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venerdì 20 dicembre 2013

Una proposta liberale per alleggerire la popolazione carceraria senza fare pero' danni.

In materia di norme per svuotare le carceri,

Stefano De Luca, Segretario del

PLI, e

Raffaello Morelli, Presidente  di

Liberali Italiani, hanno scritto al Presidente del Consiglio Enrico Letta e al Ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, dando atto che "

la decisione presa dal Governo di  liberare dalla custodia cautelare in carcere un certo numero di detenuti, è senza dubbio un primo passo avanti per risolvere la rilevante questione sollevata dalla Corte dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo nei confronti dell'Italia, ma non può essere risolutiva per la grandezza della portata del problema".

De Luca e

Morelli hanno sottolineato che "

il sovraffollamento delle carceri italiane non dipende da un'inclinazione a delinquere maggiore rispetto agli altri Paesi, ma dall'abuso della carcerazione per chi non è condannato in via definitiva".

"

La linea maestra per risolvere stabilmente la questione – affermano gli esponenti del

PLI e dei

Liberali Italiani –  

è  un rapido intervento legislativo che immediatamente liberi i detenuti non condannati ( salvo quelli  perseguiti per reati in flagranza, delitti di sangue, associazione criminale e violenza sessuale) e riduca le circostanze ed i termini  della custodia cautelare in carcere . Tale  ineludibile scelta di civiltà, oltre  a rappresentare una maggiore garanzia per la libertà del cittadino, ridurrebbe il numero dei detenuti nei limiti fisiologici di condizioni dignitose nell'ambito delle strutture esistenti e  risolverebbe il fenomeno del sovraffollamento"

Per tutto questo,

De Luca e

Morelli chiedono di esporre alle strutture tecniche della Presidenza e del Ministro l'articolato disposto in materia dal

PLI e dai

Liberali Italiani.

 

Roma 20 dicembre 2013

mercoledì 11 dicembre 2013

Trasmissione antisemita alla tv pubblica rumena TVR3 Verde

Lettera all'Ambasciatore della Romania in Italia.

Egregio Ambasciatore,
media internazionali diffondono in queste ore l'incredibile filmato della canzone antisemita,inneggiante addirittura all'incenerimento degli ebrei di nazista memoria,trasmessa da quella che per giunta risulta essere una televisione pubblica del Suo paese, nel corso di una trasmissione natalizia.
La Romania che ambisce a un ruolo di rilievo nell'Unione Europea non merita di essere trascinata cosi' in basso e la sua credibilita' dipende anche dalla capacita' di contrastare nefandezze come questa,richiamanti i momenti più' bui della storia europea.
Ogni difensore dei basilari diritti dell'uomo non puo' quindi che attendersi,da parte del Governo rumeno,decise misure ,anche sul piano culturale e didattico,di condanna e prevenzione,altresi' intervenendo per rimuovere e neutralizzare chi,evidentemente,opera per diffondere odio e pregiudizio razziale.
Con distinti saluti,ringraziando per l'attenzione.

Gadi Polacco
Cons. Naz. Fed. dei Liberali

lunedì 4 novembre 2013

La prima scelta è cambiare il porcellum, non la "legge perfetta"

La prima scelta è cambiare il porcellum, non la "legge perfetta"



La legge elettorale non si riformerà trattandola come disputa tra tifosi (nel PD attuale, tra sostenitori e oppositori di Renzi). In tale clima, si fa dire a Renzi quello che non ha detto e ciò non serve a produrre la riforma. Alla Leopolda Renzi ha rilanciato il sistema di elezione dei Sindaci, ma è pura forma senza contenuto, dato che per Costituzione il presidente del Consiglio non si elegge direttamente come un Sindaco.

Riconosciuta questa evidenza, i renziani cercano almeno di dedurre dalla frase del capo l’intento di favorire il progetto inventato oltre venti anni fa dal Prof. Pasquino e in sostanza ora ripreso dal prof. D’Alimonte (arruolato tra i renziani perché presente alla Leopolda). Ma la presenza  non equivale ad interpretazione autentica di Renzi e la proposta Pasquino porta a scegliere una maggioranza ma non ad irrigidirsi nel maggioritario degli apparati (tanto che Pasquino ha frustato Renzi sul Corriere della Sera). Infatti il sistema di Pasquino funziona mescolando la rappresentanza proporzionale con il criterio  maggioritario:  al primo turno vengono assegnati i 2/3 dei seggi con il proporzionale puro tra le liste e al secondo vengono assegnati i 2/3 dei restanti con il maggioritario di coalizione lasciando l'altro terzo alle perdenti. Sarebbe positivo ma di approvazione difficile, perché è indigesto ai venditori di parole d’ordine ed ai signori della partitocrazia, che nega di esistere ma  conserva il potere.

Prima di intestare a questo o a quel personaggio la gloria del cambiamento, sarebbe quindi meglio praticare il sistema di vantare meno meriti e di compiere più scelte reali. Oggi la prima scelta non è promettere la perfezione del sistema elettorale ma cambiare davvero l’obbrobrioso porcellum inventato da Martini e clonato da Calderoli.

Il sistema Pasquino D’Alimonte sarebbe sì preferibile all’altra proposta Violante (cambiare il porcellum inserendo il voto di preferenza e una soglia di coalizione minima  da raggiungere per avere il premio di maggioranza), ma il non avere i voti per il primo non è una ragione per rifiutare la seconda. L’essenziale è sbloccare l’ipocrisia per cui da anni tutti dicono di voler modificare il porcellum e nessuno agisce. Ha ragione Napolitano. E smettiamola di dar la colpa alla frammentazione. I piccoli, proprio perché tali, non hanno la forza numerica per decidere, sono i grossi a fare scene per conservare i privilegi del controllo sugli eletti ed impedire in sostanza il cambiare  affidando ai cittadini la scelta.

I cittadini non chiedano la luna e pretendano fatti. Magari ricordando  che, se si sceglie il proporzionale con una soglia minima da raggiungere per il premio di maggioranza, allora è contraddittorio imporre in basso un’altra soglia per rappresentare i diversi. Però dimentichino il Sindaco d’Italia. Si perpetuerebbe la dissennata personalizzazione senza progetto che ha portato il paese al degrado  e in più si dovrebbe aspettare la riforma della Costituzione, mentre superare il porcellum è per esercitare subito la libertà.

Raffaello Morelli   -  autore de Lo Sguardo Lungo

(Il Tirreno, 2 novembre, ed. nazionale)

venerdì 25 ottobre 2013

Liberali e Democratici in cammino per cambiare

Alla Camera, giovedì 24 ottobre, è stata presentata la dichiarazione congiunta dei Liberali e Democratici in cammino per cambiare. L’hanno promossa sei gruppi: FARE per Fermare il Declino (Coordinatore Nazionale, Michele Boldrin, Partito Liberale Italiano (Segretario Nazionale, Stefano De Luca), Liberali Italiani (Presidente Nazionale, Raffaello Morelli), Progett’Azione (Coordinatore, Angelo Burzi), Uniti verso Nord (Presidente, Alessandro Cè), Partito Federalista Europeo (Presidente Nazionale, Stefania Schipani). La dichiarazione congiunta intende essere il catalizzatore di ampie adesioni di Associazioni e di persone fisiche.

