciproco rispetto e nel rispetto delle comuni leggi di convivenza.
Dinanzi all'evolversi della nostra società verso diversificate espressioni culturali e religiose, la Laicità delle istituzioni è quindi una garanzia a favore di tutti.

Gadi Polacco

Consigliere Nazionale Federazione dei Liberali

19 settembre 2010

20 SETTEMBRE 2010 : A 140 ANNI PORTA PIA E' ANCORA UNA VIA INCOMPIUTA

I liberali ricordano ,nel 140° anniversario,la Breccia di Porta Pia episodio simbolo dell'Unità d'Italia,di Roma capitale,della nascita del compiuto Stato Liberale e dello smantellamento,finalmente,del'odiosol ghetto nel quale gli ebrei erano segregati per volere dello Stato Pontificio.
Abbiamo pertanto aderito alla manifestazione tenutasi a Roma e guardiamo con preoccupazione alla denuncia della Consulta Romana per la Laicità che dichiara di non aver potuto organizzare la tradizionale commemorazione,sostituita da una sorta di convegno nel quale la storia rischia di essere  riletta strumentalmente ed artatamente confusa.
La Laicità dello Stato,pur costituzionalmente sancita,langue per le continue ferite che le vengono inferte ,con preoccupante e significativa trasversalità politica,quotidianamente : celebrare e ricordare Porta Pia e cosa quei fatti hanno veramente voluto dire per l'Italia,specialmente in vista del 150° dell'Unità Nazionale,è dunque un imperativo per tutti coloro che vedono nella società laica il miglior strumento per garantire i diritti di tutti nel reciproco rispetto e nel rispetto delle comuni leggi di convivenza.
Dinanzi all'evolversi della nostra società verso diversificate espressioni culturali e religiose, la Laicità delle istituzioni è quindi una garanzia a favore di tutti.

Gadi Polacco
Consigliere Nazionale Federazione dei Liberali

19 settembre 2010

venerdì 17 settembre 2010

COMMEMORAZIONE DELLA BRECCIA DI PORTA PIA : INQUIETANTE DENUNCIA DELLA CONSULTA ROMANA PER LA LAICITA' DELLE ISTITUZIONI

La Consulta Romana per la Laicità delle Istituzioni quest’anno non potrà commemorare la presa di Porta Pia, il 20 Settembre. Il 6 luglio, infatti, è stata presentata alla Questura di Roma la richiesta dell’autorizzazione, peraltro dovuta secondo la Costituzione Italiana, a commemorare l’evento. Nonostante la disponibilità dei funzionari della Questura, non autorizzati per evidenti ordini superiori a dare un assenso esplicito, si è arrivati fino al giorno 14 settembre per essere informati che, dopo l’evento istituzionale alla presenza del Presidente Napolitano, non era possibile nessuna commemorazione, a causa della priorità data all’evento organizzato dall’associazione politico cattolica Militia Christi “a 140 anni dai tragici eventi che portarono le truppe del liberal-massonico Regno sabaudo ad invadere lo Stato Pontificio, allora libero, sovrano e popolare”. La consulta Laica prende atto che le decisioni politiche che sottintendono questa scelta vanno nella direzione di un riconoscimento ufficiale di Militia Christi, un’associazione fondamentalista, già condannata da un tribunale per offese e falsità e condannata ad eliminare dal suo sito internet dichiarazioni e commenti. La Consulta prende atto che al contrario un’associazione come la Consulta Romana, che coordina altre 22 associazioni ad indirizzo laico che hanno come scopo il rispetto e l’applicazione della Costituzione Italiana, in questo momento politico, e in particolare in una città come Roma, è vista con fastidio. Quel fastidio che piccole fiammelle di libertà hanno sempre creato, e continuano a creare nei regimi antidemocratici e fondamentalisti.

Carlo Cosmelli

Coordinatore della Consulta Laica Romana

Roma 16-9-2010

Le associazioni aderenti alla Consulta:

. AFFI Associazione Federativa Femminista Internazionale.

. Arcigay Roma.

. ARCo Associazione per la Ricerca e la Comunicazione.

 Associazione culturale Altrevie.

. Associazione Libera uscita – Sede di Roma.

. Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno” - Sezione di Roma.

. Carta 89.

. Cemea del Mezzogiorno.

. CGIL Roma e Lazio - Ufficio Nuovi Diritti.

. Com Nuovi Tempi – Confronti.

. CRIDES Centro Romano d'Iniziativa per la Difesa dei Diritti nella Scuola.

. Democrazia laica.

. FNISM - Federazione Nazionale Insegnanti Roma e Lazio.

. Fondazione Critica Liberale.

. Fondazione Religions-Free Bancale Onlus.

. Gruppo Martin Buber, Ebrei per la pace.

. Italialaica.it

. Lettera Internazionale.

. Liberacittadinanza – Sede di Roma.

. Libertà e Giustizia – Circolo di Roma.

. Noi siamo Chiesa – Roma.

. Società Laica e Plurale.

