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mercoledì 28 ottobre 2009

Sui 23 cattolici impegnati in politica: due proposte

La lettera scritta da 23 cattolici livornesi impegnati in politica ( tra cui consiglieri comunali PD) in replica alle note della Curia avverse all'istituzione del Registro per il Testamento Biologico, ha nella forma un tono tranquillo e ragionevole ma nella sostanza costituisce l'esempio della distanza di un certo mondo da una positiva concezione di laicità delle Istituzioni. La lettera scrive di "non condividere il biasimo che il Vescovo ci ha fatto nell'esercizio delle nostre funzioni politiche e in rappresentanza di tutta la comunità cattolica" . Tali parole sono un concentrato di illibertà civile, anche se implicita. Perché, in una democrazia libera, l'esercizio della funzione politica non interloquisce con la Curia su quali regole civili adottare (se lo fa, scade nel clericalismo). E perché, in una democrazia libera, nessuno si arroga la rappresentanza civile  di tutta una comunità religiosa ( se lo fa, ne elimina le identità plurali e la strumentalizza).La Federazione dei Liberali ha proposto fin dallo scorso aprile di istituire il Registro per il Testamento Biologico ed apprezza che il Consiglio Comunale abbia fatto il primo passo per istituirlo e per favorire credenti e non credenti, senza danneggiare nessuno. Invece i politici della lettera, per non condividere il biasimo della Curia impegnata nel suo apostolato, accettano che il dibattito sul piano religioso faccia parte dei criteri normativi civili. Questa è una concezione davvero illiberale. Il punto è che la Curia ha ogni diritto di esprimere i suoi valori e i propri precetti. Ai politici spetta di scegliere le norme per la convivenza rispettando la lezione della storia. Per cui, la religione è certo un atteggiamento connaturato in ciascun cittadino. Sarebbe irresponsabile volerlo soffocare o illiberale volerne ridurre l'esercizio privato e pubblico. Ma, qualora sia adoperato per modellare le regole civili della società, finisce in un modo o nell'altro con il provocare guasti gravi per la libera convivenza tra soggetti diversi come cultura e credenze. Da qui l'importanza della separazione tra Stato e Chiesa. Quindi quando noi liberali auspichiamo il  ritorno alla politica, ci riferiamo ai progetti per migliorare la convivenza, non alle dispute tipo guerra di religione. Coerentemente a ciò, auspichiamo che gli Enti Locali di Livorno adottino due linee.  Una è contribuire alla celebrazione del 150 anniversario della  Unità d'Italia promuovendo un grande convegno per affermare la necessità di attuare il principio cavourriano (Libera Chiesa in Libero Stato) decisivo per affrontare le sfide più avanzate della scienza, dell'etica e della convivenza tra diverse culture. L'altra linea è che , in materia di Testamento Biologico, la delibera del Consiglio Comunale venga eseguita dalla Giunta in tempi rapidi e superando le ambiguità non secondarie ad oggi riscontrabili (a causa della distorta concezione di laicità delle Istituzioni in alcuni consiglieri del PD). Il Registro deve arricchire credenti e non credenti, non è solo un atto di strumentalismo tattico.

venerdì 9 ottobre 2009

APPRODA IN CONSIGLIO COMUNALE IL REGISTRO ANAGRAFICO PER IL TESTAMENTO BIOLOGICO,INIZIATIVA DA TEMPO PROPOSTA DAI LIBERALI LIVORNESI E SULLA QUALE E' AUSPICABILE LA MASSIMA CONVERGENZA

APPRODA IN CONSIGLIO COMUNALE IL REGISTRO ANAGRAFICO PER IL TESTAMENTO BIOLOGICO, INIZIATIVA DA TEMPO PROPOSTA DAI LIBERALI LIVORNESI E SULLA QUALE E' AUSPICABILE LA MASSIMA CONVERGENZA
All'ordine del giorno del Consiglio Comunale di lunedì prossimo figura , come riporta il sito del Comune, una mozione che impegna la Giunta Municipale ad istituire il Registro Anagrafico per il Testamento Biologico dei cittadini. E' una iniziativa significativa che riprende la specifica proposta programmatica fatta da noi liberali  all'inizio primavera in vista delle elezioni e poi rivolta ai candidati sindaco quale misura di confronto politico, e che va ad incidere su un aspetto reale della convivenza democratica. Ed è anche significativo che l'iniziativa consiliare sia stata adottata, su impulso dei Consiglieri dell' "Italia dei Valori " Romano e Del Lucchese, da gruppi diversi  di maggioranza e di opposizione,, vale a dire da Città Diversa, Partito Democratico, Rifondazione Comunista, Sinistra e Libertà.

