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giovedì 2 dicembre 2010

Referendum e punti fermi

Da La Nazione - Livorno - 2 dicembre 2010

REFERENDUM E PUNTI FERMI

L A CONCLUSIONE del referendum pone alcuni punti fermi su cui riflettere. Il primo è che il referendum non ha raggiunto il quorum, dunque la schiacciante vittoria del «sì» con i175% dei voti espressi non serve e l'amministrazione ha ora il pieno diritto di perseverare nel fare il nuovo Ospedale a Montenero Basso (quello che per circa 20.500 cittadini è un errore). Secondo punto fermo, è che coloro che hanno raccolto le firme o hanno firmato i ricorsi giudiziari, hanno perseguito legittimi obiettivi consentiti dalla legge e dalla democrazia pluralista. Lo stesso quelli che, come il Pd, hanno fatto propaganda con inserzioni pagate, lettere e sms fino all'ultimo per spingere a votare «no». Ed anche chi, come l'antico segretario del Pci, ha sostenuto da solo la tesi di lasciar fare l'amministrazione. Il terzo punto fermo è che a fine marzo il Pd aveva ottenuto 31.758 voti, ora solo 7.338, non seguito da 3/4 del suo elettorato. Il che ha una controprova.il centrodestra aveva avuto 15.810 suffragi,alle ultime elezioni, mentre oggi i «sì» sono stati quasi 20.500. Quindi vi sono cinquemila cittadini di sinistra che hanno votato sì». Il quarto punto fermo è che la situazione economica è assai pesante. Non fa eccezione il settore della sanità (i tagli nazionali avranno riflessi sui servizi). Vi sono blocchi suifinanziamenti inerenti la viabilità del nuovo ospedale (Lotto Zero) e si stanno addensando nuvoloni sul buco Asl di Massa (non soltanto pare si sia arrivati non lontano dalla cifra impressionante di 300 milioni, ma, peggio, è emerso che non funzionano i controlli incrociati della Regione). Per di più, il dibattito ha definitivamente accertato che non c'è un euro disponibile per l'aspedale a Montenero, i cui 280 milioni di costo sono finanziati con debiti a lungo termine e la cessione di diritti urbanistici pubblici.

RIASSUMENDO, lo strappo alle procedure democratiche c'è stato. Si è cucito sopra un toppino, ora sarebbe bene evitarne altri. Mi pare perciò del tutto infruttuoso affrontare il problema in termini di scontri tra tifosi e di illusioni finanziarie. Ma lo sarebbe anche ricominciare a delegare ai tecnici le decisioni in solitario, o ricorrere ai sistemi consociativi dei comitati congiunti od affidarsi al lavacro della società civile presunta onnisciente. La via è che ognuno svolga il suo compito con le sue idee e con le sue proposte. Decisivo è attivare la partecipazione vera. Che non è un manuale di galateo, è un confronto deciso di punti di vista, senza maestà da ossequiare e cittadini da tollerare. La partecipazione è un garbuglio di iniziative che si dipana con scelte trasparenti e secondo le regole. Stando ai fatti. Questo non preserva dagli errori, ma coinvolge tutti. Sul nuovo ospedale ci sono decisive, ed urgenti, questioni urbanistiche. Innanzitutto di rispetto delle normative (che gli architetti asseriscono essere violate). E poi del non cullarsi in promesse prive di base finanziaria o di riscontri operativi senza programmi dettagliati.

AD ESEMPIO, non è per nulla chiaro, come si pensi di conciliare da un lato l'indicazione della cessione dei presidi sanitari urbani, incluso quasi tutto quello di Viale Alfieri, per esigenze finanziarie e dall'altro i solenni impegni a decidere insieme come ridisegnare, dopo la bocciatura della Corte Costituzionale, la nuova società della salute che dovrà farsi carico di assicurare questo servizio essenziale ai cittadini livornesi. Se non si innescherà questo nuovo costume, il referendum sarà servito a poco.

* Raffaello Morelli, federazione dei Liberali

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