Consulta Romana per la Laicità delle Istituzioni

Sede: c/o Fondazione Critica Liberale, Via delle Carrozze, 19  00187  Roma   Tel. 06 6796011    

 romalaica@gmail.com 

 http://romalaica.blogspot.com

lunedì 13 settembre 2010

INTENTI STRUMENTALI E POSIZIONI ILLIBERALI ORIGINANO, SULL'IPOTESI DI UNA MOSCHEA A LIVORNO,UN ASSURDO E TRAGICOMICO DIBATTITO

Intenti strumentali e tanta illiberalità sembrano essere gli ingredienti base del dibattito ,per molti versi assurdo, che si svolge a varie riprese a Livorno in riferimento all'ipotesi di una nuova Moschea (ricordando come,di fatto,da anni ne esista già una).

Pare che ad alcuni,in città,non sia giunta ancora notizia del dettato costituzionale e degli impegni internazionali sottoscritti dall'Italia in tema di libertà di religione : invero,leggendo alcune dichiarazioni di esponenti politici nazionali,pare che carenze in materia si riscontrino sull'intero territorio nazionale.


Ecco allora che per motivare un non senso anticostituzionale si invoca il terrorismo e si citano,realtà purtroppo esistenti, i luoghi di culto islamici che celano attività terroristiche: rimane però chiaro l'esempio di paesi da decenni fortemente sottoposti al terrorismo dei fanatici islamici che riescono a combattere questo cancro senza detrimento di un elementare diritto dell'uomo,quale quello appunto a professare la propria fede.


La materia,a questo punto, diventa infatti di intelligence e di polizia, purchè si abbia la capacità di agire propria di una società laica che,in quanto tale, garantisce il diritto di tutti ,senza farsi però condizionare da alcuno, ed è quindi nelle migliori condizioni per intervenire anche duramente indipendentemente dalla fonte del pericolo.


Gli Stati Uniti insegnano anche al riguardo,non peritandosi di esercitare il diritto all'intervento a tutela dell'ordine pubblico e del rispetto delle leggi anche nei confronti di realtà religiose : purtroppo questo pare non essere possibile in Italia,complice primaria la debolezza della Laicità delle nostre istituzioni.


Tralasciando poi squallide iniziative “minacciate” tipo quella della distribuzione di salumi e carne di maiale, provocazioni dichiarate che facilmente potrebbero tornare al mittente come un boomerang, un altro ipocrita assurdo è insito nella questione della reciprocità,ovvero quello che è consentito “da noi” non è consentito “da loro”.


Dovrebbe essere noto a chiunque mastica politica come la reciprocità si applichi tra stati e non la si possa certo invocare tra religioni che sono sparse ovunque e spesso,fortunatamente,non coincidono con il potere temporale.


Si abbia quindi il coraggio e la coerenza di invocare una seria politica nei confronti di quegli stati che non garantiscono il rispetto dei fondamentali diritti umani (religiosi compresi) ed ai quali è quindi possibile anche parlare in termini di reciprocità.


Per fare questo,però,occorre mettere da parte cinici principi quali “pecunia non olet” e “real politik”, od almeno saperli esercitare avendo chiaro un limite oltre il quale la dignità nazionale viene infranta : alla luce del trattamento che riserviamo,ad esempio,a quel campione di democrazia che è Gheddafi,per il quale l'Italia è diventata una sorta di sala giochi,anche questo obbiettivo sembra non essere alla portata della nostra attuale Italia..


Federazione dei Liberali - Livorno



INTENTI STRUMENTALI E POSIZIONI ILLIBERALI ORIGINANO, SULL'IPOTESI DI UNA MOSCHEA A LIVORNO,UN ASSURDO E TRAGICOMICO DIBATTITO

INTENTI STRUMENTALI E POSIZIONI ILLIBERALI ORIGINANO, SULL'IPOTESI DI UNA MOSCHEA A LIVORNO,UN ASSURDO E TRAGICOMICO DIBATTITO


Intenti strumentali e tanta illiberalità sembrano essere gli ingredienti base del dibattito ,per molti versi assurdo, che si svolge a varie riprese a Livorno in riferimento all'ipotesi di una nuova Moschea (ricordando come,di fatto,da anni ne esista già una).che ovviamente ,al pari du qualsiasi altro luogo di culto,ha diritto di sorgere nel rispetto delle regole vigenti.


Pare che ad alcuni,in città,non sia giunta ancora notizia del dettato costituzionale e degli impegni internazionali sottoscritti dall'Italia in tema di libertà di religione : invero,leggendo alcune dichiarazioni di esponenti politici nazionali,pare che carenze in materia si riscontrino sull'intero territorio nazionale.


Ecco allora che per motivare un non senso anticostituzionale si invoca il terrorismo e si citano,realtà purtroppo esistenti, i luoghi di culto islamici che celano attività terroristiche: rimane però chiaro l'esempio di paesi da decenni fortemente sottoposti al terrorismo dei fanatici islamici che riescono a combattere questo cancro senza detrimento di un elementare diritto dell'uomo,quale quello appunto a professare la propria fede.