 

Dichiarazione congiunta

 

Questa Italia, di cui siamo innamorati, va nella direzione sbagliata e corre il rischio di continuare sul sentiero di un inesorabile declino al quale è stata avviata dalle politiche adottate negli ultimi decenni. Bisogna invertire rapidamente la rotta, ma i partiti che sostengono questo governo sono incapaci di farlo. L’ondata di antipolitica che questo stato di cose ha generato si è espressa sia con l’astensione dal voto che con il sostegno al M5S, il quale non sa indicare al paese una via di uscita credibile.

Una radicale svolta politica, istituzionale, economica ed anche culturale si può mettere in atto solo cambiando la struttura dello Stato sia a livello nazionale sia a livello europeo, modernizzando la struttura statale italiana e gettando le basi per costruire un’Europa Federale, che superi i limiti istituzionali dell’attuale Unione Europea. Italia ed Europa devono tornare ad assumere la posizione di protagonisti nei confronti del resto del mondo. L’Italia ha bisogno di vere riforme ma l’attuale classe politica non le vuole per perpetuare i privilegi di cui si è appropriata a danno dei cittadini che lavorano e producono.

L’Italia ha quindi bisogno di una grande formazione politica che rappresenti le componenti sociali più vive e produttive del paese per realizzare quella riforma liberale di cui si discute inutilmente da trent’anni. In Italia, questo soggetto politico non esiste: va costruito. Questo è l’obiettivo per cui abbiamo deciso di cooperare superando le non rilevanti differenze di visione che ci hanno sino ad ora tenuti divisi, per cercare invece di valorizzare quel patrimonio culturale e di idee che ci accomuna. Per questo facciamo appello a tutte le persone ed istanze sinceramente riformatrici perché si associno a noi, con spirito critico ma positivo, per costruire un’aggregazione politica alternativa sia al conservatorismo di PD e PdL che alla critica distruttiva del M5S.

La proposta che avanziamo è di costruire assieme tale formazione politica su un programma ben chiaro e definito, unificando e valorizzando in essa le esperienze politiche che rappresentiamo e quelle molte altre che esistono nel paese e che, da diversi punti di vista, hanno a cuore quegli stessi obiettivi di rinascita della nazione che ci ispirano.

Non stiamo proponendo di unificare soltanto tutti coloro che si rifanno ai principi del liberalismo italiano ed europeo: occorre andare al di là delle vecchie barriere ideologiche che abbiamo ereditato dalla storia nazionale – o di quelle organizzative e di partito – per parlare ai cittadini ed in particolare a quelle realtà che maggiormente patiscono la crisi. Il nuovo soggetto politico che intendiamo costruire vuole essere alternativo all’attuale sistema partitocratico: vogliamo ribaltare la società dei divieti e dei privilegi che uccide l’economia del paese e nega libertà ai cittadini.

Unirsi non significa mortificare l’identità delle organizzazioni e delle persone che a questo progetto partecipano, costringendoli a rinunciare alla propria storia ed imponendo loro di abbandonare i propri valori. Al contrario, per noi unirsi consiste nel valorizzare ed esaltare queste storie, questi valori, queste visioni strategiche, per costruire, insieme e con altri, una nuova aggiornata sintesi politico-programmatica.

Le elezioni europee sono la prima scadenza che non possiamo mancare. Occorre sia riportare l’Italia in Europa, da protagonista, che cambiare l’Europa sburocratizzandole entrambe. Vogliamo arrivare preparati alle elezioni europee del maggio 2014 come parte integrante di una forza politica di ispirazione liberal-democratica.

Per arrivare a questo vogliamo raccogliere attorno a tavoli di lavoro tematici tutti coloro che siano disposti a contribuire attivamente a tale processo costituente. I concreti punti fondanti del nostro progetto, in cui noi tutti ci riconosciamo, sono:

01) Riduzione del debito statale, mediante dismissione del patrimonio pubblico;

 

02) Riduzione della spesa pubblica, mediante riduzione del perimetro dell’intervento pubblico nell’economia, con conseguenti privatizzazioni ed eliminazione d’ingiusti sussidi;
 

03) Riforma fiscale, che porti ad una drastica riduzione della pressione complessiva e tuteli i cittadini e le imprese dagli abusi della burocrazia pubblica;

 

04) Riforma dello Stato in senso federale, con attribuzione di autonomia impositiva e finanziaria alle Regioni e agli Enti locali in modo da rendere i governi decentrati responsabili delle proprie scelte davanti agli elettori e con meccanismi di perequazione trasparenti a favore delle aree più deboli. Costruzione di un’Europa federale che si ponga come soggetto politico unitario internazionale. 

 

05) Riforma del diritto del lavoro, per assicurare l’elasticità in ingresso ed in uscita, garantendo i più deboli mediante l’introduzione di un sussidio di disoccupazione universale;

 

06) Riforma della Pubblica Amministrazione, con drastico taglio delle strutture burocratiche e delle procedure amministrative, riducendone i costi esorbitanti. Rivedere la giustizia civile e rivisitare quella penale per fare sì che la certezza e celerità del diritto diventino una realtà per tutti i cittadini e non solo propaganda elettorale;

 

07) Riforma del sistema creditizio e tutela del risparmiatore, liberandoli da protezioni e influenze estranee al sistema bancario e finanziario;

 

08) Lotta all’illegalità, con particolare attenzione alla criminalità organizzata e alla corruzione;

 

09) Riforma del sistema educativo, per ridare alla scuola e all’università il ruolo di volani dell’emancipazione civile e socio-economica delle nuove generazioni. Occorre spendere meglio e di più per creare il capitale umano delle nuove generazioni e per fare questo vanno introdotti cambiamenti sistemici. La concorrenza fra istituzioni scolastiche e la selezione meritocratica di docenti e studenti devono trasformarsi nelle linee guida di un rinnovato sistema educativo.

10) Riforma del finanziamento della politica, abolendo quello statale e sostituendolo con quello dei cittadini, inquadrato in precise regole di trasparenza e democrazia civili unite a tetti antimonopoli di influenza; adozione di una legislazione adeguata ad eliminare i conflitti d’interesse nella vita politica ed amministrativa.

