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martedì 18 agosto 2015

Il Senato ancora eletto dai cittadini




Si riporta l'articolo di Raffaello Morelli pubblicato su Il Tirreno di lunedì 17 agosto.

UN  GOVERNO  IN  ECCESSO  DI  LEADERISMO

Sul Tirreno è in corso un dibattito a proposito dello scontro nel PD sul modo di eleggere il Senato. Non è una diatriba tra correnti (come fanno credere i ragionamenti costituzionali teorici sganciati dalla realtà) e tocca una questione centrale della  democrazia. 

Tali ragionamenti sostengono che l'emendamento dei 28 senatori PD al testo in esame voluto dal Governo ("Il Senato è eletto dai cittadini su base regionale") sarebbe incoerente con il complessivo impianto proposto, che assegna al Senato le nuove funzioni di concorrere al raccordo tra lo Stato e le regioni e tra queste e l'UE, nonché la valutazione delle politiche pubbliche e l'attività delle pubbliche amministrazioni. Per coerenza con queste nuove funzioni, la composizione  del Senato andrebbe affidata agli organi regionali mentre fare del Senato  un organo direttamente rappresentativo dei cittadini, e quindi eletto sulla base di valutazioni politiche, sarebbe in evidente contraddizione.

Questi ragionamenti derivano dal voler appoggiare l'impostazione del Presidente del Consiglio senza dichiararlo. Infatti,  denunciano la contraddizione ma non dicono che essa è voluta dai 28 senatori appunto per contrastare le modalità di esercizio delle nuove funzioni. Con questa omissione, quei ragionamenti eludono il problema. Perché il contrasto non è affatto sulle nuove funzioni, ma su quale Senato dovrà esercitarle. Renzi vuole limitare drasticamente le valutazioni politiche da parte dei cittadini elettori e insieme  la concezione di Stato  unitario e articolato, ovunque soggetto  alla trasparenza dei controlli democratici. Propone una concezione accentrata delle istituzioni (il plebiscito sull'uomo solo al comando), mettendole sempre più in mano a centri di decisione indiretti e conseguentemente rendendole meno trasparenti e ancor più lontane dal poterle valutare come idee e progetti.  I 28 senatori PD e tutti coloro che hanno a cuore la centralità del cittadino, puntano invece a potenziare il ruolo del giudizio politico elettorale dei cittadini nella valutazione di idee e progetti (non escludendo i cittadini a favore dei vertici delle Regioni e degli Enti Locali, resi titolari esclusivi di tali materie). Tra l'altro, come mostra l'esperienza, il giudizio dei cittadini è la sola strada per colmare il senso di distacco dell'opinione pubblica da centri di potere poco visibili se non perfino invisibili.

Insomma, nello scontro sul modo di eleggere il Senato, il vero discrimine politico non sta sul come raggiungere la maggior coerenza possibile rispetto al nuovo sistema di istituzioni accentrato che il Governo vorrebbe far approvare. Il vero discrimine è sull'approvare o no il nuovo sistema voluto dal Governo, che è molto squilibrato sul leaderismo privo di spessore politico culturale e di progetti non parolai.

Raffaello Morelli