La materia,a questo punto, diventa infatti di intelligence e di polizia, purchè si abbia la capacità di agire propria di una società laica che,in quanto tale, garantisce il diritto di tutti ,senza farsi però condizionare da alcuno, ed è quindi nelle migliori condizioni per intervenire anche duramente indipendentemente dalla fonte del pericolo.


Gli Stati Uniti insegnano anche al riguardo,non peritandosi di esercitare il diritto all'intervento a tutela dell'ordine pubblico e del rispetto delle leggi anche nei confronti di realtà religiose : purtroppo questo pare non essere possibile in Italia,complice primaria la debolezza della Laicità delle nostre istituzioni.


Tralasciando poi squallide iniziative “minacciate” tipo quella della distribuzione di salumi e carne di maiale, provocazioni dichiarate che facilmente potrebbero tornare al mittente come un boomerang, un altro ipocrita assurdo è insito nella questione della reciprocità,ovvero quello che è consentito “da noi” non è consentito “da loro”.


Dovrebbe essere noto a chiunque mastica politica come la reciprocità si applichi tra stati e non la si possa certo invocare tra religioni che sono sparse ovunque e spesso,fortunatamente,non coincidono con il potere temporale.


Si abbia quindi il coraggio e la coerenza di invocare una seria politica nei confronti di quegli stati che non garantiscono il rispetto dei fondamentali diritti umani (religiosi compresi) ed ai quali è quindi possibile anche parlare in termini di reciprocità.


Per fare questo,però,occorre mettere da parte cinici principi quali “pecunia non olet” e “real politik”, od almeno saperli esercitare avendo chiaro un limite oltre il quale la dignità nazionale viene infranta : alla luce del trattamento che riserviamo,ad esempio,a quel campione di democrazia che è Gheddafi,per il quale l'Italia è diventata una sorta di sala giochi,anche questo obbiettivo sembra non essere alla portata della nostra attuale Italia..


Federazione dei Liberali - Livorno



sabato 21 agosto 2010

La scomparsa del Vescovo Emerito Ablondi

Comunitando
www.livornoebraica.org
(Blog di cose ebraiche a cura di Gadi Polacco)

Nello svolgersi del Sabato ebraico e' pervenuta la notizia della scomparsa del Vescovo Emerito Ablondi.
E' questo un lutto anche per il mondo ebraico,non solo livornese,perche' di grande importanza e' stata l'opera che il Vescovo Ablondi,anche in virtu' degli importanti incarichi nazionali ricoperti,ha svolto a favore di uno stretto e corretto rapporto con il mondo ebraico.
Non dimentichiamo,in proposito,il profondo ed intenso lavoro svolto,ad esempio,in collaborazione con il Rabbino Prof. Giuseppe Laras ed il suo successore,il compianto Rabbino Isidoro Kahn (z.l).
Su di lui sia la pace!
Gadi Polacco
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lunedì 16 agosto 2010

E se su via Grande si arrivasse ad un nuovo referendum?

Egregio Direttore,
mi sfugge il motivo per il quale si continua a parlare, tra smentite e correzioni di rotta come appunto si addice alle fasi di sondaggio degli umori,di ipotesi di pedonalizzazione di via Grande quasi che la nostra via principale fosse avulsa dal resto del contesto cittadino e non risentisse, quest'area il cui circondario ospita la netta maggioranza relativa del commercio livornese,delle dinamiche attuali e future delle zone circostanti.
Torno quindi a chiedermi se le ipotesi che riguardano il centro cittadino per eccellenza,posto che le isole pedonali non sono nemiche"a prescindere" del commercio (naturalmente dipende da come vengono realizzate e servite), non debbano essere valutate unitamente a quella che continua a permanere almeno in gran parte un'incongnita, ovvero l'evoluzione commerciale che potrebbe avere in futuro l'adiacente area della "Porta a Mare".
L'immissione di nuova merceologia in dose massiccia a ridosso del centro,quale influsso avrà su via Grande e relativo comparto??
Ovvero,si pensa di filtrare l'immissione di realtà commerciali nelle aree di quello che fu il Cantiere, magari agevolando ed incentivando il ridispiegamento di attività già esistenti piuttosto del sorgere di nuove e quindi aggiuntive presenze merceologiche?
Sono problematiche,queste,non nuove e che già al sorgere del progetto Porta a Mare vennero esternate (ad esempio dal Consiglio della Circoscrizione 2),ma francamente non mi pare che abbiano avuto risposta ad oggi.
Sarà comunque interessante seguire come si sviluppeà la questione ,anche perchè la vicenda dell'ubicazione ipotizzata dell'ospedale a Montenero,con conseguente primo referendum popolare a Livorno,potrebbe aver aperto la strada,ove non si addivenisse ad una soluzione largamente condivisa,ad un nuovo questito referendario.
Cordialmente,

Gadi Polacco
Federazione dei Liberali

domenica 15 agosto 2010

Il Tribunale di Padova multa una scuola ed il Ministero : l'ora alternativa a quella di religione è un obbligo