Tanto premesso e ritenuto, i soggetti firmatari della presente, per il tramite dei loro legali rappresentanti muniti dei necessari poteri di firma

dichiarano

di aderire al progetto di costituire insieme una nuova Formazione Politica, che si ponga lo scopo di far ripartire la crescita del paese per il tramite delle riforme specificate. Inoltre,

si impegnano

a collaborare tra di loro e, più in generale, a fare tutto ciò che è necessario perché il progetto possa essere realizzato nel più breve tempo possibile.

Italia, 24 ottobre 2013

mercoledì 23 ottobre 2013

LIBERALI E DEMOCRATICI IN CAMMINO PER CAMBIARE 
L'ITALIA E L'EUROPA

COMUNICATO STAMPA

LIBERALI E DEMOCRATICI IN CAMMINO PER CAMBIARE
L'ITALIA E L'EUROPA

Per iniziativa di sei partiti e movimenti politici, Fare per fermare il declino, Partito Liberale Italiano, Liberali Italiani, Partito Federalista Europeo, Progett'Azione, Uniti verso Nord, inizia un processo di confronto e dibattito pubblico attraverso cui si vuole  fare nascere il partito che non c'è ma di cui l'Italia ha disperato bisogno: il partito di chi non si arrende al declino e vuole cambiare radicalmente il paese per poter dare speranza ai giovani e all'Italia che lavora e che produce

24 Ottobre ore: 16.00 - Sala Stampa Camera dei Deputati, Roma

L'Italia corre sul sentiero di un inesorabile declino al quale è stata avviata dalla fallimentare gestione politica degli ultimi decenni i cui responsabili sono ancora oggi al Governo e dimostrano di non essere capaci di risolvere i problemi del paese.

E' necessaria quindi una fondamentale e rapida inversione di rotta. E' necessario un progetto di riforme che ripensi, snellendola profondamente, la struttura dello Stato e della pubblica amministrazione. Solo così le forze creative e produttive del paese potranno distendersi liberamente, rilanciandone la competitività, ridando all'Italia il suo ruolo in Europa e nel mondo.

Movimenti e partiti politici con una prestigiosa tradizione storica hanno deciso di federarsi per costituire una nuova formazione politica aperta che sia la casa dell'Italia vera che produce e compete dichiarando la propria adesione a un progetto unitario.

Il documento fondante della Federazione porta la firma di: FARE per Fermare il Declino (Coordinatore, Michele Boldrin), Partito Liberale Italiano (Segretario, Stefano de Luca), Liberali Italiani (Presidente, Raffaello Morelli), Partito Federalista Europeo (Presidente, Stefania Schipani), Progett'Azione (Coordinatore, Angelo Burzi), Uniti verso Nord (Presidente, Alessandro Cè), oltre a quella di diverse altre associazioni, movimenti e persone fisiche.

Le elezioni europee saranno la prima opportunità per presentarci ai cittadini, con particolare attenzione ai tanti delusi delle forze politiche attuali di Governo e di opposizione e soprattutto a quella larga maggioranza silenziosa che non ha voluto votare sino a oggi perché non rappresentata nelle sue necessità.

Per arrivare preparati a questo appuntamento saranno costituiti tavoli di lavoro tematici aperti a quanti vorranno considerare proattivamente la proposta di realizzare un processo costituente per una nuova formazione riformista di ispirazione Liberale e Popolare che risponda ai problemi formulando proposte concrete ed effettivamente realizzabili nel breve tempo.
 

lunedì 30 settembre 2013

La solidarieta' dei liberali alla famiglia Cosimi.

La rinnovata minaccia rivolta al Sindaco e conseguentemente anche alla sua famiglia, e' intollerabile in un ambito civile e deve essere neutralizzata,quale ne sia la fonte,la natura e lo scopo.
Ove non si trattasse del gesto di una mente malata,come viene prioritariamente da augurarsi, si tratterebbe infatti di un'azione che tenta di minare alla base la convivenza civile che deve sussistere anche nel confronto.
Al Sindaco Cosimi e famiglia la nostra vicinanza.

Liberali Livorno
www.liberalivorno.blogspot.com

lunedì 23 settembre 2013

Solidarieta' alla vittime dell'attentato in Pakistan.

L'ennesima strage di civili in preghiera, questa volta in una chiesa cristiana protestante in Pakistan, ha seguito uno schema ormai classico e testato in tante altre occasioni (da Israele all'Egitto passando da diversi paesi africani), nelle quali sempre sono stati presi di mira civil inermi.

E' la tragica conferma, giusto all'indomani del ricordo del 20 Settembre, che dove manca la Laicita' , quindi il rispetto tra tutti i vari credenti e i non credenti,si lascia spazio a fanatismo e integralismo religioso.

Di fronte al fanatismo, stona leggere ancora definizioni quali "attacchi suicidi' o "kamikaze",magari votati ad un assurdo e distorto concetto di "martirio". Si tratta di terrorismo puro e semplice, non basato su disperazione e poverta' (come ancora qualcuno vorrebbe raccontare) ,bensì su fanatismo integralista religioso.

Rinnoviamo quindi anche in questa occasione la nostra solidarietà per le vittime perche' da liberali e laici ci e' ben chiaro come, alla base della convivenza,non vi possa che essere uguaglianza e rispetto reciproco,nell'osservanza delle comuni leggi dello Stato che devono guardare a tutti, indistintamente, in modo uguale.

Liberali Livorno

www.liberalivorno.blogspot.com

giovedì 19 settembre 2013

20 Settembre : il messaggio di Porta Pia e' sempre attuale e guarda al futuro.

Ricordare la Breccia di Porta Pia e' mera celebrazione di un avvenimento che,in verita', ha prodotto storiche conseguenze quali la fine del potere temporale del Papa, l'unificazione d'Italia con Roma capitale e la fine dell'ultimo odioso ghetto ebraico,quello romano?
E' questo e assai di più',guardando all'oggi e al domani della nostra societa' che, sempre più' aperta, avrebbe bisogno di iniezioni di Laicita' , medicina in grado di assicurare il rispetto tra tutti i credi e i non credenti e la loro liberta' nella parita' prevista dalla Costituzione.
Ne avrebbero bisogno in quelle tante parti del mondo nelle quali il fanatismo religioso si trasforma in estremismo che cerca di imporre agli altri il proprio credo,anche con la violenza,non rispettando la liberta' degli individui.

Liberali Livorno
www.liberalivorno.blogspot.com

giovedì 12 settembre 2013

Consegnata richiesta formale dell 'Atto di Concessione del terreno demaniale per la Statua "Madonna dei Popoli"

SIMBOLI RELIGIOSI IN PORTO


Livorno, 12 settembre 2013


L'avv. Dario Spizzamiglio ha scritto al Presidente dell'Autorità Portuale per
chiedere copia dell'Atto di Concessione della parte di Demanio Pubblico su cui il
7 settembre è stata inaugurata la Statua della Madonna.