Ci auguriamo che questa iniziativa arrivi presto a compimento come già è stato in altre realtà comunali toscane Occorre infatti  dotare anche Livorno di questo strumento di libertà dei singoli prima che eventuali interventi legislativi, stando ai testi finora votati, possano minacciare la libera espressione oggi possibile delle proprie volontà sul fine vita. 

In più questo tipo di iniziativa, mostra che gli atti per governare la convivenza non richiedono l'indistinzione dei soggetti partitici. Basta che il confronto politico abbandoni le sceneggiate e si ponga l'obiettivo di introdurre strumenti che non vogliano imporre ma  anzi dare a chiunque la possibilità di manifestare le proprie scelte sul fine vita. In questa direzione e nella stessa logica, ci auguriamo che in Consiglio diano il loro sostegno all'iniziativa anche consiglieri di altri gruppi che notoriamente, per la loro storia personale e per le loro recenti dichiarazioni, dovrebbero condividere l'istituzione del Registro Anagrafico per il Testamento Biologico.

Federazione dei Liberali
     Livorno, 9 ottobre 2009

martedì 6 ottobre 2009

ESSELUNGA SI, ESSELUNGA NO : MA I PROBLEMI DEL COMMERCIO DI VICINATO SONO MOLTI.

Non mi appassiona,modesta opinione personale,il dibattito sintetizzabile
in "Esselunga si,Esselunga no" : il suo rinvigorirsi a supermercato
aperto,poi, induce ad un duplice dubbio, ovvero se si tratti di
manifesta impotenza dei contendenti che da entrambe le sponde non hanno
in realtà influenzato i fatti,oppure se si assista a dichiarazioni di
circostanza a commento dell'ovvio,sia da parte dei "vincitori" che degli
"oppositori sconfitti"
L'ovvio e ben noto , infatti,è che un operatore commerciale ha aperto
(seppur tecnicamente di ampliamento si tratti), come suo diritto, un
proprio punto vendita anche se ridimensionato rispetto alle intenzioni .
Mi sfugge poi l'enfasi che si cerca di dare all'oggetto "misterioso"
Esselunga,quasi che i livornesi non abbiano avuto modo di saggiarne la
consistenza nel punto vendita di Pisa ormai da tempo operante.
Vedo riproporsi,seppur con scambio di posizioni politiche, il dibattito
che precedette l'apertura di Porta a Terra.: i commercianti ricevettero
attento quanto platonico ascolto e la signora Maria,per giunta, non ha
poi trovato riparo sotto le insegne Ipercoop!
Perchè allora l'apertura della simil Esselunga dovrebbe costituire un
tremendo evento, peraltro seguendo a tante altre aperture di medie e
grandi superfici ,dinamica certamente non solo livornese,avvenute negli
anni (vorrei ricoredare che vi sono esperti che valutano in cento
chilometri il raggio d'influenza di un grande centro commerciale...).?!
Non vorrei che agitando il dibattito verso la "cattiva" Esselunga si
eludessero invece le vere istanze del commercio di vicinato, o almeno
quelle sulle quali è possibile intervenire,augurandomi che
l'Amministrazione voglia e sappia dare concreto riscontro al riguardo e
pur non dimenticando come il mercato abbia le sue regole:.
Mi chiedo quindi nuovamente quali filtri verranno adottati,se verranno
adottati, per inserire nella Porta a Mare nuove attività commerciali che
andrebbero a gravare ulteriormente un'area nella quale già si trova
quasi la metà del commercio cittadino?
Analogamente, mentre vi è chi si preoccupa di Crespina ma sembra non
guardare troppo attentamente dentro casa, come si procederà con il
Nuovo Centro?
Quali strumenti è pronta a porre in campo l'Amministrazione Comunale per
aiutare il commercio di vicinato,quello che combatte la
"desertificazione "dei quartieri e sostiene spesso anziani e cittadini
in difficoltà,oltre a svolgere funzione deterrente nei confronti della
micro criminalità, in termini di viabilità, sosta agevolata (vi sono
comuni nei quali in prossimità di vie commerciali i primi 30 minuti di
sosta sono gratis,ad esempio), compartecipazione in iniziative di
marketing e promozione del territorio (l'esperienza modenese insegna)
,servizi,ecc?
Si riuscirà a coordinare un vero pacchetto Livorno, da proporsi alla
fonte e non quando ormai i giochi sono fatti e peraltro in ordine
sparso,per cercare di accogliere adeguatamente e con soddisfazione anche
commerciale i crocieristi oggi praticamente allo sbando in città?
Credo che siano questi,insieme a tanti altri correlati,i temi sui quali
incentrare tutti, amministratori ed associazioni di categoria in primis
,gli sforzi per aiutare il tradizionale commercio cittadino.
Sarebbe troppo facile trovare nell'ennesimo supermercato l'origine del
malanno od anche la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Cordialmente,

Gadi Polacco*

*Imprenditore e Vicepresidente Confcommercio Livorno

Livorno 6 ottobre 2009