Complice forse anche il clima vacanziero agostano,non ha avuto grande risalto una sentenza del Tribunale di Padova che, accogliendo il ricorso presentato dai genitori di una bambina che lamentavano l'assenza di alternative all'ora di religione (quella cattolica,per la cronaca l'unica presente nella scuola pubblica a carico però di tutti),ha condannato scuola e Ministero per discriminazione indiretta nell’esercizio del diritto all’istruzione e alla libertà di religione",ribadendo che trattasi di "valori tutelati dalla Costituzione"  e quindi confermando come tali insegnamenti alternativi debbano essere obbligatoriamente offerti per rendere effettiva la scelta compiuta dallo studente”.
E' scattata anche la sanzione pecuniaria pari a 1500,00 euro : se la cifra non è gran cosa,tenendo conto che di situazioni analogamente sanzionabili in Italia ve ne sono in abbondanza,anche dal punto finanziario se iniziassero a partire ricorsi non sarebbe quindi cosa indolore.
Ma è dal punto di vista di principio che questa sentenza è assai interessante perchè dimostra, diversamente da quanto alcuni cercarono di sostenere,che quanto espresso nel maggio scorso dal Consiglio di Stato (pur rigettando la famosa sentenza del TAR del Lazio) era in realtà un boomerang per chi, compreso purtroppo il Ministro,si ostina a voler ritenere l'attuale situazione consona ad una compiuta democrazia.
Scriveva infatti il Consiglio di Stato che il non attivare corsi alternativi " può incidere sulla libertà religiosa dello studente o della famiglia, e di questo aspetto il Ministero appellante dovrà necessariamente farsi carico” : dinanzi all'inadempienza padovana i giudici hanno pertanto proceduto di conseguenza.
Se l'alternativa "ora cattolica" od "ora alternativa" può apparire,come al sottoscritto appare, soluzione ancora assai insoddisfacente (la Costituzione infatti vuole tutte uguali,dinanzi allo Stato,le fedi) ,risulta comunque assai triste che in questo paese occorra ricorrere al giudice anche per farsi riconoscere un diritto chiaramente sancito e ben noto a chi dovrebbe assicurarne l'esercizio.

Gadi Polacco

mercoledì 11 agosto 2010

Bar dello Stadio e "protezionismo" alla livornese

Ben lungi dal voler entrare nelle discussioni tecniche,magari anche legali,concernenti l'esito della gara effettuata per la gestione del servizio bar del "Picchi", non posso non rilevare alcune dichiarazioni ed iniziative,politicamente trasversali,che sembrano richiamare ad una sorta di "protezionismo" e di difesa della "livornesita'",concetto assai nobile sotto vari punti di vista (storico,sociale,culturale,ecc) ma assai rischioso se contrapposto alla presunta onta dell'essere "diverso" (nel caso la ditta "rea" di avere la sede legale nel pisano e che deve arrivare addirittura a fare quasi dichiarazioni di abiura della propria origine) e pertanto "invasore".
Posso capire ,ma non giustificare, qualche politico che tenta spericolatamente di cavalcare strumentalmente la questione,ma cio' non mi appare serio e nemmeno utile,neanche per l'attuale gestione livornese che comprensibilmente gioca le proprie legittime carte.
Se la ricerca della prosperita' e della competitivita' economica di Livorno,secondo alcuni politici di casa nostra,passa attraverso il richiamo al "protezionismo" credo proprio che abbiamo un problema in più'.
Cordiali saluti,
Gadi Polacco
Federazione dei Liberali

lunedì 9 agosto 2010

Il sondaggio su via Grande ed il pericolo dell'approccio ideologico

Egregio Direttore, in realta' non vi e' molto di nuovo nel dibattito circa l'ipotesi di pedonalizzare via Grande o parte dell'arteria.
Gia" intorno al 2000,allora da vicepresidente e responsabile commercio della Circoscrizione 2,ricordo che l'eventualita' venne sondata,peraltro trovando i commercianti,in quegli anni,interessati.
Anche l'idea di utilizzare ,quale una delle direttrici per le linee di trasporto pubblico,viale Avvalorati sembro' vicina a concretizzarsi ma poi svani'.
Dunque niente di nuovo sotto il sole salvo,purtroppo,una crisi economica che pare richiedere ancora del tempo prima di essere superata ed alla luce della quale,almeno in parte,sono comprensibili le attuali remore che sembrano provenire dal comparto commerciale.
Un'isola pedonale e' pero' nemica del commercio "a prescindere" ?
Francamente e quale operatore nell'intermediazione commerciale che ha modo di frequentare regolarmente diverse realta' commerciali non mi sento di sposare questa tesi.
Ovvio pero' che un'isola pedonale,per prosperare,ha bisogno di un contesto favorevole,di parcheggi fruibili e di trasporti alternativi all'auto privata validi e facilmente accessibili..
Ma ha anche bisogno,questo nostro centro commerciale naturale,di politiche di marketing condivise che in altre realta' vengono attuate,o almeno tentate,da associazioni di zona che vedono al loro interno quale partner, attivo anche finanziariamente,l'Amministrazione Comunale stessa.
Poiche' pero' via Grande e dintorni non sono circondati dal niente,credo che non si possa dibattere circa l' "isola pedonale si o no" senza ricordare che l'assetto commerciale della citta',almeno stando alle iniziative in atto,e' destinato a variare decisamente con l'avvento del Nuovo Centro e della Porta a Mare, intesa come aree ex-Cantiere.
Quest'ultima realta' ,in particolare,potrebbe immettere a ridosso del centro commerciale naturale cittadino una dose aggiuntiva di attivita' commerciali che potrebbe portare ad una forte destabilizzazione del gia' precario assetto.
Filtrare queste attivita',favorire non l'aumento del peso merceologico ma bensi' un suo miglior ridispiegamento,sono alcune delle misure che a suo tempo,proprio per proteggere il cuore commerciale storico di Livorno,vennero da più' parti proposte.
Spero di sbagliarmi ma niente di cio' mi pare essere in atto.
E cosi', mentre ancora i croceristi vagano alquanto senza meta per la citta',in attesa che un concorso di forze (Amministrazione Comunale,associazioni di categoria e preposte,privati,ecc) faccia cio' che pragmaticamente parrebbe ovvio fare,ovvero organizzare dei pacchetti turistici "ad hoc" da proporre tramite tour operator/armatori cointeressandoli anche in senso economico, il dibattito su via Grande appare avulso dal contesto generale ed addirittura,in alcini casi,viziato da approccio ideologico.
Direi proprio che non possiamo permettercelo.
Cordiali saluti e grazie per l'attenzione,
Gadi Polacco
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EFFETTO VENEZIA - 8 AGOSTO 2010 - ANTEPRIMA DELLA GIORNATA EUROPEA DELLA CULTURA EBRAICA 2010-LIVORNO CAPOFILA PER L'ITALIA

