La vicenda del Concordia ha reso chiaro che Livorno deve sperare nella copertura del Presidente Rossi e non sull'ambiguità che, sin dall'affacciarsi a Livorno di Azimut Benetti ed ancora oggi in coerente continuità storica, ha contraddistinto l'Amministrazione cittadina. Questa cerca ora di mettere il cappello sul percorso positivo per la nostra città tracciato dal Presidente toscano. Ma fin qui è stata recalcitrante, ed impegnata a dare una mano al potere del gruppo Benetti, di cui ha agevolato – al di là dei contratti – la difesa degli interessi di imprenditore, oggi impegnato a Livorno e domani forse (lo dichiara lui stesso).
Perché, a parte il ricordo dell'ambiguità strutturale con cui si è appunto gestito fin dall'inizio il contratto Benetti (non scordiamo che il bacino è demaniale), l'interrogativo concreto da cui partire è questo: qual è la prospettiva strutturale per la città e per il porto. Capiamo, e siamo nel cuore alla Fiom, la posizione dei dipendenti Benetti, che si sono lanciati in un'appassionata difesa della linea del loro datore di lavoro. Purtroppo così facendo trascurano però le stesse parole del "padrone", che già ieri ha posto nuovamente condizioni per restare ,temendo forse di veder svanire l'ambigua tolleranza che gli ha consentito,ad oggi, di soffocare le riparazioni navali a favore della propria operazione prevalentemente immobiliare. Il contributo oggettivo più stabile che Livorno può dare all'economia dell'intera Area Vasta della Costa Tirrenica, è quello delle riparazioni navali. L'ipotesi di produzione dei megayacht ha naturalmente una sua importanza ma non presenta un legame certo e definitivo con la città e con il territorio. Una riprova viene dal fatto che solo oggi, in pratica, la Benetti afferma che avrebbe bisogno del bacino per i megayacht , dopo che per anni non si è minimamente preoccupata della sua manutenzione, anzi confidando nel degrado conseguente all'abbandono.