La medesima richiesta era stata già avanzata in un incontro a fine maggio tra il
Segretario dell'Autorità ed alcuni cittadini del gruppo dei 31 mobilitatisi fin da
marzo. In quell'occasione era stato assicurato che copia dell'Atto di
Concessione sarebbe stata fornita appena pronta ma fino ad oggi, nonostante le
ripetute insistenze, nulla è noto.

L'interesse dei richiedenti è quello di esercitare i diritti civili propri e dei cittadini
livornesi circa il poter valutare i termini dell'Atto di Concessione sotto il profilo
della neutralità istituzionale rispetto ad eventuali altre richieste di altre fedi.

Il fatto che oggi venga formalmente richiesto di conoscere l'Atto di Concessione,
è un'ulteriore prova che l'attivarsi dei cittadini non è mai stato contro
l'installazione della Statua della Madonna ma ha inteso porre il problema del far
funzionare la convivenza tra credi diversi e cittadini diversamente credenti,
senza dare o riconoscere privilegi ad alcun culto. Infatti, la materia religiosa non
può essere regolata con consultazioni referendarie on line né facendo assorbire
da un simbolo tutti gli altri, come si è tentato in questi mesi. La concreta
protezione di Livorno sta nella tolleranza e nella laica libertà di culto.

sabato 7 settembre 2013

ATTENZIONE : SONO UN PERICOLOSO MEMBRO DI UN "AGGUERRITO COMITATO" EVERSIVO.

ATTENZIONE : SONO UN PERICOLOSO MEMBRO DI UN "AGGUERRITO COMITATO" EVERSIVO.

Devo avvisare di quanto sopra i miei amici di Facebook e di internet : è
giusto che lo sappiano affinchè possano prendere eventualmente le
opportune decisioni.
Lo rivelo solo ora perchè solo ora,leggendo il sito de La Nazione di
Livorno,ho scoperto ciò.

Sono reo, insieme ad altri,di fare appunto parte di un "agguerrito
comitato" cheavrebbe osteggiato la statua "Madonna dei Popoli" in porto.

Il nostro reato? Aver chiesto l'osservanza del Codice della Navigazione
e analogo trattamento dinanzi a eventuali future richieste provenienti
da altre religioni.

Che ne sapevo io che raccomandare l'osservanza della legge e della
Costituzione era eversivo?!

Ulteriormente saremmo rei di aver richiesto ciò, in verità dichiarando
il nostro rispetto per qualsiasi simbolo religioso "Madonna dei Popoli"
compresa (sicuramente una perfida mossa propagandistica...) "malgrado il
referendum, l'universalità del culto e l'adesione convinta dei livornesi
– credenti e non credenti..."

Già, è noto che i sondaggi dei giornali hanno valore scientifico ma poi
cosa c'era da sottoporre a referendum?!

Sarò "agguerrito" ed eversivo ma credo che siano propri alcuni promotori
della statua ad avere qualche problema....

Trovo anche bizzarro che vi sia chi ritenga di poter decidere, "erga
omnes", quale culto sia "universale", stante la presenza di varie fedi,
di chi non crede e della Costituzione che vuole tutte le religioni
uguali dinanzi allo Stato (e il demanio portuale è Stato).

Pare poi che l'articolista sia in possesso di dati assoluti e sia anche
in grado di arruolare tutti, "credenti e non credenti".

Comunque sulla richiesta,riferisce l'articolo, "lo stesso vescovo Giusti
si è detto d'accordo, auspicando tuttavia che i firmatari si facciano
promotori di iniziative perché la religione cattolica e i suoi simboli
siano rispettati dove oggi vengono perseguitati.".

Forse l'articolista ha anche la facoltà di darci l'interpretazione
autentica delle parole del Vescovo ma se la frase corrispondesse al
vero, sarebbe facile dimostrare (storia politica e personale di tanti
degli "agguerriti" firmatari alla mano) quanto sarebbe stata malamente
gettata al vento.

Pensavo che gli articoli stile "Pravda" contro i quali mi battevo da
giovane liberale, quelli nei quali si doveva sempre trovare un "nemico"
da denigrare e osteggiare, fossero ormai archiviati.....invece me li
ritrovo,questo è il mio modesto parere,sulla risorgimentale Nazione.....

domenica 4 agosto 2013

Lettera liberale al Sen. Silvio Berlusconi

                       3 agosto 2013

 

Egregio Senatore Berlusconi,

Le scrivo come liberale invitandoLa a contribuire alla pacificazione e con ciò alla possibilità politica di affrontare senza distrazioni  i problemi del paese.  I liberali, appunto perché liberali, non hanno mai votato dal 1994  le coalizioni politiche da Lei promosse e sono stati cofondatori dell’Ulivo. Allo stesso tempo, hanno sempre sostenuto che la questione non era sconfiggerLa in termini giudiziari bensì politici, cosa che non sarebbe riuscita con  tesi indistinte e lontane da proposte praticabili.

Oggi solo Lei può rimuovere il macigno che paralizza il confronto politico, vista l’attenzione ossessiva ad esso dedicata. Lei ritiene la condanna definitiva in Cassazione frutto di persecuzione ed ha tutto il diritto costituzionale di sostenerlo (solo gli illiberali continuano a dire che le sentenze non si commentano). Peraltro è ovvio che ogni sentenza va rispettata. E siccome Lei ha espresso l’intenzione di restare in campo politico,  oggettivamente si separano i Suoi destini di singolo e la Sua posizione di capo politico.   Le sofisticate tecniche legali che adotterà in sua difesa, non possono più confondersi con la prospettiva delle Sue idee politiche. Il confonderli mina il governo Letta (cosa da Lei sempre esclusa) e alimenta polemiche  forti e sterili sul non rispetto della sentenza (vedi strada della “grazia”).

La sentenza definitiva della Cassazione attiva due procedure, la decadenza da senatore e l’arresto. Lei separerebbe la difesa personale dalla prospettiva politica, accelerando nei prossimi giorni le procedure con due Suoi atti autonomi, le dimissioni da Senatore e il consegnarsi in carcere. E’ evidente che questi due atti costituirebbero per Lei  grossi sacrifici umani, ma un capo deve avere la capacità di farli, soprattutto perché con ciò toglierebbe il grosso macigno che distrae la politica dai problemi reali e darebbe fiato all’Italia.

Lei non perderebbe  il Suo ruolo di guida politica (per i cittadini sostenitori delle Sue tesi) e spianerebbe la strada a riforme su questioni essenziali per il paese, a cominciare, come ha detto il Presidente Napolitano, da quei problemi relativi all'amministrazione della giustizia, già segnalati lo scorso marzo dal gruppo di lavoro presidenziale.

Le rivolgiamo questo invito come liberali Suoi avversari politici perché convinti che togliere all’immobilismo conservatore la scusa Berlusconi sia sciogliere i vincoli dell’Italia. 

Con i migliori saluti

Raffaello Morelli - Liberali Italiani

venerdì 2 agosto 2013

Porta a Mare e altri insediamenti: troppe lacrime di coccodrillo, quasi che la cosa non fosse nota....