domenica 8 agosto 2010

Referendum sull'Ospedale a Montenero : i liberali livornesi confidano nel senso di responsabilità civica dell'Amministrazione ed in regole per un corretto svolgimento della fase elettorale e del voto

Ora, il Referendum sulla delibera per l'Ospedale a Montenero è una realtà ufficiale. E' un grande successo del Comitato per l'Abrogazione, composto da persone normali. Soprattutto è la prova , anche a Livorno, della vitalità della partecipazione dei cittadini sui problemi veri della convivenza, nel segno dell'autonomia attiva e al di fuori del conformismo passivo. La politica di puro potere crea distacco, la politica delle idee mobilita.

Ora, compete all'Amministrazione Comunale assumere un comportamento adeguato. I liberali continuano ad augurarsi che l'Amministrazione rinunci alla delibera contestata, prendendo atto della forte contrarietà tra i cittadini, che del resto, alle elezioni di un anno fa,  non avevano dato mandato per la scelta Ospedale a Montenero, spuntata fuori dopo. Con questa rinuncia, l'Amministrazione dimostrerebbe, nel merito, rispetto per la partecipazione e, in chiave economica,  senso di responsabilità civica evitando la spesa di quasi mezzo milione di euro per il referendum. Noi liberali speriamo ancora che l'Amministrazione abbia questo coraggio.

Peraltro, anche se non avesse questo coraggio, l'Amministrazione è tenuta ad un comportamento adeguato. Deve assicurare alla Città che, per il periodo da oggi fino alla data di effettuazione del referendum, si costruiscano norme adeguate allo svolgersi della campagna di informazione dei cittadini. Non è affatto una cosa ovvia. Perché il referendum abrogativo cittadino non ha precedenti a Livorno e perché, anche le regole già previste almeno per gli ultimi 30 giorni della campagna, sono molto scarne e hanno bisogno di ulteriore sostanza. Tanto più che nella fattispecie l'Amministrazione svolgerà due ruoli: quello di organo istituzionale di garanzia e quello di parte in causa a difesa della delibera contestata. 

Ad esempio non esiste nessuna regola per la propaganda nelle sue varie forme, per dar voce al Comitato promotore dell'Abrogazione, per darla agli eventuali Comitati per il SI e per il NO, per le strutture fisiche del voto. Costruire queste regole in ritardo equivarrebbe al mantenere il silenzio attorno al referendum sperando così di favorire la non partecipazione al voto. I liberali si augurano che l'Amministrazione sappia tenere comportamenti adeguati e in ogni caso non ricorra a  metodi di prevaricazione.

Federazione dei Liberali

mercoledì 7 luglio 2010

DAR VOCE POLITICA AI LIBERALI, LA VERA CHIAVE PER LE RIFORME

Dar Voce Politica ai Liberali - la vera chiave per le riforme

Data:
mercoledì 21 luglio 2010
Ora:
17.00 - 19.30
Luogo:
Roma, Sala delle Colonne, Camera dei Deputati, Via Poli 13

Descrizione

Introduce
Pietro Paganini - coordinamento dei Liberali

Un vuoto da riempire
Stefano De Luca – Segretario Partito Liberale
Roberto Einaudi – Presidente Fondazione Einaudi
Raffaello Morelli – Presidente Federazione dei Liberali


I Liberali rispondono alla sfida internazionale
Emil Kirjas – Segretario Generale Liberal International

