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lunedì 20 ottobre 2014

Una legge per la diversità.

Un articolo di Raffaello Morelli in risposta a De Filicaia (PD)

Sul piano civile non è accettabile l’approccio del Consigliere De Filicaia (Nazione 19 ottobre) nel commento al Sinodo straordinario, in particolare sui diritti della famiglia e dei gay. Specie se si è d’accordo con il suo auspicio di arrivare ad una legge sulla controversa materia. Perché una legge è dare un chiaro indirizzo di convivenza e questa chiarezza nelle parole di De Filicaia non c’è.

La tesi del consigliere PD è che “Papa Bergoglio ha dato al sinodo il sapore della democrazia”, che “oggi va osservato con grande interesse il nuovo corso della chiesa”, che “la serrata discussione del clero non ha la testa rivolta all’indietro come è da troppo tempo nel panorama politico italiano”, che “il Papa affronta il tema dei diritti con più slancio”.  In sintesi De Filicaia propone la Chiesa come modello interessante per la democrazia italiana.

In primo luogo ciò contraddice il principio liberale emerso dall’esperienza di lungo periodo (per cui alla convivenza civile occorrono regole civili e non regole religiose) e quindi l’obbligo di non mischiare la Chiesa nel dibattito civile; e in secondo luogo equivoca sulla natura della Chiesa riconoscendole una sorta di attitudine liberale mentre la Chiesa dichiaratamente vuole essere testimonianza di Dio e non rappresentanza dei cittadini. Non basta. De Filicaia critica con ragione la circolare del Ministro (del suo governo) Alfano sulla non trascrizione dei matrimoni gay all’estero, ma allora, seguendo la sua logica di interessarsi agli atti della Chiesa, attendo che critichi aspramente il comunicato della Diocesi di Roma  scagliatasi nel solco Alfano contro la trascrizione di matrimoni gay fatta del Sindaco Marino.

Oltretutto, le conclusioni del Sinodo confermano che la struttura Chiesa è altro rispetto alla democrazia. Per Francesco, il Papa  assicura l’unità della Chiesa sotto la guida di Cristo e dei pastori per vivere secondo il Vangelo e manifestare la misericordia di Dio con le parole della speranza. Inoltre il Sinodo ha sancitoche non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie sia pure remote tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”.

Insomma le leggi dello Stato sono per convivere nella diversità, non per il proprio credo. Soprattutto in materie come questa, ove la coscienza civile riconosce rapporti scelti dai cittadini, e in molti paesi UE la disciplina del matrimonio civile  è estesa alle unioni omosessuali. Una legge sui legami tra cittadini dello stesso sesso, rispettosa dei diritti individuali, è una priorità del convivere quotidiano.