Egregio Direttore,
opportunamente Il Tirreno pone una questione assai pragmatica nel titolare a argomentare che "mentre il commercio piange arrivano 200 nuovi negozi" :  cosa bizzarra, sembra proprio che la cosa fosse stata messa da una parte, mio malgrado devo dire anche a livello di associazioni di categoria, secondo una vecchia tradizione di questa città, ovvero l'attendere l'ultimo minuto,se non anche dopo, per lamentarsi e cercare di cambiare cose ormai impostate da anni.
Il sito de Il Tirreno può testimoniare invece che delle voci,da lungo tempo, si sono levate a far rilevare certe cose e a mettere in guardia dinanzi a certi pericoli.
Attingo quindi  all'archivio del giornale ,per dare un esempio, per ricordare che, correva l'anno 2003, scrivevate : «Occorre guardare alla Porta a mare con pragmatismo, senza per questo nascondersi le insidie e le perplessità che un simile progetto inevitabilmente contiene». Parola di Gadi Polacco, che alla circoscrizione 2 è vicepresidente e capogruppo della Lista Amaranto (che ha detto sì al «parere d'approvazione condizionato votato a maggioranza dal consiglio».
 La Lista Amaranto ritiene importante che il documento raccolga le istanze di dotare di «una sorta di particolare "Pir" il commercio dell'area, con il coinvolgimento delle associazioni dei commercianti»: l'ampio spazio per insediamenti commerciali va «gestito favorendo al massimo il riposizionamento e l'evoluzione del commercio già insistente sul territorio, aprendosi poi a quello della città intera e completando conseguentemente l'opera attingendo a risorse esterne, senza turbare il già massiccio carico commerciale insito nel centro cittadino». I timori? Riguardano «le reali possibilità di coabitazione tra nuovi residenti e lavorazioni nautiche» e il rischio «di creare un'"isola" all'interno della città», senza contare le «inderogabili esigenze di piena e normale attività della Lips».

Il parere della Circoscrizione 2, per contestualizzare in sintesi la cosa, diceva in pratica :
- attenzione al carico di nuovo commercio che viene immesso sul centro città, dove è già presente oltre il 40% del commercio cittadino, che occorre filtrare e indirizzare affinchè sia nuova merceologia o spostamento,in miglior condizione di lavoro,di merceologia già esistente,onde evitare una possibile overdose;
- attenzione (la Lips ormai ce la siamo giocata) alla salvaguardia delle riparazioni navali, attività alla quale un porto che voglia definirsi tale non può rinunciare,che devono convivere con la nuova vocazione dell'area.
Nel corso di questi dieci anni e più queste cose le abbiamo ripetute, in verità in sparuto numero,comunque n diversi e quel parere condizionato della Circoscrizione 2 di allora appare "profetico",alla luce delle discusisoni in atto.
L'assenza di fatto dalla partita delle sigle del commercio, con grande dispiacere questo è il mio modesto pensiero, oltre a quello dell'Amministrazione portano oggi alla situazione che ben avete descritto.
Ma almeno le lacrime di coccodrillo o l'illusione (tale sin dall'origine) che "Porta a Mare diventi luogo per attività commerciali legate principalmente alla diportistica" per favore ci vengano evitate.
Grazie per l'attenzione e cordiali saluti,

Gadi Polacco

--
Federazione dei Liberali - Livorno
www.liberalivorno.blogspot.com

venerdì 19 luglio 2013

E' il momento degli F24, archiviata la discussione sugli F35....

Chiusa in qualche modo la questione degli F35 ecco ora che a Livorno a creare problemi sono gli F24 modello Tares.
Ormai il serio dubbio e' di essere su "Scherzi a parte" o programma simile e opportune appaiono,prontamente esposte,le preoccupazioni espresse da Lega Consumatori, per bocca del Presidente Andrea Raiano,circa vari aspetti della vicenda TARES che alla fine potrebbero nuocere ulteriormente al cittadino.
Dinanzi al pasticcio degli F24 illeggibili e della mancata consegna,si legge, dei bollettini postali viene poi da chiedersi,in tempi di bonifici via home banking e carte di pagamento varie,se non sia giunta l'ora di ampliare le modalita' di pagamento della gabella evitando inutili code al cittadino,code che a quanto pare piacciono invece assai all'apparato burocratico che sembra non conoscere il significato di "semplificazione".
Stantia e' infine la litania,riferita in questo caso alla sanzione del 30% (poi si parla del problema usura...) per i ritardatari,scaricata direttamente sullo Stato in quanto legge nazionale.
La responsabilita' politica di tali norme appartiene a chi le impone e comunque a chi,potendolo,potrebbe variarle e al governo non ci sono i marziani ma gli stessi partiti che,negli anni,hanno governato a livello nazionale e locale.
Gadi Polacco
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lunedì 1 luglio 2013

La caccia al tesoro per pagare il ticket del pronto soccorso. Meno male che il tabaccaio c'e'...

Al pronto soccorso,salvo disturbi mentali.non ci si reca per divertimento ma,banale ma vero,necessariamente quali "clienti" o accompagnatori di "clienti".
Tra le varie incombenze dell'accompagnatore (star dietro agli aggiornamenti sulla situazione,richieste varie,ricovero o ritorno a casa del paziente,ecc) puo' anche esserci quello di pagare il ticket.
Semplicissimo,direte voi,c'e' la macchinetta nella sala d'attesa!
Gia', peccato che oggi (non ho idea a quando risalga il guasto) non funzioni,insieme alla macchinetta del caffè'.
Pazienza,come dice l'avviso basta andare al vicino padiglione 16 (se intanto rilasciano il paziente che avete accompagnato o lo ricoverano poi sono affari vostri per rincorrerlo...).
Giratina quindi al padiglione 16 ed ecco l'agognata cassa automatica.
Che fortuna,non c'e' nessuno!
L'illusione dura poco....e' guasta pure quella!
Il tam tam solidale tra frequentatori dice che "forse" (se non e' rotta o se non e' stata distrutta per rubare il contante) funziona quella dell'atrio centrale....
Una bella caccia al tesoro-ticket? No,per fortuna ci sono i tabaccai e 5 giorni per saldare il conto.
E allora,cara ASL,perche' non affidarsi a loro direttamente (magari senza ulteriori costi per il cittadino) evitando di voler mal gestire la rete delle infernali macchinette?!
Cordialmente,
Gadi Polacco

Foto : le due macchinette fuori uso
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venerdì 28 giugno 2013