Verso la nuova agenda Liberale

Per un ricambio di classe dirigente
Luca Bolognini – Portavoce Coalizione Generazionale
Nicoletta Casiraghi – Segretario ANDE
Edoardo Croci – Direttore Cartalibera (
Vincenzo Olita, Direttore Società Libera
Gianfranco Passalacqua – Sinistra Liberale
Enrico Saponaro – Responsabile Organizzativo GLI
Fabiana Tenerelli - manager d'impresa - GLI

Irrobustire nella Costituzione i principi di libertà
Luigi Compagna - Senatore PdL
Sandro Gozi, Deputato PD
Paolo Guzzanti, Deputato PLI
Carlo Scognamiglio Pasini, Presidente Emerito Senato
Giuseppe Vegas, Vice Ministro Sviluppo
Gianni Vernetti, Deputato Api

rsvp: giovani@liberali.it - simona.nalin@camera.it

mercoledì 23 giugno 2010

La solidarietà livornese a Gilad Shalit, soldato israeliano rapito quattro anni or sono dai terroristi di Hamas

Egregio Direttore,
il 24 giugno 2010 cade il quarto anniversario dalla cattura di Gilad
Shalit, soldato israeliano rapito dai terroristi di Hamas e cittadino
onorario di Roma, del quale non si hanno praticamente notizie certe,a
parte un breve ed enigmatico filmato di alcuni mesi or sono.
Tutti i suoi diritti civili sono stati annullati dai rapitori che lo
hanno totalmente isolato dal mondo.
Per questa triste ricorrenza , l'Unione Giovani Ebrei d'Italia (UGEI) e
il Benè Berith giovani, associazioni cardine per i giovani delle
Comunità Ebraiche Italiane, hanno deciso di promuovere una
manifestazione in ricordo del soldato, chiedendo al Sindaco della città
capitolina di spegnere alle 23.00 (corrispondenti alla mezzanotte
israeliana) del 24 giugno un monumento altamente simbolico per la
capitale ,il Colosseo, così da mandare un segnale forte alla comunità
internazionale affinché si mobiliti per la liberazione del ragazzo. Alla
manifestazione è prevista la presenza del padre di Gilad, Noam Shalit,
che ringrazierà Roma , i suoi cittadini e tutti i partecipanti per
l'impegno nei confronti di suo figlio.
Anche a Milano,significativamente, verranno spente per alcuni minuti le
luci del Castello Sforzesco.
Molte le adesioni,anche politiche e trasversali,all'iniziativa romana :
da Livorno sono giunte pure adesioni private ed associative.
Ha aderito ad esempio la sezione labronica dell'Associazione Benè Berith
ed il livornese Raffaello Morelli, nella sua qualità di Presidente
Nazionale, ha comunicato agli orgnizzatori romani l'adesione della
Federazione dei Liberali.
Non sarebbe difficile,anche nell'imminenza dell'anniversario,esprimere
un segnale analogo da Livorno e magari riprendere anche una vecchia
proposta che ho indirizzato alla nostra Amministrazione,ovvero dare un
segno concreto di solidarietà conferendo,come fatto a Roma ma anche in
altre città nel mondo,la cittadinanza onoraria della città a questo
giovane ragazzo vittima di un terribile trattamento inumano.
La ringrazio per l'attenzione e La saluto cordialmente,
Gadi Polacco


(Nota : la particolarità del caso mi porta a fare qualcosa che
normalmente non riterrei di fare, ovvero scrivere la stessa lettera a
più testate locali. Spero che lo scopo del messaggio mi aiuti a farmi
scusare questa piccola libertà che mi prendo.Grazie)

REFERENDUM SULL'OSPEDALE A MONTENERO : UNA LETTERA DEI LIBERALI AL SINDACO DI LIVORNO PER CHIEDERE IL RITIRO DELLA DELIBERA ORA SOGGETTA A REFERENDUM ABROGATIVO

COMUNICATO

Nei giorni scorsi la Federazione dei Liberali di Livorno ha inviato al Sindaco di Livorno Alessandro Cosimi la lettera riportata di seguito con cui lo invita a ritirare la delibera 138/2009 ora soggetta a referendum abrogativo. 
Un ritiro della delibera  che, riconoscendo l'efficacia costruttiva della partecipazione dei cittadini, non sarebbe debolezza, ma la forza della saggezza amministrativa.




Signor Sindaco,

già lo scorso febbraio La invitammo pubblicamente ad un atto di coraggio politico, la rinuncia alla delibera 138 del 2009 per evitare il relativo referendum abrogativo.  Lei lasciò cadere  l'invito.

Ora il Comitato dei Cittadini ha depositato le firme necessarie, con abbondanza e con anticipo, aiutato nella autentica da tutte le opposizioni. Alla Conferenza Stampa del Comitato, il Capogruppo del PD, Cantù, è intervenuto, ha apprezzato il metodo democratico e, ricordato il sostegno alla delibera, ha auspicato che il referendum serva a chiarirne il merito ed ha pure specificato di aver informato Lei, Signor Sindaco. Ciò significa che il PD non inviterà all'astensione per evitare il quorum (50%+1 degli elettori, crediamo 69.233 votanti). La troviamo una decisione opportuna e del resto il professore non è tipo da parlare con lingua biforcuta. 

Perciò, siamo alla vigilia della campagna e nei tempi del regolamento si comincerà ad impegnare il mezzo milione di euro previsto. Trattandosi di un referendum, o Si o NO, le contrapposizioni saranno  crescenti e irrigidite.  Con i sostenitori della abrogazione che metteranno sempre più in rilievo tre grossi limiti dell'Ospedale a Montenero difficilmente confutabili: quasi 200 milioni di debito da restituire o per via finanziaria o approntando nuovi beni ,  ipoteca sul futuro urbanistico della città attraverso cessioni a privati per oltre 210 milioni ed  ipoteca sulla vocazione turistico ambientale della zona sud vanificando i vantaggi della prossima costruzione del lotto zero della superstrada. Quando poi il referendum sarà effettuato, se vincerà l'abrogazione si dovrà ricominciare tutto da capo, altrimenti la conferma della delibera (attraverso una campagna di convincimento ad allinearsi con il palazzo) non risolverà nessuno dei suoi limiti finanziari ed urbanistici che riemergeranno  nel tempo. 

I prossimi cinque mesi, di stop ad ogni iniziativa e di incertezza sul dopo ( tanto che Lei ha convenuto di non effettuare in questo periodo spese per la realizzazione del progetto), ci auguriamo che Lei li faccia risparmiare, inclusi i costi relativi alla consultazione, con la rinuncia alla delibera controversa. Così Lei consentirebbe di discutere davvero su Montenero, di fare tutti gli studi comparativi e dopo di arrivare a scegliere il meglio per il nuovo ospedale. E, cosa importante, darebbe prova che la partecipazione dei cittadini produce effetti costruttivi anche senza sfide all'ultimo sangue ( come sarebbe continuare a testa bassa verso il voto abrogativo). La Sua non sarebbe debolezza, ma la forza della saggezza amministrativa.

Con i migliori saluti

I Liberali livornesi

giovedì 17 giugno 2010

Tradizione craxiana

Il Sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi,secondo quanto riportato da "Il Corriere della Sera",parlando della questione sorta intorno al mancato o limitato invito ad Israele in vista del Forum deli Paesi del Mediterraneo in programma a Milano,pare abbia affermato tra l'altro : "Gli israeliani prendano atto che i ministri arabi non vogliono sedersi con loro e magari vi riflettano sopra".
C'è una certa coerenza craxiana in questa frase,ma se il Sottosegretario agli Esteri ignora i motivi per i quali dei ministri arabi non vogliono accanto un collega isaeliano e ritiene che a riflettere debba essere quest'ultimo, forse sarebbe meglio che si occupasse di altro.

Gadi Polacco

lunedì 7 giugno 2010

Napolitano e Cavour

Il sito della Federazione dei Liberali riprende l'importante discorso del Presidente Napolitano che ha celebrato ieri Cavour e una significativa proposta dei professori Alesina ed Ichino su I salari pubblici ? Ad personam

domenica 30 maggio 2010

Le inaccettabili dichiarazioni di Ettore Bernabei al Corriere della Sera che riecheggiano vecchi pregiudizi anche antiebraici ed antiprotestanti.

Intervistato dal Corriere della Sera (30.05.2010) Ettore Bernabei ha
riproposto affermazioni sconcertanti,peraltro già sentite purtroppo da
esponenti della Chiesa.Una "lobby dela finanza globalizzata" tramerebbe
dunque contro il Papa ed anche ai tempi della "RAI di Bernabei" ebbe
inizio un fantomatico "attacco della finanza protestante ed ebraica". E'
evidente come simili fantasticherie siano tanto gravi quanto facenti
parti dell'armamentario perennemente in uso da parte dei cultori del
pregiudizio.Confidiamo quindi in un tremendo scivolone di Bernabei che
vogliamo credere ignaro portatore d'acqua ad un mulino che non merita di
essere alimentato.

Gadi Polacco
Consigliere Nazionale Federazione dei Liberali

30 maggio 2010

mercoledì 26 maggio 2010

"Boicottaggio" alle merci israeliane si o no : da Coop e Conad ora è lecito attendersi corenza

/*Preso atto delle precisazioni di Conad e Coop che respingono il
concetto di boicottaggio antisraeliano,viste anche le delucidazioni
israeliane che spiegano come già sia evidente l'origine dello 0,4% di
merci "incriminate",appare chiaro che i due colossi della distribuzione
organizzata ne fanno una questione di principio : no o,quanto
meno,estrema identificabilità dei prodotti provenienti dai cosiddetti
"territori occupati" affinchè il consumatore decida nella massima
chiarezza come comportarsi.
Opinabile posizione questa,visto che il concetto di "territori occupati"
è nel mondo assai elastico,ma comunque legittima : occorre però ora che
i due gruppi, per fugare dubbi di esclusivo e triste pregiudizio
antisraeliano, agiscano con coerenza assicurando a noi consumatori la
massima chiarezza sulla provenienza dei prodotti originari di qualsiasi
area dove esista contesa (Cina-Tibet,Marocco-Saharawi,Spagna-territori
Baschi,Spagna-Ceuta,Turchia-territori curdi,Territori Palestinesi-Gaza
occupata dai terroristi di
Hamas,India-Pakistan,Cipro,ecc,ecc),rimandando ad una prossima puntata
la disquisizione sul comportamento etico da seguire nel mercato,ad
esempio,quando si parli di regimi dittatoriali (caviale iraniano,tanto
per citare un caso)..