CORDOGLIO PER LA SCOMPARSA A ROSIGNANO MARITTIMO DEL CONS. GIUSEPPE DI QUATTRO

Apprendiamo della prematura scomparsa di Giuseppe Di Quattro, Consigliere Comunale a Rosignano Marittimo da vari mandati. E' per i liberali la perdita di un amico che mai ha smesso, durante il suo percorso politico, di rivendicare il proprio essere liberale unitamente al proposito di contribuire a rendere la comune societa' nella quale viviamo maggiormente improntata ai valori,tipicamente liberali,idonei per una societa' aperta e inclusiva di tutti nel rispetto tra e verso tutti.
Ne ricordiamo anche l'esempio di amministratore che intendeva il far politica nella più genuina delle accezioni,per i cittadini e a contatto con i cittadini.
Il dolore della famiglia e' quello degli amici tutti.
Sia il suo ricordo un esempio al quale ispirarsi umanamente e politicamente.
Gadi Polacco
Liberali Livorno
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venerdì 21 giugno 2013

Nuovo ospedale e minacce al Sindaco Cosimi

E' assai triste apprendere che,ancora oggi e seppur magari (come auspichiamo) per idiota provocazione,c'e' chi si nasconde dietro a un simbolo tragico,quello delle Brigate Rosse, che ci riporta a una tremenda fase storica come e' stata quella del terrorismo brigatista.
Dinanzi a certi gesti,quale sia la loro natura,non vi e' che da essere vicini e solidali a chi ne viene colpito,nal caso il Sindaco Cosimi.
Il dibattito politico e' ben altra cosa.

Liberali Livorno
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mercoledì 5 giugno 2013

Sui fondi ale paritarie

Si riporta di sotto il testo dell'articolo di Raffaello Morelli pubblicato dal Tirreno del 31 maggio sul perché non dare fondi pubblici alle paritarie. 


Sui fondi alle  paritarie, va evitata la polemica non utile al convivere tra diversi: come scrivere che, se chiudessero tutte le scuole cattoliche, lo Stato non potrebbe gestire l'istruzione per chi ne ha diritto. Si regredirebbe al potere temporale e spero non si voglia.

Evitato questo, seguiamo l'impianto educativo della Costituzione. Il diritto dei genitori di educare non è un mondo a sè ma rientra nel sistema educativo dell'articolo 33. Lo Stato da libertà di scelta al cittadino, da una parte lasciando ad ognuno libertà di organizzare l'insegnamento preferito, dall'altra organizzando l'istruzione pubblica garantita a tutti senza preferenze. Allora libertà di insegnamento non significa che lo Stato rinunci alla funzione di garanzia finanziando preferenze di singoli. Trasformare la libertà di insegnamento in diritto ad educare è la pretesa comunitaria di preesistere allo Stato e di esigerne l'intervento per farsi finanziare una libertà isolata.

La scuola parificata non configura la libertà di insegnamento bensì la libertà di impresa, che  chiede allo Stato il titolo di parificata adottandone i programmi. La scuola parificata rientra nel sistema pubblico ma non è identica alla pubblica. Attua una propria finalità specifica, che non coincide con quella pubblica. Anche se onlus, ne ricava un'influenza (cioè un utile) e non può costruirsela con i soldi pubblici.

Finanziare le parificate non rientra nella sussidiarietà. Per la Costituzione art.118, c. 4,  le istituzioni favoriscono  l'autonoma iniziativa di cittadini. Qui,  il verbo favorire non è sinonimo di dare moneta e la frase autonoma iniziativa si riferisce ad iniziativa con autonomia finanziaria e decisionale. Le scuole parificate non hanno per definizione questa autonomia e non rientrano nella sussidiarietà che assiste l'autonoma diversità del cittadini. Sostenere che finanziamento dello Stato sarebbe diverso da oneri dello Stato, è  surreale mentre l'Europa vigila sui decimali del nostro deficit. Volere più soldi alla scuola pubblica non quadra col finanziare le paritarie.

Infine se fosse vero – ed è contestato ­–­ che le paritarie costano molto meno, il problema sarebbe il perché del divario. Continuare a tamponare il problema scegliendo  il privilegio per alcuni senza risanare, è un danno ulteriore. L'uso coerente delle risorse delle Istituzioni è un caposaldo democratico.



domenica 2 giugno 2013

Salutiamo il ritorno del Livorno in serie A : che sia propedeutico alla promozione della citta' tutta.

Salutiamo il ritorno del Livorno in serie A, complimentandoci con la societa' tutta.
Possa questa promozione essere propedeutica al ritorno in serie A della citta' intera in tutti gli aspetti della vita,come merita.

Liberali Livorno
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domenica 12 maggio 2013

La tragicomica vicenda del parcheggio "sulla parola" in piazza XX Settembre,quando sarebbe bastata una semplice delibera.



La tragicomica vicenda dei parcheggi che,stando a quanto viene riferito,sarebbero stati concessi in area pedonale (piazza XX Settembre) "sulla parola" e senza quindi un regolare atto amministrativo,e' altamente emblematica e contribuisce a rafforzare l'idea che Livorno sia una sorta di selvaggia zona franca nella quale si tira a campare tra ammicchi, strizzate d'occhio e pacche sulle spalle in spregio delle regole.

Ove la cosa venisse confermata,ipotesi supportata dalle testimonianze riportate ,farebbe il paio con altre pessime abitudini quali il parcheggio libero delle auto delle "autorita' " ,in barba al Codice della Strada, la delibera ZTL/autocarri che discrimina tra categorie di lavoratori,il pullulare di cartelli di divieto di sosta spesso anonimi e che nessuno pare controllare mentre,invece, ferve l'attivita' sanzionatoria a scapito dei "normali" cittadini,ecc.

Ora,tornando all' "affaire" XX Settembre come appare,non si capisce il motivo dell'assenza di una delibera di buon senso che consenta ai residenti il parcheggio notturno.

 Ma, sempre stando a quanto si apprende, grave e' l'aggiramento che entrambe le parti,Amministrazione e Parroco,avrebbero fatto del rispetto delle regole,contribuendo a svuotarle di significato.

Lo spieghino ora loro,al cittadino che altrove ha preso un'analoga multa,il valore civico del rispetto delle regole...


Liberali Livorno
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giovedì 18 aprile 2013

I Liberali ricordano Ippolito Musetti

I liberali livornesi piangono la scomparsa dell'amico avvocato Ippolito Musetti, da giovanissimo  impegnato nella pratica del metodo critico liberale, pure come titolare di importanti  cariche della vita pubblica e nella costante  ricerca dei fondamenti giuridici imperniati sui diritti del cittadino e sulle radici multiculturali.

Liberali Livorno

sabato 23 marzo 2013

Terzi si deve dimettere.