Gadi Polacco
Consigliere Federazione dei Liberali*/

martedì 25 maggio 2010

Quel pasticciaccio del boicottaggio ai prodotti israeliani provenienti dai cosiddetti "Territori Occupati"

"Territori Occupati", riferita ad Israele, e' da tempo espressione obsoleta e direi altamente nostalgica.
Infatti,anche a sottoscrivere il concetto,in realta' assai opinabile ,ormai da anni si tratta di ben poca cosa visto che esistono i Territori dell'Autorita' Palestinese concessi a suo tempo da Israele.
Nel caso sii potrebbe parlare di "territorio occupato" pensando alla dittatura integralista dei terroristi di Hamas!
Comunque,dinanzi a questa realta' il boicottaggio del quale si legge in questi giorni,ad opera di realta' appartenenti a Conad e Coop (rivolto appunto ai prodotti venduti da Israele e originari dei "territori") appare ancor di più' anacronistico e destinato,pur stanti i distinguo espressi in particolare da Coop,a portare solamente acqua al mulino della stantia tradizione estremista,in questo caso spesso di sinistra, antisraeliana "a prescindere".
Allergico, da buon liberale,ai boicottaggi economici che sanno di ipocrisia quando si vuole operare nel mercato, potrei invece apprezzare quanto dichiarato da Coop,ovvero che la decisione ostracista riguarderebbe solo quei prodotti (pare si parli dello 0,4% dell'import da Israele!), originari dei "Territori" , per carenza di tracciabilita,ovviamente sempre che cio' sia corretto: ovvero il cliente non capirebbe esattamente quale provenienza abbia il prodotto e non potrebbe quindi determinare pienamente e liberamente la propria scelta.
Dicevo che potrei capire se tale rigoroso metodo venisse applicato a tutto campo : quindi vorrei sapere se dell'uvetta turca proveniene magari dai territori curdi,se qualche prodotto spagnolo origina forse da quelli baschi o se,tanto per citare un altro esempio, del "made in China" o "PRC" che dir si voglia e' invece di fonte tibetana.
Da ultimo ma certo non da meno,vorrei anche sapere se qualche prodotto importato,con lodevole intento benefico,dai Territori dell'Autorita' Palestinese sia "made in Gaza" e quindi contribuisca ad arricchire i terroristi di Hamas.
Insomma, "tracciabilita' totale" per tutti e non solo per i soliti.
Gadi Polacco

mercoledì 12 maggio 2010

Elezioni inglesi:si frantuma il mito del bipartitismo

Disagio e scetticismo. Così gran parte dei mass media italiani parlano dell'accordo a Londra tra Cameron e Clegg. Non stupisce. L'accordo ha violato più aspetti del conformismo imperante da noi. Nello smentire la favola che esisterebbe solo il bipartitismo. Nel far vedere che i governi si  fanno in 72 ore anche senza premi  di maggioranza al primo partito e senza rompere il rapporto territoriale tra eletti ed elettori. Nel mostrare che le idee politiche liberali sono più di un'inutile testimonianza. Nel provare che per dar regole alla convivenza non occorre essere identici su Europa o su riforma elettorale ma concordare un compromesso chiaro e alla luce del sole per scelte concrete. Nel ribadire che si governa per il paese e non per il partito. Certo, in Inghilterra non è diversa solo la politica. Sono diversi anche i mezzi di comunicazione che diffondono le idee politiche e non solo le diatribe dei potenti.FEDERAZIONE dei LIBERALI

mercoledì 5 maggio 2010

Unita' d'Italia ed iniziative del Comune di Livorno: non "solo" Garibaldi

Egregio Direttore,le preoccupazioni dell'Assessore Tredici circa alcuni tentativi in atto,a livello politico,per sminuire e magari anche ignorare il 150mo dell'Unita' d'Italia sono da condividersi totalmente.
Ben vengano quindi iniziative tese a rafforzare questo valore,tra quelli fondanti della nostra societa',anche a Livorno.
Duole pero' rilevare,in un commento cosi' opportuno e legato all'evento del 2011,l'attenzione ad uno solo dei pilastri portanti del Risorgimento,ovvero quello garibaldino.
Spero quindi che nell'evolversi delle iniziative che il Comune di Livorno attuera' si vada ad ovviare a quella che,stando al commento,pare una grave mancanza.
Credo sia infatti palese che sarebbe assai riduttivo ignorare l'essenziale ed insostituibile apporto cavouriano al progetto unitario, particolarmente a cuore di noi liberali,al pari del contributo mazziniano.
Un'apertura in tal senso, peraltro nel pieno rispetto della storia,troverebbe sicuramente sostenitori e collaboratori.
Cordialmente,
Gadi Polacco
Cons. Fed. dei Liberali
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