Il voltafaccia del Governo sul caso dei due militari della Marina Italiana è denso di implicazioni giuridiche e costituisce un grave indebolimento della posizione internazionale dell’Italia.
Sotto il primo profilo va tenuto presente che i due militari non sono – né saranno mai – equiparabili a due delinquenti comuni, essendo accusati per condotte svolte nell’ambito di una missione ufficiale decisa dall’Esercito Italiano.
Sarebbe facile ricorrere ad esempi su come, sul punto, si comportano altri Paesi per azioni in ambito bellico o nell’ambito di esercitazioni in tempo di pace (vedi USA per la strage del Cermis) mentre, addirittura, nel caso di specie l’evento di cui si duole l’India, avvenuto al di fuori della sua giurisdizione territoriale, è oggi nella mani delle Corti Indiane solo grazie al fatto compiuto, creato attirando con l’inganno i due militari italiani sul suolo indiano.
Su tale aspetto il lavoro diplomatico doveva essere indirizzato non già verso l’India, ma verso i Paesi alleati e le organizzazioni internazionali per ottenere un fermo richiamo dell’India e, sul piano generale, un arbitrato internazionale.
Chiedere oggi all’India di escludere l’applicazione della pena di morte ai due malcapitati militari italiani comporta invece, un repentino riconoscimento della giurisdizione indiana, col solo corrispettivo dell’applicazione di una pena più mite.
Si versa così in una situazione di rinuncia da parte italiana alle proprie ragioni giuridiche (su cui si era tra l’altro basata per un anno la linea del Governo e la stessa scelta di trattenere in Italia i due accusati).
Per altro verso è innegabile che il rivolgimento della linea italiana è avvenuto sulla base dell’azione ritorsiva consumata da parte indiana nei confronti del nostro ambasciatore mentre è altrettanto pacifico che detta condotta cancella la millenaria tradizione d’immunità rispettata da tutti gli Stati (eccettuato l’Iran).
Su tale secondo illegittimo atto dell’India, come d’altra parte sul primo, il diritto internazionale prevede varie e specifiche misure di autotutela, riconosciute allo Stato che si ritenga illegittimamente leso nelle proprie prerogative.
Atteso che la carta dell’ONU esclude soltanto l’uso della forza nelle controversie internazionali, erano ammissibili azioni recanti danno uguale: poteva per esempio costituire misura proporzionata quella di bloccare parallelamente  l’ambasciatore indiano in Italia.
L’ineffabile Ministro Terzi ha invece scambiato due militari con un ambasciatore e ceduto senza reazione agli atti illegittimi e di frode, riuscendo poi, paradossalmente a far passare noi per frodatori, per di più, confessi e pentiti.
Frattanto, due italiani, sono stati riconsegnati ad un Paese gongolante per il successo e risultano assoggettati ad un indagine condotta con metodi medioevali, piena di contraddizioni plateali, con gravi rischi per loro e per la dignità dell’Esercito e del Governo Italiano.
Tutto ciò per la linea ondivaga di un Ministro degli Esteri che ora si giustifica in modo stucchevole aggravando la situazione, come si conviene per ogni gaffeur (vedi il riferimento al caso di Attilio Regolo e al “grande” risultato circa l’esclusione della pena d morte).
Se l’Italia deve ritentare di gestire una vicenda alquanto imbarazzante, in ordine alla quale aveva anche più di una ragione fondata sul diritto internazionale, non può che scindere la propria responsabilità distinguendosi dal suo Ministro. Che egli dunque si dimetta o, ove insista, che venga dimissionato per la tutela residua della dignità internazionale del Paese e l’integrità di due militari che certamente non sono responsabili di omicidio volontario né, a tutto concedere, di alcun altro reato doloso.

Giammarco Brenelli
 Liberalitaliani

lunedì 25 febbraio 2013

Il voto guardando alle prossime amministrative livornesi

Per quanto sia vero che il voto politico e quello amministrativo possono
sensibilmente differire, è indubbio che la fortissima penalizzazione ,da
parte degli elettori livornesi, di PD e PDL apre nuovi scenari in vista
delle prossime amministrative che, così stanti le cose, si giocheranno
molto probabilmente sulla capacità, per la quale è necessaria anche
molta umiltà politica,di una delle due parti almeno di proporre una
candidatura a Sindaco svincolata dalla militanza partitica e capace,per
caratteristiche e carisma, di raccogliere ampi e trasversali consensi
che ridiano fiducia ai provati cittadini di questa città.
Sotto questo punto di vista ,almeno, si apre un fine mandato
amministrativo molto interessante.

Gadi Polacco
Liberali

mercoledì 13 febbraio 2013

Tessere annonarie in tempo di guerra? No,beghe per il canone RAI !

Questa mattina il vasto androne delle Poste Centrali di Livorno e' attraversato e occupato da una una muraglia di cittadini costretti in fila.
La scena ricorda quelle viste,nei filmati dei tempi di guerra,per le tessere annonarie.
Invece si tratta di cittadini obbligati a far la coda per beghe legate al canone RAI, l'odioso balzello che la televisione di stato,con uno spot supponente ed arrogante (mascherato inutilmente con presunta simpatica ironia), ci ricorda essere dovuto,a mio parere con messaggio ingannevole,anche se la vostra tv l'avete svuotata e la usate come acquario o teatrino per le marionette!
Non mi sembrano scene da paese civile e ci dovrebbe essere un modo,accessibile ai cittadini,per sbrigare diversamente certe pratiche.
Ma il problema e' che ormai,più' che di cittadini,si dovrebbe parlare di sudditi...
Gadi Polacco
Liberali
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domenica 10 febbraio 2013

ESCLUSIONE DA S.REMO DEGLI ALMAMEGRETTA PER MANCATA ESIBIZIONE DI RAIZ VENERDI SERA?!

Giletti da RAI 1 riferisce di rumors da S.Remo circa la possibile
esclusione degli Almamegretta legata al fatto che il loro
cantante,Raiz,non canterebbe venerdi sera in osservanza delle norme
ebraiche relative allo Shabbath (il Sabato ebraico). Con la kermesse
sanremese la polemica ad arte è sempre in agguato , per mere questioni
pubblicitarie : la bufala pubblicitaria potrebbe quindi essere
tale,magari per poi concedere a qualcuno di mostrarsi campione della
società aperta e risolvere la questione trionfalmente. Sarebbe comunque
triste questa strumentalizzazione di un sentimento religioso da parte
dell'organizzazione dell'evento ma sarebbe ancora più triste, illiberale
e anticostituzionale se l'esclusione si verificasse anche perchè,al
contrario di quanto fanno finta di non sapere almeno alcuni degli ospiti
di Giletti (mentre sembrano divertiti nel commentare l'ipotetica
esclusione e fanno battutine che dimostrano gravi carenze culturali), la
cosa era ben nota da tempo all'organizzazione.
Già da giorni,infatti, si potevano leggere dichiarazioni di Raiz come
questa: "ho chiesto di non cantare il venerdì sera, perché il divieto di
lavorare è dal tramonto del venerdì sera al tramonto del sabato, e la
direzione mi ha risposto in modo molto conciliante, anche perché il
venerdì non c'è la gara". Il cavillo del "lo doveva sapere che si canta
anche il venerdi sera" ,pertanto, non è invocabile e comunque, dinanzi
alla televisione pubblica pagata dai contribuenti di ogni fede e non
credenti, non si può opporre un cavillo simile dinanzi ad una questione
di principio tutelata,si spera concretamente e non solo teoricamente,
dalla Costituzione. Anche questa è Laicità.

venerdì 8 febbraio 2013

Non vi pare ingannevole,se non peggio, lo spot RAI sul canone?

Egregio Direttore,
se,come recita il disposto legislativo," chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto.] " (R.D.L. 21 febbraio 1938, n. 246 art. 1, in materia di "Disciplina degli abbonamenti alle radioaudizioni."), lo spot della RAI che perentoriamente "intima" che si deve pagare il canone anche se uno ha una tv svuotata che usa come acquario o porta oggetti o altro, quindi non idonea per "ricezioni delle radioaudizioni", non vi pare a dir poco ingannevole e con intenti vessatori?
E' pura offensiva nei confronti dei cittadini che,evidentemente,anche la RAI considera "sudditi".
Mi auguro che qualche Autorità competente intervenga.
Cordiali saluti,
Gadi Polacco

Liberali

lunedì 28 gennaio 2013

Giornata di mobilitazione Rete Imprese anche a Livorno : alcune osservazioni circa l'intervento dell'Ass. Bernardo

Ho seguito a Livorno, quale iscritto,l'assai partecipata Giornata di
mobilitazione nazionale indetta da Confcommercio - Rete Imprese. Dopo il
collegamento video per seguire l'intervento del Presidente Nazionale
Sangalli e il minuto di silenzio, in occasione della Giornata della
Memoria e per ricordare la piccola vittima della tragedia di Salviano
sollecitato dal Presidente Cesari, sono seguiti vari interventi degli
ospiti presenti.
Mi soffermerò su quello dell'Ass. Bernardo del Comune di Livorno che ,
tra le varie deleghe, ha anche quelle al commercio e al turismo e che ho
trovato in alcuni passaggi sorprendente.
Se infatti è ovvio e quindi condivisibile che anche Livorno risenta
della crisi nazionale in atto, ciò non vuol dire che debba essere
ignorata l'aggravante costituita da una crisi specifica della città che
l'affligge ormai da lungo tempo e che ha radici lontane, rappresentate
essenzialmente da una visione, rivelatasi poi assai errata, che vedeva
in pratica nel porto l'unico pilastro economico dell'area.
Sorprendenti ho poi trovato dei richiami "nostalgici" ai bei tempi nei
quali sulle dinamiche del commercio vigeva il controllo degli enti
locali, sentimento accompagnato da una presa di distanza dalle
liberalizzazioni, individuate come foriere di tante problematiche, che
sarebbe apprezzabile, per quanto non mi senta di condividerla, se
venisse espressa quale autocritica politica essendo il processo di
liberalizzazione rappresentanto sin dall'origine dal cosiddetto "decreto
Bersani", personaggio che non mi pare in linea di discontinuità (non
volendo certo entrare in dinamiche interne di partito...) con la
tradizione politica che amministra Livorno sin dalla Liberazione.
E' vero, la tentazione di scaricare tutto sul governo è tradizione degli
enti locali e spesso con buone ragioni,ma ciò non consente di assumere
posizioni neutrali o di distacco, ripeto se non in chiave
dichiaratamente autocritica, quando certe decisioni siano state
appoggiate dalla propria parte politica se non addirittura facendo parte
o sostenendo quei governi.
Il caso del governo Monti è al riguardo eloquente visto che oggi, a
leggere tante dichiarazioni, sembra essere sorto sul niente e con
nessuno alle spalle, insomma al pari della sconfitta che è sempre
orfana, mentre la vittoria è piena di madri e padri....
E invece, a modesto parere di chi scrive, delle responsabilità locali
(senza per questo pretendere l'assurdo che sia il locale a debellare un
male nazionale ,anzi internazionale) vi sono e citerò solo alcuni degli
argomenti che avrei voluto sentir toccare,in casa di imprenditori
artigiani e del commercio, da parte di un rappresentante
dell'Amministrazione Comunale:
- gestione e costi dei parcheggi e traffico pubblico e privato (
significamente l'Assessore si è purtroppo preoccupato solo di ammonire
"non continuiamo a chiedere l'accesso veicolare"....);
- discriminatoria e cervellotica normativa sull'accesso dei mezzi da
lavoro, sottolineo da lavoro (quello sul quale,parola di Costituzione,
si basa la Repubblica) nelle zone a traffico e sosta controllata;
- questione del suolo pubblico per esposizione merce che,secondo quanto
sento,in alcune vie del centro (quello mercatale per eccellenza di una
città sorta sul mercato e i traffici...) viene ora negato in nome di un
presunto "decoro" che potrebbe essere raggiunto, anzichè interpretare il
ruolo di amministratore quasi quale sinonimo di sanzionatore, tramite
accordi che portino all'uniformità dei supporti espositivi e delle
modalità di presentazione al pubblico delle merci, operazione questa
fortemente propedeutica alla vendita e che avviene in pratica ovunque
nel mondo;
- "visione complessiva" , ovvero quella in base alla quale si dovrebbe
spiegare, tra le varie cose, come si pensa di armonizzare un futuro e
grande insediamento commerciale nella Porta a Mare con l'area,a questa
prossima, del centro cittadino che ospita già,in pratica, la metà del
commercio livornese, onde evitare possibili overdose merceologiche ;
- salvaguardia, rimanendo alla Porta a Mare, delle riparazioni navali,
capaci di attrarre lavoro da fuori area;
- sviluppo di quello che amiamo definire il "centro commerciale naturale
della città", limitandoci però più alla romantica definizione che ad
atti concreti;
- pragmatica e quindi concreta azione, accantonando gli inutili comitati
ed i "grandi" progetti che rimangono sogni, che proponga direttamente
alla fonte, ovvero dove nascono, dei pacchetti turistici giornalieri che
attraggano i clienti delle crociere che rimangono in città, cosa che non
può essere fatta se non coinvolgendo, in senso anche di guadagno, chi
questi possibili clienti porta da noi;
- TARES, la nuova tassa sui rifiuti introdotta dal Governo orfano sin
dalla nascita , e possibili attenuazioni dell'impatto che questa nuova
gabella avrà sui cittadini e sulle imprese,come ha mirabilmente
sintetizzato Domenico Chiste di Confcommercio, al termine dell'Assemblea.
Di questi ed altri coerenti temi speravo di sentir parlare, invece della
descrizione di una ricerca del "colpevole" politico che pur tale è in
tanti casi, ma che ha "complici" e sostenitori, sempre politicamente
parlando.
Grazie e cordiali saluti,
Gadi Polacco